Nebbiolo d’Alba DOC
Il Nebbiolo d’Alba Doc è un vino trasversale, capace di mettere tutti d’accordo. Senza essere blasonato come i suoi fratelli maggiori (Barolo e Barbaresco) e senza avere l’estensione territoriale e la varietà stilistica del cugino Langhe Nebbiolo DOC, incarna la vocazione qualitativa delle colline a destra e a sinistra del fiume Tanaro, operando una corretta sintesi dell’eleganza insita in queste terre.
In particolare della vocazione di quell’area che insiste attorno alla città di Alba, che delle Langhe è capitale. Il Nebbiolo d’Alba e le sue espressioni (dal Superiore allo Spumante Rosé) riescono a condensare l’armonia e la duttilità del vitigno nebbiolo in un’espressione di struttura, longevità e grande godibilità.
Un sorso in cui spiccano sentori fruttati e note eteree, con quell’accenno di spezie che fanno dell’uva nebbiolo la regina incontrastata delle varietà autoctone del Piemonte.
Vitigni
Denominazione
Colore
Tipo
Alcohol min.
Varianti
Stabilito nel
Da notare la classica forma allungata
La storia del Nebbiolo d’Alba DOC
Il Nebbiolo d’Alba ha due storie differenti.
Un vitigno, una denominazione e una città
Il Nebbiolo d’Alba ha due storie differenti. La prima è quella del vitigno, l’omonimo nebbiolo, che ha origini antiche. La seconda, più recente e più complessa, ha a che fare con il nome della denominazione.
L’uva dei climi freddi
In quanto vitigno, la storia del Nebbiolo si perde nelle "nebbie" dei tempi. O almeno, sembrerebbe essere presente sulle colline dell’Italia nordoccidentale da quando ne abbiamo memoria scritta. Così già Columella, autore del De re rustica (I secolo d.C.) parrebbe riferirsi al nebbiolo quando parla dei «grappoli di uva nera che danno vino da località fredde». Plinio, Virgilio e Strabone, poi, scrissero ampiamente del vino della Valtellina, con ogni probabilità figlio di uve nebbiolo.
Ottimo e potente molto
È nel Medioevo, però, che il nostro vino ottiene il battesimo. Tutte le fonti parlano di nebiolius o nibiol, neblorii o nebiolo, nebiolio o, ancora, uva nubiola. Le varianti onomastiche suggeriscono un’etimologia comune nelle nebbie d’autunno, periodo in cui il nebbiolo viene vendemmiato; oppure, alludono alla velatura lattiginosa degli acini, ricoperta da abbondante pruina. Qualcuno ha persino voluto ritrovare la natura patrizia del sostantivo, dall’aggettivo latino nobilis. E come dargli torto: tra il XIII e il XV secolo il nebbiolo è uno dei vini più quotati della viticoltura piemontese, la cui natura «meravigliosamente vinosa, fa ottimo vino e da serbare e potente molto» (Pietro De Crescenzi, Trattato della Agricoltura, 1304).
La denominazione “Alba”
Se la storia del vitigno è comune a tutti i vini nati da questa straordinaria cultivar (Barolo, Barbaresco, Roero e Langhe Nebbiolo, solo per citarne alcuni), quella della denominazione è una vicenda di confini e sentimenti.
Ufficialmente, la Denominazione di Origine Controllata Nebbiolo d'Alba fu approvata il 27 maggio 1970. Intento del legislatore era quello di valorizzare e distinguere la produzione di vino nebbiolo di un vasto territorio attorno alla città di Alba, da cui il nome.
Era indubbio che le colline dell’Albese esprimessero un genius loci differente da tutte le altre, specie nella vinificazione dei nebbioli. Con il passare degli anni e la maturata consapevolezza delle potenzialità del nebbiolo, tuttavia, alcuni produttori del Roero iniziarono a ritenere che la DOC Nebbiolo d’Alba non fosse sufficiente a definire la personalità dei loro vini. Nel 1985 questa insoddisfazione portò alla creazione di una nuova denominazione, il Roero DOC (poi Docg dal 2004): si perdeva il nome “Alba”, che oggi è sinonimo di “eccellenza", ma si guadagnava indipendenza ed identità, portando però al contempo ad una elevata frammentazione dell'offerta.
L’acceleratore sulla qualità
Oggi la produzione del Nebbiolo d’Alba è limitata a 25 comuni attorno all’omonima cittadina, a sinistra e a destra del fiume Tanaro. È una denominazione più piccola di un tempo, non meno prestigiosa. Dalla sua ha un epiteto di richiamo, una serie di blasonati produttori e un culto di nicchia, che tiene in grande considerazione le circa 3 milioni di bottiglie prodotte ogni anno (contro le quasi 10 di Langhe Nebbiolo). Anche perché chi produce Nebbiolo d’Alba (ricordiamolo: nebbiolo in purezza) spesso non possiede vigneti a Barolo e Barbaresco (altrimenti produrrebbe questi ultimi). Dunque spinge l’acceleratore sulla qualità, creando vini di eleganza e struttura capaci di rivaleggiare con i “sovrani” delle Langhe, soprattutto nel prezzo.
Nebbiolo d’Alba DOC: Terroir
Il Nebbiolo d’Alba nasce da suoli unici di sabbie, argille e calcare modellati dal Tanaro, che donano ai vini eleganza, profumi raffinati e una struttura inconfondibile.
Il Nebbiolo d’Alba DOC nasce da uve coltivate in un territorio affascinante e complesso, che si estende su ben 25 comuni distribuiti lungo entrambe le sponde del fiume Tanaro. Un’area che non è solo geograficamente ampia, ma anche geologicamente straordinaria.
Tutto ha origine da un evento avvenuto circa 150.000 anni fa, quando il Tanaro cambiò corso in un fenomeno oggi noto come “cattura del Tanaro”. Da quel momento la natura ha scolpito un paesaggio unico, creando le celebri Rocche: scarpate spettacolari e terreni stratificati dove sabbie, argille e calcare si alternano come pagine di una lunga storia geologica.
Questa combinazione di suoli dona ai vini un carattere tutto loro: le sabbie contribuiscono alla finezza dei profumi e a una struttura elegante, mentre il calcare, e in minor quantità l’argilla, offrono solidità e longevità.
La coltivazione segue pratiche tradizionali, rispettose dell’ambiente e del ritmo naturale della vite. Il Nebbiolo d’Alba cresce esclusivamente sui versanti collinari meglio esposti, dove il sole accompagna la maturazione delle uve e le vigne sono protette dalle gelate e dai venti freddi di primavera.
I terreni ideali sono argillosi, calcarei e silicei, oppure un mix sapiente di questi elementi. Sono banditi invece i fondovalle e le aree umide, dove la luce e il calore non bastano a esprimere la vera anima di questo vitigno nobile.
Il risultato? Un vino che porta nel calice tutto il fascino del suo territorio: la storia di una terra antica, modellata dall’acqua e dal tempo, e la personalità inconfondibile del Nebbiolo, che qui trova una delle sue più eleganti interpretazioni.
Altitudine preferita
Terreno preferito
Cru / MGA
Città di produzione
Nebbiolo d’Alba DOC: Vitigni
Il Nebbiolo d’Alba DOC è un vino monovarietale, e di conseguenza può essere prodotto esclusivamente da uve Nebbiolo
Il più nobile vitigno a frutto rosso del Piemonte richiede un’accurata scelta dell’ambiente colturale e delle condizioni di allevamento. Germoglia precocemente e matura generalmente a metà ottobre. Il grappolo si presenta medio-grande o grande, piramidale alato con acini medio-piccoli dalla buccia consistente di colore blu-nero appena sfumato di violetto. Da questo vitigno hanno origine il Barolo e il Barbaresco, il... puoi scoprire di più sul Nebbiolo qui.
Nebbiolo d’Alba DOC: Caratteristiche
Eleganza, sobrietà e profumi strepitosi: grande espressione di uno dei vitigni simbolo del Piemonte
Il Nebbiolo d’Alba DOC è l’espressione più autentica di un vitigno nobile e longevo, capace di rinnovarsi nel tempo senza mai perdere la sua identità. È un rosso che parla con eleganza, ma con carattere: ogni sorso racconta la forza delle colline e la sapienza di chi le coltiva.
Ottenuto da uve 100% Nebbiolo, questo vino incarna la raffinatezza del vitigno in tutte le sue sfumature, fino a sorprendenti interpretazioni come lo Spumante e lo Spumante Rosé.
Un tempo austero e tannico, oggi il Nebbiolo d’Alba sa mostrarsi anche più fruttato, fresco e accessibile, mantenendo intatta la sua anima elegante e profonda.
Alla vista
Brilla di un rosso rubino intenso che, con il passare del tempo, si arricchisce di riflessi granato.
Un’evoluzione che svela la sua vocazione all’invecchiamento e la complessità del vitigno.
Al naso
L’aroma è ampio e complesso: lampone, geranio e fragolina selvatica si intrecciano a note speziate di cannella e vaniglia.
Con l’ossigenazione emergono anche sfumature eteree, che ne amplificano l’eleganza.
In bocca
Al palato è secco, vellutato e armonico. L’equilibrio tra alcol, acidità ed estratto crea un insieme di grande finezza, sostenuto da tannini eleganti e una struttura capace di evolvere nel tempo.
Disciplinare
Colore
Profumo
Gusto
Spuma
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Servizio
Servitelo a una temperatura di 18-20°C per esaltarne appieno la complessità e la morbidezza.
Nebbiolo d’Alba DOC: con cosa abbinarlo
Il Nebbiolo d’Alba ama la cucina tradizionale e i sapori ricchi. Accompagna con naturalezza tajarin, lasagne, pasta ripiena al ragù o risotti con funghi e tartufo. Con le carni rosse dà il meglio: arrosti, brasati, selvaggina o il classico bollito misto. Ottimo anche con formaggi di media stagionatura, come il Testun, o in chiusura pasto, con un piatto di castagne.
Ricette da abbinare con Nebbiolo d’Alba DOC
Nebbiolo d’Alba DOC: Produzione
Dalla vendemmia alla bottiglia, ogni gesto è ricerca die quilibrio fra forza e morbidezza
La produzione del Nebbiolo d’Alba DOC è nelle mani di produttori che da generazioni conoscono i segreti di queste vitigno, e che sanno come esaltare l’eleganza e la finezza delle uve Nebbiolo coltivate su queste volline.
Ogni cantina ha la propria interpretazione, ma tutte condividono la stessa visione: ottenere un vino nobile, armonioso e capace di sorprendere per il perfetto equilibrio tra tannino e setosità.
La vendemmia, rigorosamente manuale, avviene tra la fine di settembre e ottobre, quando i grappoli hanno raggiunto la maturità ideale. Segue una pigiatura soffice, che preserva l’integrità degli aromi, e una fermentazione alcolica a temperatura controllata, accompagnata da follature e rimontaggi che permettono di estrarre lentamente colore e profumi.
A fermentazione conclusa, il vino affronta la fermentazione malolattica, che ne ammorbidisce il profilo e ne completa l’evoluzione.
L’affinamento varia a seconda dello stile di ogni produttore: può avvenire in vasche di cemento, in grandi botti di rovere o in tonneaux usati, fino a un ulteriore periodo in bottiglia, dove il vino raggiunge la sua piena armonia.
Il risultato è un Nebbiolo d’Alba DOC che parla la lingua della tradizione ma con un accento contemporaneo: elegante, profondo e sempre fedele alla sua terra.
Tempo in legno
Tempo in bottiglia
Messa in vendita
Resa delle uve
Incontra i produttori
Curiosità
Arrivati sino a qui, sorge spontanea una domanda: quali sono le differenze tra Nebbiolo d’Alba e Langhe Nebbiolo?
Sgombriamo il campo da dubbi e rispondiamo con franchezza: ormai quasi nessuna.
Fino a poco tempo fa il Nebbiolo d’Alba poteva, a buon diritto, “baroleggiare“, ovvero fondare la sua unicità su struttura e potenza. Mentre il Langhe Nebbiolo faceva della freschezza e della finezza uno dei suoi vanti.
Oggi, a ben degustare, le categorie si sono ibridate: esistono freschissimi Nebbiolo d’Alba e austeri Langhe Nebbiolo.
La vera differenza resta nel disciplinare, molto più severo per il monovarietale Nebbiolo d’Alba.
Il Langhe Nebbiolo concede una sorprendente flessibilità, permettendo l’uso di un 15% di altre uve a bacca rossa autorizzate, il Nebbiolo d’Alba persegue la purezza.
Entrambi sono nebbioli giovani, che non hanno gli affinamenti di Barolo e Barbaresco. Ma, ve lo possiamo garantire, nelle forme più evolute con questi possono tranquillamente rivaleggiare.