Bassa Langa

Il Castello di Serralunga d'Alba

a Serralunga d’Alba

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Lungo le strade del Barolo, svetta un castello che domina le colline: è il Castello di Serralunga d’Alba.

Costruito tra il 1340 ed il 1357,  secondo forme poco usuali in Italia, ma tipiche dei Donjon francesi trecenteschi, fu una dei castelli della famiglia dei Falletti: mercanti e banchieri originari di Asti.

Nei secoli, I Falletti, rappresentarono la più importante dinastia di Langa, ottenendo la giurisdizione su oltre cinquanta feudi o comuni. La loro storia si intrecciò con quella del castello per oltre 600 anni.

Nel 1864, con la morte dell’ultima discendente, la filantropa Giulia Falletti Colbert, il maniero passò all’Opera Pia Barolo, per essere infine acquistato e restaurato dallo Stato nel 1949.

Il Palacium

Alle origini della costruzione c’è la torre a pianta quadrata, edificata dopo le invasioni barbariche e facente parte di un sistema di torri di avvistamento dislocate sul territorio.

Il castello vero e proprio fu edificato successivamente.

La visita comprende tre ampi saloni sovrapposti di 80 mq, l’ultimo dei quali, quello del camminamento di ronda, offre una vista panoramica sulle colline e sui paesi circostanti.

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La cappella privata con le immagini dei Santi sormontate dall’Agnus Dei

L’ingresso e le sale di rappresentanza

Mai stato preso o espugnato, ma solo occupato nel 1616 dalle truppe spagnole, l’ingresso principale del castello era ben difeso da due cerchie di mura, un fossato, uno spesso portone di legno, il ponte levatoio ed una grata, poste anche a protezione della cisterna d’acqua sotto il piccolo cortile interno

Il  Salone dei Valvassori  è la sala principale del castello, caratterizzato dal soffitto a cassettoni e dal pavimento in terracotta.

È qui presente una piccola cappella, un tempo separata rispetto al resto del salone: sono presenti, in un affresco del 1400 di artista ignoto, quattro santi: San Giovanni Battista, Santa Caterina d’Egitto, Sant’Antonio da Padova e San Francesco, sormontati dal simbolo dell’Agnus Dei.

Si nota un camino del 1500 ed un vano nel muro probabilmente utilizzato come cassaforte o archivio.

All’interno dell’adiacente torre circolare c’è traccia del cosiddetto pozzo rasoio, ultima meta dei condannati a morte.

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I camini della cucina del piano abitativo privato

Il piano abitativo

Ora appare come un’unica sala con tre camini ed una sorta di piccola toilette, elemento innovativo ed inusuale per il 1300, ma è da pensare come suddivisa in tre zone: cucina, sala da pranzo, camera da letto, separate da arazzi e mobili.

Segni, date e scritte sulle pareti sono tracce lasciate dai frequentatori del maniero.

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Vista a 360° dal camminamento di Ronda.

Le torri di guardia

Raggiunta la sommità del castello, sede del camminamento di ronda il panorama si apre a 360°.

Si notano i resti di una merlatura ghibellina  e la torre a gettante. L’orizzonte si apre sui  profili dei comuni circostanti e sulle colline.

Il Castello di Serralunga si presenta come “unicum” all’interno del paesaggio circostante, caratterizzato da linee verticali punteggiate da bifore, merli, e archetti pensili, torri circolari e fregi, testimone della tipica casa fortezza europea medioevale.

Informazioni utili

La durata della visita è di circa 45 minuti. Per informazioni sulle visite e sugli orari di apertura contattare direttamente il Castello.

Telefono: + 39 0173613358 – +39 0173 38 66 97 – Mailinfo@castellodiserralunga.it/ – Sito:  castellodiserralunga.it

Tariffe

Servizio di accompagnamento guidato:

  • 6€ intero
  • 3€ ridotto (possessori Torino+Piemonte card, ragazzi dai 14 ai 18 anni)
  • gratuito (under 14, titolari dell’Abbonamento Musei Piemonte e Valle d’Aosta, docenti delle scuole italiane pubbliche e private paritarie con presentazione della certificazione del proprio stato di docente (scarica qui il modulo) e studenti delle facoltà di architettura, conservazione dei beni culturali, scienze della formazione o lettere e filosofia con indirizzo archeologico o storico-artistico, personale MiC, membri ICOM, giornalisti muniti di tessera professionale, guide turistiche, persone con disabilità e un accompagnatore (si ricorda che il castello non è attualmente accessibile ai portatori di disabilità motorie).

Crediti Foto: Federico Carpino

 

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