
Barbaresco DOCG
(d.o.c.g. D.P.R. 01/07/1980 – d.o.c. D.P.R. 23/04/1966)
A ragione è considerato uno dei grandi vini d’Italia, con il Barolo e il Brunello di Montalcino.
Barbaresco, che dà il nome a questo vino, è un paese in cima a un colle turrito che domina il fiume Tanaro e la sua valle. Antico borgo ricco di storia, che, come testimonia la torre, era già in tempi remoti, strategicamente importante come punto di osservazione.
Storia
Il vino Barbaresco nasce però nel comune di Neive dove operò, al servizio del Conte di Castelborgo, l’enologo e mercante francese Louis Oudart che, per primo nell’area, produsse con le uve Nebbiolo un vino secco e stabile, premitato col nome Neive con una medaglia d’oro all’Esposizione di Londra del 1862.
Con le stesse tecniche utilizzate dall’Oudart per il Neive, trent’anni più tardi fu prodotto nel castello di Barbaresco il primo vino Barbaresco.
Domizio Cavazza, direttore delle Regia Scuola Enologica di Alba, acquista il castello di Barbaresco con le proprietà nelle zone Pora e Ovello e, nello stesso autunno fonda le Cantine Sociali di Barbaresco, riunendo intorno a sè una decina di proprietari di vigneti locali.
Egli codifica il metodo moderno per la vinificazione del nebbiolo e lancia il vino Barbaresco sui mercati nazionali accostandolo al già famoso Barolo:
… in te si correggono le austere doti del tuo maggior fratello… a te non son misurati i calici, come convensi ai pesanti e capitosi tuoi rivali; a te ogni ora è propizia ed ogni vivanda buona compagna…
da Ode al Barbaresco, 1897, D. Cavazza.
Il disciplinare
Dai vigneti coltivati a nebbiolo nei comuni di Barbaresco, Neive, Treiso e parte del comune di Alba (frazione San Rocco Seno d’Elvio) si ottiene un vino che, sottoposto ad un periodo di affinamento di almeno due anni, di cui uno in botte, viene denominato Barbaresco Docg.
Il disciplinare di produzione prevede che il Barbaresco, all’atto dell’immissione al consumo, risponda alle seguenti caratteristiche:
Colore
Rosso granato.
Odore
Intenso, caratteristico.
Sapore
Asciutto, pieno, armonico.
Titolo alcolometrico volumico complessivo minimo: 12,5%;
Acidità totale minima: 4,5 per mille;
Estratto non riduttore minimo: 22 g/litro;
Il Barbaresco Riserva deve essere immesso al consumo a partire dal 1° gennaio del quinto anno successivo alla vendemmia. I vini Barbaresco e Barbaresco Riserva possono riporre in etichette una delle 65 menzioni geografiche aggiuntive (Albesani, Asili, Ausario, ecc) previste con la modifica del disciplinare approvata con il decreto 21 febbraio 2007.
Testi tratti da “Albo Vigneti 2009” della Camera di commercio di Cuneo
Vitigni
Denominazione
Colore
Tipo
Alcohol min.
Varianti
Stabilito nel
Città di produzione
Barbaresco DOCG: Vitigni
Il Barbaresco DOCG è un vino monovarietale, e di conseguenza può essere prodotto esclusivamente da uve Nebbiolo
Il più nobile vitigno a frutto rosso del Piemonte richiede un’accurata scelta dell’ambiente colturale e delle condizioni di allevamento. Germoglia precocemente e matura generalmente a metà ottobre. Il grappolo si presenta medio-grande o grande, piramidale alato con acini medio-piccoli dalla buccia consistente di colore blu-nero appena sfumato di violetto. Da questo vitigno hanno origine il Barolo e il Barbaresco, il... puoi scoprire di più sul Nebbiolo qui.

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