Rittana — Centro della comunità
NuoviMondi Festival: quando scalare era esplorare
l più piccolo festival di cinema di montagna del mondo presenta la sua 13a edizione con una veste nuova
da mercoledì
26 Giugno 2024
alle 21:00
a mercoledì
26 Giugno 2024
alle 23:30

Il più piccolo festival di cinema di montagna del mondo, da qualche mese membro dell’International Alliance for Mountain Film, presenta la sua 13a edizione con una veste nuova.
Il festival si terrà dal 25 giugno al 5 luglio a Rittana e Roccasparvera.
Per la prima volta il Campo Base non sarà, come da tradizione, nella piccola Valloriate, ma nella vicina Rittana – sempre nella bassa Valle Stura cuneese, ma a una manciata di chilometri di distanza.
Per motivi organizzativi non è stato possibile restare a Valloriate, ma è dal 2019 che il festival porta eventi nei paesi vicini. Non è un caso se l’associazione culturale Kosmoki, che materialmente organizza il festival, quest’anno si muove in stretta collaborazione con il Distretto Culturale Montagna Futura, che riunisce i comuni di Valloriate, Rittana, Moiola, Roccasparvera e numerose associazioni che collaborano al Distretto
Spiega Silvia Bongiovanni, che con Fabio Gianotti condivide la direzione artistica del Nuovi Mondi –
Un festival partecipato e diffuso, quindi, che quest’anno ha come motto: Il mondo è nostro.
Il Distretto Culturale Montagna Futura e il programma cinematografico del festival verranno presentati durante la conferenza stampa di martedì 4 giugno alle ore 17.30 presso Open Baladin di Cuneo.
Dice Fabio Gianotti:
Ogni anno abbiamo scelto un tema che fosse un’indicazione di cammino, un’idea da perseguire. Viviamo tempi instabili come non capitava da molti anni. Non possiamo ignorarlo e non possiamo non prendere coscienza che se non saremo noi a ritrovare la stabilità perduta, nessuno la troverà per noi. Quindi mai come quest’anno diciamo che “il mondo è nostro” e dobbiamo essere noi a curarlo
Gli ospiti e i film in cartellone sono tutti all’insegna di questa presa d’atto.
Il programma
Mercoledì 26 giugno alle 21 sarà la volta dell’alpinista polacco Krzysztof Wielicki con “Quando scalare era esplorare
È stato il quinto alpinista al mondo a completare la salita dei 14 “ottomila” e l’esponente di punta di una generazione di alpinisti polacchi che negli anni ’80 affrontarono per primi i giganti del pianeta nella stagione invernale.
Ma l’alpinismo a quel tempo, specialmente in Polonia, non dava da mangiare.
E i lavori con la fune, nella Polonia degli anni ’80, non erano poi tanto richiesti.
“Noi eravamo bravi a inventarci i compiti. Con un manico, un rullo e un secchio vanno a dipingere i muri di alti palazzi, torri di raffreddamento o ciminiere prestando la propria manodopera super specializzata.
Con queste attività riuscivamo a mantenere le nostre famiglie, nonostante per legge solo una piccola parte dei proventi derivanti dai nostri lavori in quota potesse essere destinata a noi e al mantenimento delle famiglie”.
Il primo teatro della sfida ai giganti della terra fu proprio l’Everest, salito da Wielicki con Leszek Cichy il 17 febbraio del 1980.
Poi con Jerzy Kukuczka venne il Kangchenjunga nel 1986 e il Lhotse nel dicembre del 1988, in solitaria dal campo 3.
Da capo spedizione, fino al 2018 non è stato da meno, guidando altre generazioni di alpinisti sul Broad Peak in inverno nel 2013 e tentando il K2 nel 2018.
Dimentichiamo per un momento i campi base riforniti dagli elicotteri, le squadre di sherpa che preparano i tracciati, riforniscono i campi lungo la via di salita, i cellulari, i telefoni satellitari, e meteorologi che ti calcolano la finestra di tempo buono utile a raggiungere la cima e soprattutto a scendere.
La generazione di Wielicki, la stessa di Kukuczka, Majer, Zawada, Hazier, Piotrowsky, Wanda Rutkiewicz, (che è anche quella di Messner, Bonington, Scott), ha potuto vivere sugli ottomila un alpinismo autenticamente esplorativo, andando alla ricerca delle linee migliori su pareti difficilissime e sfidando il gelo e le tormente della stagione invernale.
E lo ha fatto per molti anni con materiali auto costruiti, equipaggiamenti del tutto inadeguati e spesso riciclati, come occhiali da saldatore per proteggere gli occhi dal riverbero della neve e dei ghiacciai.
Del resto di più non concedeva l’autarchia dei paesi del cosiddetto socialismo reale.
Volevamo scrivere anche i nostri nomi nella storia del grande alpinismo, ma per farlo dovevamo fare qualcosa mai fatto prima, e così ci inventammo l’alpinismo invernale in Himalaya
Organizzato da
Kosmoki

Inizia
26 Giugno 2024
Finisce
26 Giugno 2024
Come partecipare
€ 7,00 ticket e prevendita
Acquisto dei biglietti al seguente link.
Indirizzo: Via Roma, 5, San Mauro, Rittana CN, Italia
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