Letture golose
Moscato d'Asti: La Produzione

Importante fare una distinzione per i meno esperti tra l’Asti e il Moscato d’Asti, pur essendo prodotti dallo stesso vitigno in purezza (Moscato Bianco 100%) e facendo parte della medesima DOCG, sono due vini diversi. La differenza sta nel metodo di produzione.
Il Moscato d’Asti, non subendo la presa di spuma, non è uno spumante, anche se è caratterizzato talvolta da una lieve frizzantezza naturale (si dice che è “vivace”), mentre l’Asti è uno spumante dolce.
Per la produzione del Moscato d’Asti l’uva viene pressata utilizzando presse a polmone (pressione massima di 1,5 Bar) ed il mosto così ottenuto, ripulito dalle particelle solide in sospensione mediante defecazione statica, centrifugazioni e/o filtrazioni, viene refrigerato per evitare l’inizio di fermentazioni indesiderate, ripulito delle particelle solide in sospensione e mantenuto in celle frigorifere (0°C) fino all’avvio della fermentazione.
La tecnologia per la preparazione del Moscato d’Asti prevede il riscaldamento del mosto da 0° a 18°C, aggiunta di lieviti selezionati a bassa produzione di acetaldeide (odore di mela cotta) e conduzione della fermentazione a temperatura controllata variabile dai 18° ai 20°C.
Quando il mosto vino arriva ai 4,5 – 5,5 gradi di alcool svolto si arresta la fermentazione alcolica mediante refrigerazione a -3°C, si filtra e si procede all’imbottigliamento previa ulteriore microfiltrazione sterilizzante. Quest’ultima si rende necessaria in quanto bastano pochi lieviti residui per dare origine a una rifermentazione del prodotto che porterebbe ad un intorbidamento del vino, alla modifica del sapore e in casi più gravi, alla rottura della bottiglia.
Il Moscato d’Asti, pur non essendo uno spumante (non viene sottoposto a presa di spuma durante le fasi finali della fermentazione alcolica), mantiene una vivacità che lo rende unico.
L’imbottigliamento isobarico del Moscato d’Asti, in funzione delle caratteristiche compositive e della moderata pressione in bottiglia, necessita di rigide condizioni di sterilità microbiologica.
Il Moscato d’Asti, caratterizzato da un limitato contenuto in alcool e da un importante tenore zuccherino, si differenzia dallo spumante per l’impiego in tappatura del classico tappo in sughero cilindrico.
Crediti Immagini: Stefano Pertusati e Michael Verhoef