Letture golose

La vendemmia 2020? Forse una luce in quest'anno buio

Settembre 21, 2020

E quando sembrava che questo 2020 intendesse concludersi male com’è iniziato… ecco qualche piccola soddisfazione, almeno per il Basso Piemonte.

C’era grande incertezza durante l’anno: piogge, temporali, locali grandinate alternate a un caldo troppo intenso e troppo anticipato, che faceva temere il peggio per l’estate.

Eppure, almeno per quanto riguarda l’uva in sé, il settore enologico sembra essere uno dei pochi a salvarsi nel turbolento inizio ’20.

Un raccolto normale in un anno di anormalità. Non incredibile, ma nemmeno insoddisfacente.

Le caratteristiche del raccolto

In generale possiamo definirla un’annata nella media, una normalità in un anno particolarmente anormale. Non incredibile, ma nemmeno insoddisfacente.

La quantità di raccolto è tendenzialmente superiore rispetto all’anno scorso, del 20% circa, senza però interferire con la complessità dei profumi, che sopratutto nei bianchi si prospettano interessanti.

In vigna meno chimica e più fisica: questo il trend degli ultimi anni.

Dato altrettanto interessante quello delle vigne di Dolcetto, che quest’anno non patiscono del comune problema della colatura, ovvero la rottura dell’acino.

Altro lato positivo è la costante riduzione dell’utilizzo di additivi, che via via vengono sostituiti da pratiche manuali in vigna: in generale, il trend vede la chimica sostituita dalla fisica.

Il dramma della forza lavoro

Grande difficoltà di questo periodo di vendemmia è sicuramente quello della scarsità di personale, che invece rientra tra i disastri del Covid-19.

Le cooperative hanno subito una drastica riduzione dei lavoratori, molto spesso originari dei paesi dell’est europeo, che dopo l’estate in patria non sono riusciti a rientrare.

La burocrazia, in questo ambito, non è d’aiuto. Da sempre molto severa sulle norme di vendemmia, non ha concesso grandi sconti nemmeno in questi tempi di difficoltà: molti produttori cercano di organizzarsi con il supporto di famigliari e amici stretti, ma il problema è concreto, non tutti hanno chi li aiuti.

La parola ai produttori

Dopo questa introduzione generica, vi riportiamo le riflessioni di alcuni produttori locali, che ci anticipano le loro previsioni sui vitigni specifici.

Degustazione - Battaglino

Fabrizio Battaglino durante la degustazione

Fabrizio Battaglino – l’Arneis di Vezza d’Alba

“I bianchi in generale, quest’anno, non hanno avuto grandi problemi,” ci dice il produttore Fabrizio “sono convinto che in particolare l’Arneis, vino dai grandi profumi, darà soddisfazioni“.

Maturazione ottimale, raccolto ricco: raro che ci siano entrambi.

Meno alcolico, meno pesante degli anni passati, l’Arneis torna a essere fresco e equilibrato, con zucchero e acidità molto bilanciati.

“La maturazione è ottimale, il raccolto ricco: è difficile trovare questi due dati assieme, perciò non possiamo che ritenerci soddisfatti. E la grandine, fortunatamente, non ci ha colpiti”.

Barbara Gatti gestisce oggi la cantina di famiglia a Santo Stefano Belbo

Gatti Piero – Moscato e Brachetto a Santo Stefano Belbo

Anche Barbara Gatti sembra tranquilla per quanto riguarda i suoi due vini di punta, Moscato e Brachetto.

“Per noi, tutto sommato, questa è una vendemmia fortunata: abbiamo vigne cariche, estremamente sane e con uva di qualità. Grazie a una maturazione leggermente anticipata siamo riusciti a partire prima con la raccolta, e quindi anche a trovare il personale con facilità rispetto a chi è partito in un secondo momento…”.

Per noi è una vendemmia fortunata: siamo partiti presto, quindi abbiamo anche trovato il personale…

L’annata è stata difficile: come per tutti, anche per loro. Tante piogge, poi un caldo esagerato… eppure il risultato sembra essere quella buona via di mezzo, che fa ben sperare in vini profumati e interessanti.

Cà Neuva – il Dolcetto da Dogliani

A detta di Sergio Abbona, ci sono tutti i presupposti per un’annata che si farà ricordare.

“Noi quest’anno andremo a vendemmiare senza fretta: anzi, puntiamo a una leggera sovra maturazione per favorire la complessità del nostro Dolcetto.”

Temiamo disastri dell’ultimo minuto: si ha l’orso quando si ha la pelle in mano.

“Questo è un po’ il nostro modus operandi quando l’uva promette bene”, continua Sergio, “scegliamo di perdere parte del prodotto per acquisire un mondo di struttura, che nel Dogliani è protagonista… ovviamente ci auguriamo che il clima sia dalla nostra parte e non capitino disastri dell’ultimo minuto perchè si sa: si ha l’orso quando si ha la pelle in mano“.

Alessandro Rivetto – il Nebbiolo da Barolo di La Morra

Alessandro ha vigne di Nebbiolo dal valore altissimo, con le quali produce il re dei vini di Langa, il Barolo. Molti produttori di questa zona hanno subito danni per le grandinate, e si trovano oggi in situazioni difficili, ma la cantina di Rivetto è stata graziata da un clima favorevole.

“La Langa è tutta un cru”, ci spiega Rivetto, “non si può generalizzare… non ci sono previsioni valide per tutti, perchè ogni collina ha avuto una sorte differente. Incrociando le dita mi sento di dire che il nostro raccolto sarà una piccola meraviglia.”

La Langa è tutta un cru, non si possono fare previsioni generalizzate.

Una quantità non abbondante, ma soddisfacente. Poco diradamento durante l’anno, un sole spregiudicato e tanta acqua. Questi gli aggettivi usati per descrivere l’andamento della maturazione, che vede grappoli “simili a noccioline tostate, quasi bruciacchiate”.

“Stiamo a vedere come procede, ma secondo me avremo delle belle soddisfazioni”, conclude Alessandro.  E tutti noi amanti di un buon Barolo non possiamo che augurarcelo!

Barovero Giorgio in vigna

Barovero Giorgio in vigna

Giorgio Barovero – la Barbera Bio a Monforte

Giorgio Barovero è un grande rappresentante del biologico in Langa, uno che ci crede fino in fondo, e cura le sue vigne osservando filare per filare, organizzando gli interventi man mano.

Le sorprese, comunque, arrivano sempre alla fine!

Alla domanda “come andrà questa vendemmia di Barbera?” ci chiede quale grado di sincerità vogliamo: è stato un anno difficile, sopratutto per chi fa biologico.

Il risultato però pare esser buono: “Belle sono belle, non c’è che dire… però che fatica arrivare fin qui, e le sorprese, comunque, arrivano sempre alla fine!”.

Insomma, nonostante sia stata un’annata dura, si prospetta un vino equilibrato, senza troppi picchi, con poca uva ma di buona qualità.