Govone
Govone è dominato da uno scenografico castello barocco.
Interessante è la parrocchiale gotica di S. Secondo, del XIV secolo.
Importante centro vitivinicolo, Govone vanta una delle più quotate produzioni di Barbera, vitigno che su queste colline trova terra di particolare elezione.
Storia
Già abitato in epoca antica, il paese entrò nella sfera d’influenza della chiesa astense prima dell’anno Mille.
I castellani erano i “de Govono”, che si scontrarono durante l’XI secolo con il Vescovo.
Nel corso degli anni il possedimento venne riconosciuto ai Solaro e poi, a partire dal tardo settecento, se ne impadronirono i Savoia.
Govone com’era
Govone (3468 ah.). Siede sulla sinistra del Tanaro, a nord d’Alba, da cui dista 15 chilometri. E’ attraversato dalla strada provinciale Alba-Asti, distante da quest’ultima città 15 chilometri. Antica parrocchiale di San Secondo, di disegno gotico, ristaurata nel 1875 dall’architetto conte Edoardo Mella di Vercelli, con dipinti dell’ Hartman e ornati del Costa. Castello con ampio parco inglese acquistato dal re Carlo Felice, ricostruito su disegno di Filippo Juvara, ornato splendidamente all’interno ed abbellito da pregevoli dipinti del Vacca, con attiguo giardino delizioso. La chiesa dello Spirito Santo, di nuova costruzione e d’ordine ionico, è unita al castello per mezzo di una scalinata e di una galleria; essa è fregiata di dipinti dei fratelli Pozzi, restaurati dal Pagani a spese di Carlo Felice, che andava a passare in quel castello alcuni mesi della lieta stagione. Il castello divenne poi proprietà del duca di Genova, ed appartiene ora ai mercanti J. Tedeschi e C. di Genova. Congregazione di carità; Asilo infantile; Opera pia Boetti; Biblioteca circolante ricca di 8000 volumi e di una preziosa raccolta di autografi; Società cooperativa di consumo, ecc. Grano, meliga, legumi, viti, fieno e bestiame.
Cenni storici. — La fondazione di Govone risale ad età assai remota, come attestano i monumenti antichi, fra cui una lapide con iscrizione, che ivi furono scoperti. Nel medioevo fu piazza forte, come mostra il grosso muro che cinge a foggia di baluardo l’abitato principale da est a ovest. Fu feudo del monastero di Nonantola, poi della chiesa d’Asti. Passò quindi ad un ramo dei Solaio, ricco di uomini illustri, fra cui il generale Carlo Giuseppe, vicerè di Sardegna, e per una parte anche ai marchesi di Busca, antichi signori della Rocchetta.
Coll. elett. Cuneo III (Alba) — Dioc. Alba — P’ T.
Gustavo Straforello
Torino 1891 – La patria. Geografia dell’Italia. Provincia di Cuneo – Volume 1
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