Roero Arneis DOCG

C’è ancora una cosa che nessuno vi ha detto sul Roero Arneis. Che è un grande vino.

Già. Perché a leggere i commenti delle guide di qualche anno fa, l’Arneis ne usciva con le ossa rotte: «un vino aspro, molto semplice, non molto profumato, amarognolo».

Sarà stato vero per le prime – sperimentali – bottiglie, nate negli anni ’70-‘80 dalla caparbia volontà dei produttori di riscoprire questo storico vitigno. Da allora, però, il Roero Arneis ne ha fatta di strada e si è conquistato i galloni sul campo, potendo portare con orgoglio il suo antico appellativo di «Nebbiolo bianco».

Da tipologia sconosciuta, utilizzata come completamento di gamma, l’Arneis ha raggiunto il primato tra i grandi bianchi del Piemonte, ottenendo la DOCG e svelando l’anima elegante del Roero.

Di più. Il Roero Arneis è il vino che ha rilanciato i bianchi autoctoni di una zona che si credeva buona solo peri rossi. È stato il primo, vero passo verso l’emancipazione delle sue colline da una scomoda posizione di subalternità rispetto alle Langhe.

Oggi l’Arnes è in pieno spolvero. Amato dai consumatori per la sua finezza, i produttori l’hanno scelto come bianco ribelle, icona di un vino fuori dal canone, rappresentante supremo della «rive gauche» del Tanaro.

Gli esperimenti sull’Arneis lo hanno portato alla spumantizzazione con il Roero Arneis Spumante DOCG. E sono proseguiti con il raggiungimento di tipologie molto longeve, che si possono apprezzare nel tempo, come il Roero Arneis DOCG Riserva.

Vitigni

Arneis (min. 95%)

Denominazione

DOCG

Colore

Bianco

Tipo

Fermo

Alcohol min.

10,5 % vol

Varianti

Stabilito nel

DOC 1985
DOCG 2004
Uva Arneis

La storia del Roero Arneis DOCG

Una storia che inizia nel XV Secolo

Se il vitigno arneis è coltivano nel Roero almeno dal XV secolo, il vino che ne deriva è una conquista molto più recente, figlia di un’ostinata opera di valorizzazione che, a partire dagli anni ’70, ha salvato il Roero Arneis dalla sua possibile scomparsa.

L’Arneis non è mai stato un vitigno facile da coltivare. Richiede molto lavoro per essere portato a giusta maturazione e ha scarse rese. Le sue colline, ripide e ricche di boschi, non ne aiutano la diffusione. Forse è da questo che deriva il nome, la cui etimologia è ancora discussa.

Arneis è infatti il termine dialettale usato per descrivere una persona dal carattere scontroso, poco affidabile, irascibile. Ma è forse un’altra l’origine da indagare, ovvero il termine Renexij con cui, nel XV secolo, si indicava il vitigno. Questa ipotesi, plausibile ma non certa, potrebbe essere validata da un toponimo ben identificabile, il bricco Renesio alle spalle del comune di Canale, cittadina che, da sempre, è considerata l’epicentro di diffusione di questa varietà.

Dell’Arneis comunque, si hanno pochissime citazioni. Il nome contemporaneo appare per la prima volta nel 1810 in un inventario della cantina del castello di Monticello appartenente ai Conti del Roero. Se interrogati, i contadini della generazione passata avrebbero raccontato che, di Arneis, se ne vendemmiava poco e i rari filari esistenti erano inframezzati a quelli di favorita, altro vitigno tipico del Roero che veniva utilizzato come uva da tavola e base spumante.

La misteriosa storia dell’Arneis ha però una data certa, il 1967. È in quell’anno che l’enologo Alfredo Currado, affascinato dalle leggende sul «nebbiolo bianco», si ingegna per ottenerne una quantità sufficiente alla vinificazione. Chiede al parroco di Santo Stefano Roero di diffondere la voce che avrebbe comprato qualsiasi quantità che i parrocchiani avrebbero consegnato. Il giorno dopo, riceve così 12 quintali di uve, per lo più in piccole ceste, segno che i contadini avevano mantenuto una produzione familiare della varietà. La prima vinificazione risale a quell’anno e, da allora, non ha smesso di guadagnare prestigio.

Il vino piacque a Veronelli ed ebbe importanti recensioni. Cominciò ad essere reimpiantato e promosso dai produttori roerini su tutte le piazze. Il lavoro congiunto di riscoperta e di valorizzazione, portò l’Arneis ad ottenere la DOC nel 1989 e poi la DOCG nel 2004.

Merito del Roero Arneis e dei suoi pionieri è quello di non averlo mai snaturato, riuscendo davvero a legare il vino al suo territorio e così a costruire un’identità precisa, oggi pienamente riconosciuta e apprezzata ben oltre i confini locali.

Vasche d'acciaio

Per la produzione di vini fruttati e freschi come Dolcetto, Arneis e Rosato si predilige l’uso dell’acciaio.

Roero Arneis DOCG: Terroir

Il successo del Roero Arneis ha fatto da traino per la riscoperta del territorio dove viene prodotto, il Roero, l’area collinare ubicata di fronte alle Langhe, sulla riva sinistra del Tanaro.

I confini del Roero, indicativamente, possono essere tracciati tra Alba e Montà d’Alba, in direzione Sud-Nord, e Sommariva del Bosco e Cisterna d’Asti, in direzione Ovest-Est.

Caratterizzato da colline irregolari e frastagliate, il Roero è più vario della vicina Langa.

Oltre ai vigneti si possono facilmente trovare orti, boschi di latifoglie e castagni, frutteti, piccoli laghi e, soprattutto, le Rocche, una delle caratteristiche più spiccate della zona.

Si tratta di calanchi che, d’improvviso, “rompono” il paesaggio creando bastioni di roccia e canyon profondi anche centinaia di metri, immediatamente evidenti perché espongono il ventre della collina, composto principalmente da arenarie gialle.

I suoli del Roero, pur confinando con quelli delle Langhe, sono molto più giovani. Formatisi nel Pliocene (tra i 6 e i 2 milioni di anni fa) sono il risultato di quella che fu una zona costiera caratterizzata da un clima di tipo tropicale.

Se vogliamo semplificare, il Roero fu la “spiaggia” delle vicine Langhe, i cui suoli emersero da fondali marini profondi.

In quanto antica zona costiera, il terreno è sciolto, ricco di sabbia, generalmente più soffice e con una migliore permeabilità. Peculiarità che donano al Roero Arneis la sua eleganza, un corpo non troppo strutturato, una buona acidità e un’ottima freschezza.

In alcune aree, la sabbia è attraversata da vene di calcare e di gesso, che donano all’Arneis una sorprendente mineralità.

Altitudine preferita

Non superiore a 400 metri s.l.m.

Terreno preferito

Argillosi, calcarei, sabbiosi e loro eventuali combinazioni

Cru / MGA


Roero Arneis DOCG: Vitigni

Il Roero Arneis DOCG è un vino monovarietale, e di conseguenza può essere prodotto esclusivamente da uve Arneis

Diffuso in tutto il Roero, ma presente anche sulle colline alla destra del Tanaro, è un vitigno molto vigoroso, dai tralci robusti a portamento diritto. Fertile e produttivo, giunge a maturazione verso fine settembre. Il grappolo è medio o medio piccolo, piramidale oppure cilindrico con una o due ali ben evidenti. Questo vitigno ha registrato negli ultimi anni, sull’onda del... puoi scoprire di più sul Arneis qui.


Roero Arneis DOCG: Caratteristiche

Il Roero Arneis è un bianco di classe.

Fresco e profumato, armonico ed equilibrato, svela l’anima elegante delle colline del Roero.

Un bianco secco, con una tipica nota leggermente ammandorlata, che si esprime in piacevoli note di frutta gialla e si sposa con la cucina mediterranea, soprattutto con il pesce.

La finezza e la florealità sono le sue note distintive, insieme ad un sorso minerale che rende la beva ancora più piacevole.

Alla vista

Il Roero Arneis si presenta di colore giallo paglierino con riflessi verdognoli che si fanno ambrati nella versione Riserva.

Al naso

Frutta gialla e fiori bianchi sono le note più evidenti.

Tra la frutta si possono distinguere la pesca, l’albicocca, la mela, il pompelmo rosa. Tra i fiori la camomilla e i fiori d’acacia.

In bocca

In bocca, il Roero Arneis è secco, fresco e delicato. Si distinguono le note di pera matura, albicocca, agrumi.

Il finale è lungo, con una sfumatura ammandorlata su cui si inserisce una giusta punta di acidità.

Alcuni Arneis nati su terreni gessosi e calcarei spiccano per la loro evidente mineralità.

Disciplinare

Questa DOCG è stata approvata dal DI 07.12.2004

Colore

Dal giallo paglierino al giallo dorato

Profumo

Delicato, caratteristico

Gusto

Secco, elegante, armonico

Spuma


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Servizio

Il Roero Arneis va servito fresco. Si consiglia la temperatura di 8-10°C.

Il miglior bicchiere per la degustazione è il calice a tulipano che aiuta a sottolineare il bouquet del vino.

Il calice a tulipano è perfetto anche per l’Arneis Riserva mentre per la tipologia spumante si consiglia la flûte.


Roero Arneis DOCG: con cosa abbinarlo

Ottimo come aperitivo, si abbina in maniera magistrale ai piatti di pesce. Ama i crudi di mare, le fritture, i carpacci, il polpo alla griglia e i pesci al cartoccio.

Accompagna bene tutti i tipi di risotto, le pastasciutte estive e le carni bianche.

Tra i formaggi, è meglio scegliere quelli freschi e a media stagionatura.

Perfetto per accompagnare una grigliata di verdura, le zuppe e le insalate.


Ricette da abbinare con Roero Arneis DOCG

Roero Arneis DOCG: Produzione

Nel 1990 gli ettari coltivati ad arneis per produrre Roero Arneis erano 173. Nel 2000, 453. Oggi gli ettari totali superano i 900 per circa 6 milioni di bottiglie prodotte ogni anno.

Il vitigno è mediamente precoce e arriva a piena maturazione nella seconda metà di settembre.

Una volta raccolto si procede alla pigiatura con immediata separazione dalle bucce per evitare la formazione di sentori troppo vegetali (anche se, ultimamente, esistono ottimi esempi di Roero Arneis macerati sulle bucce).

Il mosto viene pressato e solo le prime pressature vengono vinificate, per ottenere vini decisamente più fini.

L’Arneis fermenta a temperatura controllata in vasche d’acciaio.

Alcuni produttori conducono una fermentazione lunga, che può durare anche due mesi, per fare esprimere in maniera ancora più netta gli aromi varietali del vitigno, soprattutto i sentori fruttati e floreali.

Dopo un affinamento di almeno 4 mesi (che diventano 16 per la versione Riserva), può essere immesso in commercio. Alcuni produttori, soprattutto per la versione Riserva, stanno sperimentando alcuni passaggi in legno, con ottimi risultati. Esiste anche la versione spumante del Roero Arneis, che viene principalmente ottenuto con il metodo Charmat-Martinotti, ovvero la rifermentazione in autoclave.

Tempo in legno

Tempo in bottiglia

Messa in vendita

6 mesi minimo

Resa delle uve

10 tonnellate per ettaro

Incontra i produttori

Curiosità

Il Roero Arneis, come altri vini importanti del territorio, può portare in etichetta le Menzioni Geografiche Aggiuntive.

Il Consorzio di Tutela del Roero, nato nel 2014, sta portando avanti un’importante opera di zonazione per dare risalto alle molte sfumature che questo vino acquista in base alle zone dove viene messo a dimora.

Sull’esempio di vini come il Barolo e il Barbaresco, dopo 8 anni di lavoro è nata la mappa delle MeGa del Roero, ovvero le Menzioni Geografiche Aggiuntive.

Le Menzioni consentono ai produttori di identificare in etichetta i vini provenienti dalle vigne di un territorio specifico e aiutano i consumatori a capire le differenze tra le etichette prodotti in diverse aree.

Le MeGa del Roero sono 135, di cui 19 comunali (ovvero portano il nome del comune di appartenenza delle vigne) e possono essere riportate in etichetta.



Redazione Langhe.net

Langhe.net è un portale territoriale dedicato alla nostra terra e raccoglie tutto ciò che le Langhe e il Roero hanno da raccontare e da regalare: risorse enogastronomiche, ambientali, storiche e culturali.