Il Brachetto d’Acqui o Acqui, è uno dei vini aromatici di maggior spicco sul mercato negli ultimi anni.
Il D.P.R. 13-Agosto-1969 ha riconosciuto la DOC al Brachetto d’Acqui fissandone la zona di origine dell’uva. La zona di produzione è di 1085 ettari sulle colline dell’Alto Monferrato, ovvero nella fascia preappenninica a sud del fiume Tanaro. Comprende 26 comuni: 8 in provincia di Alessandria (Acqui Terme, Terzo, Bistagno, Alice Bel Colle, Strevi, Ricaldone, Cassine, Visone) e 18 in provincia di Asti (Vesime, Cessole, Loazzolo, Bubbio, Monastero Bormida, Rocchetta Palafea, Montabone, Fontanile, Mombaruzzo, Maranzana, Quaranti, Castel Boglione, Castel Rocchero, Sessame, Castelletto Molina, Calamandrana, Cassinasco, Nizza Monferrato).
Zone particolarmente vocate sono, tradizionalmente, considerate: Montabone, Sessame, Strevi (valle Bagnario), Alice Bel Colle, Ricaldone, Fontanile e Acqui (Moirano).
Il vino deve essere interamente ottenuto dal vitigno omonimo. La resa massima in uva non deve essere superiore a 80 quintali per ettaro (parametro che può variare, con decreto regionale, di anno in anno).
Il vigneto del Brachetto d’Acqui è coltivato da oltre 750 viticoltori, ognuno con una media di circa 1.8 ettari.
Le Cantine Cooperative detengono il 60% della materia prima, mentre le aziende spumantiere della zona commercializzano il Brachetto d’Acqui in Italia e nel mondo. Il mercato principale è l’Italia, seguito dagli Stati Uniti, Cina, Inghilterra, Olanda, Svizzera e Giappone.
La denominazione DOCG è stata ottenuta con DM del 24 aprile 1996.