La settimana che va dal giovedì al martedì grasso è comunemente considerata come un’ottima occasione per cene e ribòte (festicciole tra amici a base di solenni abbuffate), come da tradizione durante il Carnevale.
In realtà – volendo sbizzarrirsi – è mio dovere ricordarti che in Italia il periodo delle feste carnevalesche inizia subito dopo l’Epifania e termina alla mezzanotte che dà sul mercoledì delle Ceneri.
Gennaio e febbraio, che preludono la tradizionale celebrazione, sono quindi già da considerarsi come parte del Carnevale, peraltro anche detti “i mesi del maiale”.
I mesi del maiale
E’ infatti nel periodo invernale che il suino, ormai ingrassato a puntino, viene ucciso e lavorato per la fabbricazione dei salami e dei cotechini; ma le frattaglie devono essere consumate fresche: ecco nascere piatti indimenticabili: le frisse, gli orion (le orecchie e la coda), i batsoà.
In questa sina ‘d Carvé ho voluto abbinare le due ricorrenze: l’uccisione del maiale e il Carnevale, per creare un menù celebrativo che valga per tutta la durata della ricorrenza.
Manca, nel menu, un piatto tradizionalissimo, la salsiccia, con la quale legavano chi veniva sorpreso a lavorare l’ultimo giorno di Carnevale.
Come questa anche il tacchino, che appendevano vivo sul tracciato della lesa (pista per gli slittini da neve), al quale veniva strappato il collo dal guidatore della slitta in corsa; e ancora il salam ‘d le cone (salame di cotenna), una vera leccornia peraltro ancora rintracciabile presso le salumerie locali.
Gli antipasti: frisse e batsoà
Sono consapevole, mentre lo scrivo, di suggerirti un menù ipercalorico e decisamente saporito, ma nulla di meno può considerarsi realmente tradizionale.
Procediamo con ordine: tra gli antipasti non possono mancare le sopracitate frisse e i batsoà, piatti simbolo di questi mesi freddi in Langa.
Entrambi prevedono l’utilizzo delle parti del maiale che genericamente vengono considerate come scarto, e che in queste ricette vincono il ruolo protagonista: le prime sono preparate, tra i vari ingredienti, con il fegato; le seconde sono niente di meno che gli zampetti del porco, impanati e fritti.
Per facilitare la digestione di questi due piatti impegnativi, si è soliti servire in abbinamento una buona tazza di brodo bollente di carni di vitello o di gallina.
Il primo: immancabili agnolotti del plin
Forse uno dei piatti più comuni nei menù di Langa, ma anche uno dei più apprezzati: gli agnolotti del plin al sugo d’arrosto rappresentano una classica vivanda di Carnevale.
Le varianti sono troppe da contare e da riportare, ogni colle ne ostenta “la ricetta originale“: la verità è che, in qualsiasi modo tu intenda prepararli o condirli, c’è poca possibilità di fallire.
In alternativa al sugo di arrosto ti propongo di servirli come venivano serviti ai nonni nelle cascine di Langa: in una bella tazza di vino, possibilmente Dolcetto.
Per secondo, il resto del maiale
Del maiale mica vanno mangiati solo gli scarti! Ti consiglio di proseguire questo delizioso menù con un piatto facile da amare, con un tocco speciale per stupire gli ospiti.
Il maiale al latte, altro piatto tradizionale di questo periodo seppur meno “povero” rispetto agli altri proposti, viene cotto lentamente in un sugo di latte, aglio e rosmarino.
Il risultato è una carne dalla tenerezza irresistibile, sulla quale andrai a servire delle fette di mela, tagliata sottile e fritta.
Si conclude con i due dolci del Carnevale
Nessun menù che si rispetti può venir definito tale se non include almeno un dolce; trattandosi di Carnevale te ne propongo ben due.
La prima è una ricetta langhetta, che però come molte di quelle originarie di queste terre ha radici misteriose e un nome ancora più strano: parlo della Zuppa Inglese, battezzata quasi sicuramente dalle massaie molti anni fa.
Il nome viene attribuito alla ricetta contenente i Savoiardi, anche detti biscotti inglesi; ciò che sappiamo con certezza è che da sempre questo dolce viene servito e apprezzato in tutta Langa, sopratutto se abbinato a un buon Moscato.
Il secondo dolce, immancabile nella celebrazione del Carnevale, sono le busìe (bugie); in pochi le cucinano, ma in molti le comprano: da ora in avanti le potrai infatti trovare in tutte le panetterie del Piemonte!