Le occhiate, nell’ombra, hanno il dolce dell’uva.
C. PaveseLa cena triste
Che ne dite di uno spuntino in aperta campagna? Non quelli della domenica, per carità, quando brigate di turisti famelici bivaccano quasi sul ciglio della strada, ricreando in pochi metri quadrati il tinello di casa.
Una merenda, invece, semplice come quella di un tempo, che si consumava all’ombra del gelso o del filare o al limitare del bosco.
Un momento di riposo per ritemprare il corpo e poi riprendere il lavoro fino alle incipienti ombre della notte.
La giornata lavorativa fino agli anni Sessanta (e qualche volta ancora adesso), seguiva ritmi antichi, legata com’era ai cicli stagionali e al sole.
D’estate si lavorava al fresco del mattino e della sera. Nelle prime ore pomeridiane, verso le sei (non c’era l’ora legale) si faceva una piccola sosta per consumare la merenda sinoìra, lo spuntino che sostituiva anche la cena.
Quella che sottopongo alla vostra attenzione è un tantino meno frugale dell’insalata e uovo sodo e un pezzetto di formaggio dei nostri nonni e certamente più elegante se avrete cura di stendere sull’erba una tovaglia bianca di bucato e di portare con voi una buona riserva di vini.
Suggerimenti per una merenda sinoira perfetta
Per il vostro picnic ho scelto dei piatti freddi che si addicono ad una scampagnata primaverile ed estiva.
Non avrete bisogno di armarvi di scomode e pesanti borse frigo: uno zaino o, per i romantici, un classico cestino di vimini andranno benissimo.
Queste ricette, infatti, sono ottime consumate anche tiepide.
Le ricette
Adagiatevi per terra ed iniziate con la carpionata di zucchine, stuzzicosa e garibaldina.
La sua punta di acidità vi donerà freschezza ed i profumi di salvia e menta rendono gradito il piatto.
Passate poi al più tranquillo tonno di coniglio guarnito con una fresca insalitina di sarsèt (valerianella).
Si tratta di due deliziose pietanze dal gusto delicato e piuttosto veloci da preparare. Un must della cucina piemontese che non manca sulle tavole delle nonne.
E per finire con i secondi, non dimenticate una fetta di saccoccia di vitello ripiena di gustose erbette.
I formaggi
Non possono mancare i formaggi del cuneese: Raschera, Bra tenero e duro, Castelmagno e Murazzano, chiamato anche toma d’Alba o robiola per il leggero colore rosso della crosta nelle forme stagionate.
Il disciplinare delle denominazioni d’origine chiama la robiola “Murazzano“, ma io la chiamo La Morra, o meglio de la Mora.
E’ così che, Bartolomeo da Confienza, venendone a conoscenza frequentando la corte dei Savoia di Torino, la nominò, inserendola anche nella sua Summa Lacticiniorum. Il primo elenco dei principali formaggi d’Italia che risale al lontano 1477.
Questa formaggetta pecorina portava dunque il nome di questo paese, noto come Mora nelle cartine geografiche del tempo .
Il dolce
Per chiudere in bellezza vi propongo un dolce amato da grandi e piccini: il salame del Papa.
Un rotolo al cacao da tagliare in medaglioni succulenti. I pezzi di burro, di biscotti e di nocciole lo rendono davvero goloso.
I migliori vini per questa merenda
Con le zucchine e le carni fredde ho scelto il Freisa delle Langhe e con i formaggi, naturalmente, il Barolo. Il Re dei vini per eccellenza, è un rosso dal carattere deciso e, da sempre, simbolo di questa terra.
In alternativa potreste optare per un buon Dolcetto, rosso versatile e leggero, accompagna alla perfezione l’intero pasto.
Per il dolce, invece, vi suggerisco il Moscato d’Asti DOCG. Un bianco dolce effervescente che mette il buon umore.
Lo spuntino è fatto, al seguito della scampagnata pensateci voi.
Indecisi sulla location della vostra merenda?
Se avete bisogno di un aiuto per organizzare il picnic o per la scelta del luogo in cui ambientare la vostra merenda sinoira, leggete questo articolo.