Langhe DOC Nascetta
Bianco autoctono di Novello, borgo situato nel cuore delle colline del Barolo, il Langhe Nascetta DOC è un lampante esempio di resilienza enologica.
Recuperata dall’abbandono in modo quasi fortuito e considerata per anni alla stregua di una rarità ampelografica, questa varietà si è dimostrata all’altezza del suo straordinario territorio, regalando, a chi ha creduto nelle sue potenzialità, un vino bianco che spicca per eleganza, longevità e, soprattutto, note così caratteristiche da distinguersi al primo assaggio.
Prima di approfondire il Langhe Nascetta DOC è bene però chiarire alcuni dubbi onomastici che ancora oggi creano confusione. Nascetta, al femminile, è il nome del vitigno autoctono di Novello che, a partire dagli anni ’90 è stato salvato dal dimenticatoio.
Langhe Nascetta, al maschile, è il nome del vino, ovvero della Denominazione di origine controllata che fa capo alla famiglia della DOC Langhe, che al suo interno comprende numerose tipologie di vino classificate in base ai vitigni utilizzati (Langhe DOC Arneis, Favorita, Nebbiolo, Dolcetto e Chardonnay per portare qualche esempio).
Il Langhe DOC Nascetta del Comune di Novello, infine, anche chiamato Nas-cëtta del comune di Novello, è il vino che nasce da una specifica sottozona individuata dal disciplinare, il comune di Novello appunto, l’area storica in cui l’uva Nascetta ha iniziato la sua ascesa tra i grandi vini de Piemonte.
I dati tecnici di seguito riportati fanno riferimento al Langhe DOC Nascetta del Comune di Novello.
Vitigni
Denominazione
Colore
Tipo
Alcohol min.
Varianti
Stabilito nel
La storia del Langhe DOC Nascetta
Un vino riscoperto per caso
Nel 1993, durante una degustazione, i produttori di Novello riscoprirono il vitigno autoctono Nas-cëtta. Rinato ufficialmente nel 2002 come Langhe DOC, ha confermato la biodiversità delle Langhe anche nelle zone vocate al Nebbiolo.
Nel 1993 un gruppo di produttori di Novello ebbe una felice intuizione. Durante una degustazione guidata dal giornalista Armando Gambera, vennero portate all’assaggio alcune bottiglie di Nas-cëtta (il nome dialettale dell’uva), un vitigno autoctono quasi dimenticato.
L'assaggio fu una rivelazione: nonostante gli anni (le bottiglie erano dell’86), la Nas-cëtta aveva conservato una straordinaria finezza ed eleganza, sviluppando note complesse di frutta secca e miele. L’entusiasmo raggiunse le stelle e qualcuno ebbe l’ardire di paragonare quelle bottiglie ai Sauternes.
Era ufficialmente nato (o meglio, ri-nato) il Nascetta che, proprio grazie all’impegno dei produttori di Novello, nel 2002 venne inserito all’interno del disciplinare Langhe DOC e, nel 2010, ottenne la sua sottozona Nas-cëtta del comune di Novello, riservata esclusivamente ai vini prodotti in questo comune.
La qualità dell’uva Nascetta, in verità, non era sconosciuta alla letteratura di settore. I primi documenti che ci parlano della Nascetta (o "Anascetta"), raccontano di un vino dalle caratteristiche uniche. Giuseppe dei Conti di Rovasenda, nel suo Saggio di un’ampelografia universale, definisce la Nascetta "un'uva delicatissima" capace di regalare "un vino squisito".
Sappiamo che la Nascetta, almeno fino al XIX secolo era vinificata dolce, apprezzata come vino aromatico in uvaggio con altri bianchi piemontesi. La tradizione orale di Novello conferma questa tesi: la Nascetta serviva per preparare il vino della messa, tipicamente dolce e leggermente passito.
La consacrazione del vitigno è però legata al più celebre ampelografo del XIX secolo, Lorenzo Fantini, che nella sua Monografia Agraria sul Circondario di Alba, scrive:
L’Anascetta [è un] vitigno che produce uva molto fine. È coltivata in buona quantità sul territorio di Novello, ove frutta egregiamente bene.
L’avvento nelle Langhe dei vitigni internazionali e la specializzazione del territorio di Novello sulle uve Nebbiolo da Barolo relegarono la Nascetta in una nicchia sempre più angusta. Fu così che, nel XX secolo, non era affatto semplice trovare chi la vinificasse.
Le uve di Nascetta sopravvissero tuttavia in alcuni sparuti filari in vecchi vigneti (il più antico di cui abbiamo conoscenza è del 1948), inframezzate ad altre varietà. Venivano raccolte e trasformate in vino più per affetto che convinzione. Eppure, dentro quei grappoli dimenticati si celava la finezza di un vino bianco destinato a grandi cose.
Soprattuto, la conferma che le Langhe, anche nelle zone più vocate al Nebbiolo, conservano una straordinaria propensione alla biodiversità, la vera ricchezza di un territorio che, ancora oggi, sfida l’omologazione.
Langhe DOC Nascetta: Terroir
Un bianco complesso, fruttato, dall'importante acidità e mineralità
Dal punto di vista produttivo, il Langhe DOC Nascetta può essere prodotto su tutto il territorio della denominazione Langhe, il più esteso della provincia di Cuneo, di cui fanno parte 96 comuni.
La DOC comprende le omonime colline delle Langhe, adagiate sulla riva destra del fiume Tanaro, ma anche gran parte del Roero, che si estende sulla sinistra orografica dello stesso fiume in direzione di Torino.
La varietà e la ricchezza dei suoli rendono le Langhe uno degli areali vitivinicoli più sfaccettati al mondo: suoli marnosi, calcarei, sabbiosi ed argillosi, a volte miscelati tra loro in maniera unica, contribuiscono a regalare vini dal carattere sempre mutevole e originale.
Non fa eccezione la Nascetta, che predilige terreni marnosi, sia tendenti al sabbioso che all’argilloso, preferibilmente poco fertili.
Ne consegue un vino ricco di acidità, complessità e mineralità che sviluppa però profumi inediti per il panorama dei bianchi piemontesi: la Nascetta è infatti riconoscibile per le note di frutta matura e tropicale, diretta espressione delle peculiarità aromatiche del suo vitigno.
La Nascetta del Comune di Novello viene invece prodotta esclusivamente dalle vigne inscritte all’omonimo Comune, poggianti, per lo più, su terreni formati da marne di Sant’Agata.
La conformazione del terreno conferisce alla Nascetta di Novello una struttura complessa e ricca di sali minerali. Il suolo calcareo-argilloso dona al vino un gusto sapido e persistente con una acidità importante, ma mai invadente.
Altitudine preferita
Terreno preferito
Cru / MGA
Langhe DOC Nascetta: Caratteristiche
L'arte della purezza in ogni calice, un viaggio tra freschezza e spezie!
Fine, elegante, di ottima intensità: la particolarità del Langhe Nascetta è da attribuirsi al ricchissimo profilo sensoriale dato da un vitigno autoctono che è stato riconosciuto come semiaromatico e che, in fase d’espressione, regala al naso incredibili sensazioni di frutta tropicale, miele e fiori d’acacia.
Il contenuto in composti aromatici che caratterizza le uve di Nascetta assomiglia a quelli del Moscato e si distacca nettamente rispetto a tutte le altre uve a bacca bianca piemontesi.
Oltretutto, la spiccata acidità della Nascetta consente ottime possibilità di invecchiamento.
Alla vista
Il Langhe Nascetta DOC si presenta di un bel colore giallo paglierino brillante dai riflessi dorati, a volte con sfumature verdognole.
Al naso
Intenso e caratteristico, si distingue per le note di fiori di campo ed erbe aromatiche, agrumi e frutta esotica.
In bocca
Asciutta, di corpo armonioso e sottile, stupisce la piacevolezza, la sapidità e la mineralità che rinfrescano il sorso e proseguono lungamente nel finale, che può presentare note di miele di acacia, salvia e rosmarino.
Disciplinare
Colore
Profumo
Gusto
Spuma
Servizio
Calici a tulipano per i Nascetta giovani, bicchiere renano per quelli più complessi e invecchiati. Sono perfetti anche i calici del tipo Universum.
La temperatura di servizio è fresca, tra i 10 e i 12°C.
Langhe DOC Nascetta: con cosa abbinarlo
La grande versatilità della Nascetta consente abbinamenti a tutto pasto.
Si sposa bene con antipasti di pesce crudo o marinato: carpaccio di salmone, tonno o pesce spada, gamberi, scampi, ostriche.
Ama i flan di verdura e le quiche.
La sua spiccata mineralità predilige primi e secondi di pesce come risotti ai frutti di mare, ravioli di pesce, lasagne al salmone, trota al forno, e branzino al sale.
Una Nascetta ben strutturata regge il confronto con le carni bianche, dal pollo al limone al coniglio arrosto.
Ricette da abbinare con Langhe DOC Nascetta
Langhe DOC Nascetta: Produzione
Vitigno difficile da gestire, delicato e con una produzione altalenante: una vera sfida per i viticoltori langhetti.
Sebbene sempre più produttori scelgano di vinificare il Langhe Nascetta in purezza, il disciplinare permette un uvaggio del 15% con uve uve provenienti da vitigni a bacca bianca non aromatici del territorio. Questa pratica non è consentita per il Langhe Nascetta del comune di Novello, che deve essere prodotto con il 100% di uve nascetta.
Il vitigno autoctono di Novello è per sua natura delicato e incostante, molto difficile da coltivare, con produzioni che possono essere abbondanti o poverissime.
Fu questa una delle ragioni principali del suo abbandono all’inizio del XX secolo, in favore di varietà molto più resistenti e produttive.
In cantina, il Langhe Nascetta segue una vinificazione in bianco. Le uve vengono diraspate e pigiate sofficemente per estrarre il mosto che viene illimpidito e fatto fermentare a temperatura controllata, tra i 16 e i 18°C.
La fermentazione può avvenire in acciaio o in legno, a seconda dello stile del vino che si vuole ottenere.
Grazie alla sua natura versatile, il Langhe Nascetta può affinare in acciaio o in legno per un periodo variabile, che può andare da pochi mesi a un anno o più.
L’affinamento in acciaio conserva i freschi aromi fruttati e floreali del Nascetta, mentre quello in legno privilegia le note di frutta esotica e matura, il miele e le spezie.
Tempo in legno
Tempo in bottiglia
Messa in vendita
Resa delle uve
Incontra i produttori
Curiosità
Nascetta Story: il mistero di un vino che non ha voluto arrendersi al suo destino
Chi volesse approcciarsi alla storia della Nascetta da un punto di vista inedito, consigliamo la visione del documentario Nascetta Story, film di Federico Moznich e Nemo Villeggia, attualmente disponibile su Prime Video.
I due registi ci portano alla scoperta del vitigno autoctono di Novello attraverso gli occhi di uno “straniero“, Nemo, proveniente da Roma e ignaro delle tradizioni langhette.
Tra indagini serie e facete, vendemmie e interviste ai locali, Nemo imparerà a conoscere i luoghi della Nascetta e i produttori che l’hanno resa celebre. Il tutto per entrare nel mistero di un vino ribelle che non ha voluto arrendersi al suo destino.