Mentre le viti si preparano a riposare, ci immergiamo nell’atmosfera delle cantine e nei vigneti per scoprire come promette questa annata.
Abbiamo avuto l’opportunità di parlare con i produttori di com’è andata la vendemmia 2023.
Con passione, hanno condiviso con noi le loro aspettative, sfide e prospettive per questo affascinante periodo: scopriamo insieme le storie dietro il vino che verrà!
Poderi Gianni Gagliardo
Sulla vendemmia 2023, le sensazioni a caldo sono state decisamente positive per Poderi Gianni Gagliardo di La Morra.
Paolo Gagliardo — L’annata è stata sicuramente impegnativa a livello di vigneto: gli eventi cliematici estremi, come come la prolungata siccità, seguita da piogge senza sosta, e in seguito i picchi di caldo estivo, hanno causato segni di stress idrico.
Questi fenomeni però non hanno intaccato la qualità globale delle uve, che hanno dato vita a vini freschi e complessi, con trame tanniche compiute e mature.
Giorgio Barovero
Circa il clima difficile di quest’anno, si è espresso anche il titolare dell’omonima azienda di Monforte d’Alba.
Giorgio — Da me il raccolto è stato complessivamente di buona qualità.
Purtroppo le piogge di primavera con la siccità degli anni scorsi e di questa estate, hanno ridotto la quantità sia del dolcetto che del barbera. Quindi il vino quest’anno sarà poco ma buono.
Bosca Spumanti
Da Canelli, la nota azienda di Spumanti, ci parla dell’impatto delle condizioni climatiche.
Nicolò — A livello climatico, nel mese di maggio, il Piemonte ha visto abbondanti piogge che hanno contribuito a ridurre il deficit idrico che ci portavamo dietro dal 2022. Vanno però separate le zone: nell’albese l’apporto delle precipitazioni è stato pari a quello degli anni precedenti, mentre nell’alessandrino e nell’astigiano ha piovuto circa la metà.
Luglio ha fatto registrare un netto abbassamento dei livelli idrici a causa delle alte temperature che hanno anche accelerato il processo di maturazione sui bianchi.
Le uve base spumante (chardonnay e pinot) hanno raggiunto maturazione attorno alla metà di agosto con un’ottima qualità, ma una quantità ridotta.
La grandine di inizio luglio ha investito una fascia di dimensioni veramente straordinarie partendo da Torino per arrivare alla Liguria. Purtroppo, abbiamo perso larga parte della produzione nei vigneti di Neviglie e Trezzo, ma l’uva che si è salvata è arrivata in cantina in buone condizioni grazie alle pratiche tempestive che abbiamo attuato in vigneto.
Purtroppo, rimane a rischio anche la prossima annata a causa dei danni sul legno che porteranno a una riduzione nei germogli nuovi.
Le piogge di inizio settembre hanno favorito l’ottima maturazione delle uve rosse dell’albese (soprattutto nebbiolo), che sono state vendemmiate a inizio ottobre.
A livello di malattie il problema maggiore oggi, soprattutto su certi vitigni come chardonnay e barbera è la flavescenza dorata che porta alla morte della pianta.
Pelissero
La cantina Pelissero di Treiso è orgogliosa dei risultati ottenuti in questo anno decisamente difficile, ma che darà vini interessanti.
Giorgio Pelissero — Abbiamo iniziato a raccogliere le uve il primo di settembre e concluso il 15 di ottobre: un impegno durato quasi sette settimane, che ha messo a dura prova i viticoltori.
Caldo, siccità, grandine, avversità atmosferiche, malattie della vite, quest’anno le abbiamo provate davvero tutte, ma grazie a un’attenta e paziente cura del vigneto ce la siamo cavata egregiamente.
Siamo più che soddisfatti del risultato raggiunto: la quantità è decisamente sotto la media, ma la qualità ci ha premiato di tutti gli sforzi.
Vini eleganti, morbidi, con tannini non troppo pronunciati, ma decisamente piacevoli. Daranno di sicuro dei prodotti molto simili a quelli che si facevano una volta.
La vite è una pianta resiliente: anche se ha fatto caldo, gli alcol non sono eccessivi e l’acidità è buona, ma come per tutte le annate torride, abbiamo dovuto rinunciare a un po’ di colore.
E’ presto per trarre delle conclusioni, ma penso che ci saranno vini con moltissima tipicità, equilibrati e con un buon potenziale da invecchiamento.
Anche questa volta, come già capitato in altre annate, i risultati più sorprendenti li abbiamo ottenuti con il nebbiolo che si dimostra sempre una perfetta macchina da vino!
Ca D’ Tantin
Dalla Cantina di Calosso, Marco ci ha dato delucidazioni sui loro moscato e nebbiolo.
Marco Venturino — Partiti con la vendemmia del moscato il 18 agosto, abbiamo chiuso con il nebbiolo e la gamba di pernice (vitigno autoctono di Calosso, che ci regala il Calosso DOC) nell’ultima decade di settembre.
Queste particolari condizioni climatiche, hanno ridotto la resa di circa del 20% o addirittura del 30% in alcuni casi, garantendo un’alta qualità delle uve.
A parte il discorso “resa“, la vendemmia 2023 ci regalerà vini con gradazioni un po’ più alte della media su tutte le tipologie, ma sicuramente armonici e complessi.
Siamo di conseguenza molto soddisfatti di quest’annata.
Serio e Battista Borgogno
Serio e Battista Borgogno di Barolo ci annunciano di essere stati particolarmente fortunati.
Federica — I nostri vigneti non hanno ricevuto la visita della grandine, anche se qualche appezzamento, più esposto a sud, ha subito qualche scottatura degli acini e delle foglie.
In ogni caso la tempestività d’intervento è stata senza dubbio una carta vincente, nei trattamenti, nei tempi di potatura verde, di sfalcio dell’erba ecc…
La ricerca dell’equilibrio nella data di raccolta è stata di fondamentale importanza.
La nostra vendemmia è iniziata a metà settembre con l’uva dolcetto ed è terminata con il nebbiolo atto a Barolo a metà ottobre circa.
Uva sana, con una bella buccia, forse un pochino più sottile rispetto agli anni scorsi, ma nell’insieme il risultato è estremamente positivo.
Il vino attualmente presenta grande colore e profumo, tannini austeri, ma eleganti.
Agricola Marrone
Quando li abbiamo intervistati erano nel pieno della vendemmia del nebbiolo a La Morra, la temperatura ha raggiunto addirittura 32°C!
Denise Marrone — Ricorderemo il 2023 come una delle annate più anomale in cui ci siamo imbattuti nella nostra lunga storia.
La nostra missione è quella di rispettare il più possibile la pianta per fare in modo che possa fronteggiare al meglio questi cambiamenti.
Siamo arrivati in vendemmia con piante verdi e sane, che hanno retto questa annata difficile.
A Madonna di Como, la buccia era molto spessa, saporita, riporta la tipicità della zona e del terreno, non amara, il pedicello si è staccato bene dall’acino, che risulta colorato.
La raccolta è avvenuta in cassette e le uve sono state messe in cella frigo per abbassare la temperatura fino a 8 gradi: il nebbiolo, infatti, è sensibile alle ossidazioni. E’ stata una scelta obbligata, da noi raccogliere di notte o alle prime luci dell’alba è praticamente impossibile perché c’è la rugiada.
In annate così difficili la tecnologia aiuta: la nostra pigiatrice, la Pellenc, (di cui ci hanno già parlato QUI), ha permesso di eliminare completamente tutto il secco dai grappoli che avevano preso la grandine e abbiamo separato tutti i graspi, evitando che andassero in vasca a contatto con il mosto.
Dei bianchi prodotti ormai da quasi 20 giorni possiamo già dire che la qualità è alta, soprattutto dal punto di vista aromatico: ottimi profumi strutturati, alcol non eccessivo e buona freschezza.
La resa è decisamente scarsa, ma almeno il prodotto è eccellente!
Anche della Barbera si può cominciare a parlare, ha un bellissimo colore ed è molto strutturata.
E’ stata una vendemmia molto lenta: abbiamo iniziato in ritardo rispetto allo scorso anno, a metà settembre, c’è stato tempo quindi di gestire ogni singola vinificazione.
Il lavoro fatto in vigna, ha ampiamente ripagato gli sforzi di anni in cui si è lavorato tanto il terreno, andando contro un pensiero comune focalizzato sul toccare il meno possibile e lasciare che la natura facesse il suo corso senza aiuti.
Azienda Agricola Francesco Rosso
Confermano la particolarità di questa vendemmia 2023 anche nell’Azienda Agricola di Santo Stefano Roero.
Maria — Poca produzione, ma ottima direi: il 6 luglio, infatti, ha segnato un punto critico a causa della grandinata che si è scatenata colpendo anche il cru “Madonna delle Grazie” in cui ci troviamo.
Sono stati giorni difficili: un avvenimento del genere non si rammenta nemmeno nelle menti storiche in essere.
Poi però, come siamo soliti fare negli anni difficoltosi, abbiamo pensato come poter ricordare l’anno 2023 in modo positivo: questo è l’anno in cui abbiamo iniziato a gettare le basi per la nostra futura bollicina, un’etichetta che ancora mancava.
Tra qualche anno (circa 3), avremmo modo di assaggiare il nostro primo metodo classico con base arneis!
Un “assaggio” dalle montagne valdostane
Per farci un’idea su com’è andata fuori Piemonte, abbiamo chiesto a Grosjean Vins, una tipica cantina valdostana, qualche curiosità e abbiamo ottenuto una risposta esauriente e ben diversa da ciò che hanno vissuto i produttori del nostro territorio.
MARIE CLAIRE — L’annata 2023 è stata più fresca rispetto a quella dell’anno precedente, per fortuna i picchi di calore non sono stati continuativi, quindi la maturazione delle uve è ritornata come qualche decennio fa.
La stagione agronomica non è stata semplice: la pioggia si è concentrata sul fiore (maggio/giugno), ma grazie a un’attenta gestione dei vigneti in biologico, abbiamo mantenuto una pianta sana con delle foglie molto attive, così da mettere in condizioni eccellenti la maturazione delle uve più tardive.
La raccolta è iniziata ai primi di settembre con le uve per la base spumante, che daranno origine al nostro Metodo Classico Montmary rosé extra brut (composto da 60% Pinot Noir e 40% Chardonnay), e sono terminate pochi giorni fa con la raccolta del nostro autoctono più tardivo, il fumin.
E’ stato un anno generoso da un punto di vista quantitativo, ma ha mantenuto un’ottima qualità grazie soprattutto al buon equilibrio tra alcool e acidità, cosa che non avveniva negli ultimi anni, a memoria nel 2016.
E’ stato un anno generoso da un punto di vista quantitativo, ma ha mantenuto un’ottima qualità grazie soprattutto al buon equilibrio tra alcool e acidità
Marie ClaireGrosjean Vins
Tra fine settembre e gli inizi di ottobre il clima è stato quasi estivo, secco e ventoso, cosa non buona per la montagna e i vendemmiatori, ma perfetto per la maturazione delle uve tardive, permettendo un buon grado alcolico per gli standard valdostani e un buon equilibrio naso/bocca a fine fermentazione, con una crescita degli estratti secchi vertiginosa, mai vista finora. Ciò vuol dire grande qualità.
Molti di questi risultati sono stati ottenuti anche grazie alla lungimiranza con la quale abbiamo investito nell’azienda, dotando ogni vigneto di un impianto di irrigazione goccia a goccia che evita stress alle piante e le permette di raggiungere una buona maturazione e un buon equilibrio.