Nel raccontare un vino o la storia di una Cantina, si deve sempre cominciare dal vigneto: tutto ha origine dalla terra, dove inizia il processo di produzione. Sappiamo bene quanto, come un po’ in tutto, il primo passo è di fondamentale importanza.
La curiosità su come siano cambiate, rinnovate o ritrovate le tecniche di lavorazione in vigna, ci ha spinto a interrogare alcuni produttori di Langa, Roero e Monferrato, su quali sono i rimedi naturali utilizzati per prendersi cura del proprio tesoro, perché di questo si tratta.
A seguito del severo cambiamento climatico in atto, i vignaioli devono modificare le abituali pratiche agronomiche per aiutare le viti a sopportare meglio queste significative variazioni.
Lotta integrata: viticoltura sostenibile e rispettosa dell’ambiente
Un grappolo di qualità nasce unicamente da una terra sana, che per essere tale, ha bisogno di cura, sensibilità e attenzione.
Applicare la lotta integrata significa lavorare insieme alla natura, alla terra in cui si opera: è uno dei valori fondanti della nostra azienda
Chiara LANCI Dosio Vigneti
Da questo semplice ma essenziale presupposto, ha origine il costante impegno nei confronti dell’ambiente.
Come ci spiega Chiara Lanci di Dosio Vigneti, la lotta integrata è una pratica di difesa delle colture che mira a prevenire e combattere le malattie delle piante, riducendo il più possibile l’utilizzo di fitofarmaci di sintesi.
Questa gestione della vigna permette di applicare un’agricoltura sostenibile e a basso impatto ambientale attraverso una serie di buone pratiche, dal monitoraggio dei parametri attraverso stazioni 4.0 al controllo dei patogeni tramite la confusione sessuale attuata a mezzo di feromoni, fino a pratiche agronomiche di inerbimento controllato come il sovescio.
La confusione sessuale attuata a mezzo di feromoni
Si tratta di una tecnica di controllo biologico utilizzata in agricoltura per gestire i patogeni che colpiscono le colture, in particolare quelle in frutticoltura e viticoltura.
Si impiegano feromoni sessuali sintetici, che vengono distribuiti sulle colture attraverso appositi diffusori. Questi ultimi mimano l’odore rilasciato dalle femmine di alcune specie di insetti dannosi, attirando i maschi verso trappole o diffusori.
In altre parole si impedisce il normale accoppiamento degli insetti e si riduce la fecondazione delle femmine, limitando così la capacità riproduttiva della popolazione di insetti dannosi.
Una soluzione sostenibile e rispettosa dell’ambiente, poiché riduce l’uso di prodotti chimici e limita l’impatto sull’ecosistema.
Il sovescio in vigna: una scelta naturale ed ecologica nella produzione di vini di qualità
La pratica del sovescio è uno dei modi più naturali ed efficaci per fertilizzare il terreno, una delle tecniche che consiste, in vigna, nel coltivare tra i filari alcune specie capaci di restituire al terreno nutrienti, come l’azoto, che migliorano la fertilità del suolo.
Alla fine del ciclo delle colture da sovescio, queste vengono interrate, del tutto o in parte.
La pratica inoltre, rende il terreno più soffice: le radici delle piante rendono la terra molto più friabile favorendo il passaggio dell’ossigeno nel terreno, trattengono l’acqua e hanno una funzione fondamentale nella prevenzione dell’erosione.
Le piante più indicate per il sovescio sono le leguminose, per esempio il pisello da foraggio, in quanto producono spontaneamente azoto, carbonio ed altri elementi che liberano nel terreno attraverso le radici, come ci spiegano le cantine Moscone di La Morra e Ghiga di Castiglione Tinella.
Quando le alternative al diserbo erano poche e dispendiose
Alessandro di Cascina Goregn ci racconta che si utilizzava il diserbo perché le alternative non erano molte e certi macchinari, che erano comunque un prototipo di ciò di cui disponiamo oggi, rappresentavano un costo non indifferente.
Tuttavia si è sempre lavorato con concimi organici come il letame e diserbando solamente una volta all’anno, in primavera, quando la vigoria è al massimo sia per la vite che per le infestanti, ma nel resto della stagione quest’ultime si estirpavano a mano, con la zappa.
Ogni anno utilizziamo pratiche agronomiche volte a favorire la proliferazione di insetti utili o erbe concimanti, così da avere un ecosistema il più naturale possibile in vigna
ALESSANDRO ALLERINOCascina Goregn
La cordonatura
A volte gli aiuti ci arrivano dalla ricerca ma spesso è guardando al passato che si trovano le soluzioni migliori.
Cascina La Badia lo sa bene e la scorsa estate è tornata alla cordonatura: i tralci una volta arrivati ad un’altezza superiore a quella del filare non vengono tagliati (cimatura), ma vengono presi e arrotolati attorno all’ultimo filo di sostegno.
Tante ore di lavoro sotto il sole! Sono convinto le viti abbiano apprezzato il nostro sforzo!
IVON PICOLLOCascina La Badia
Così facendo si forma uno spesso strato vegetativo che crea una specie di “cappello” e protegge dall’eccessivo sole i grappoli, garantendogli un po’ di ombra.
La cimatura è un’operazione totalmente meccanizzabile, mentre la cordonatura viene eseguita a mano.
Difesa fitosanitaria e controllo delle infestanti
Francesco Borgogno, azienda di Barolo, ha deciso come tante realtà del territorio di aderire alla misura agroambientale con certificazione SQNPI (sistema di qualità nazionale di produzione integrata).
Da sempre attenta all’ambiente eliminando i diserbi chimici ormai da anni, con questa certificazione l’azienda ha voluto rafforzare questo impegno.
Si tratta di applicare in vigna dei disciplinari di produzione relativi alla lavorazione del terreno con la difesa fitosanitaria e controllo delle infestanti attraverso l’uso di macchinari specializzati.
Acqua piovana e prato verde sul tetto: il metodo Pelissero
La Cantina Pelissero di Treiso è partita anni fa con un progetto di sostenibilità aziendale che coinvolge tutte le fasi produttive, non solo la vigna ma tutto quello che ruota intorno all’azienda.
Si usa acqua piovana, stoccata in cinque vasche di raccolta per un totale di circa 10.000 ettolitri per tutti i trattamenti nei vigneti e per l’irrigazione delle aree verdi che circondano la cantina.
L’ energia elettrica che viene usata in azienda è tutta certificata proveniente da fonti sostenibili.
Inoltre il tetto è stato coperto con un prato verde per ridurre l’impatto ambientale e per risparmiare energia nel condizionamento dei locali e quasi tutte le macchine agricole sono di ultima generazione per ridurre l’inquinamento.
Il mio obiettivo non è la comunicazione ma la sicurezza delle persone che lavorano quotidianamente in vigneto
GIORGIO PELISSERO
La raccolta delle nottue: Cantina Moscone
Le nottue, per chi non lo sapesse, sono dei lepidotteri le cui larve possono arrecare danni al vigneto cibandosi di gemme e giovani germogli, compromettendo la formazione dei grappoli.
La cantina Moscone di La Morra effettua la raccolta manuale degli insetti nel vigneto per diversi giorni continuativi, in notturna, dalle dieci a mezzanotte, avvalendosi dell’aiuto di torce.
Questo metodo è il più naturale e il meno impattante per combattere il problema in quanto non danneggia altri insetti pronubi come le api, cosa che avviene con l’utilizzo di prodotti chimici.
La vigna felice dell’Agricola Marrone
Come ci racconta Denise, l’Agricola Marrone lavora perché il vigneto sia felice. Se la vigna non è stressata e non soffre, possiamo aspettarci un’annata favorevole e un vino di alta qualità.
Così facendo l’anno scorso ad agosto era ancora in vegetazione e abbiamo cimato ancora una volta prima della vendemmia: un successo enorme, considerata l’annata!
DENISE MARRONEAgricola Marrone
Si lavora per fare in modo di tenere il terreno soffice e sollevato. In questo modo si crea a circa 30 centimetri sotto terra una “sacca di ossigeno”, che permette alle radici di stare più fresche e di respirare. Il terreno è più poroso e pronto ad immagazzinare anche la più piccola goccia di pioggia, che ci fa tanto sospirare.
Poi si lascia una parete fogliare di una decina di foglie: queste diventano i polmoni della pianta, e le permettono di respirare meglio, andando però ad abbassarla se le foglie dovessero traspirare troppo e dovesse continuare a non piovere.
Evitare lo stress idrico della pianta
Un’altra pratica è quella di lasciare meno gemme per non portare la pianta in stress idrico.
Infine, lasciando meno grappoli anche se la pianta ce la farebbe a portarne a maturazione di più, la si rende vigorosa e si riposerà in inverno carica di un’energia tale da poter sopportare la stagione fredda anche senza pioggia e senza neve.
Terreni vivi per vini di qualità
Come dice Giorgio Barovero, produttore di Monforte, il primo impatto, che sembrerebbe banale, è quello visivo: non usando diserbanti “la vigna è più bella”.
Crescono le varietà di insetti presenti che si autoregolano e non fanno danni o per lo meno questi vengono ridotti di molto.
Tutto contribuisce a rendere i terreni vivi, quindi nutrire le viti con tutte le sostanze del terreno e infine trovarsi nel bicchiere un vino che racconta meglio il luogo da cui viene.
Insomma i benefici sono sicuramente di tipo qualitativo sul prodotto finale ma soprattutto di tipo ambientale per garantire la nostra salute e quella dei numerosi turisti che ogni anno visitano le Langhe.