La Chiesa
La chiesa di San Giorgio fu edificata nel XV secolo dopo che i visitatori apostolici premettero più volte per spostare il luogo di culto di Neviglie dal concentrico – dove è ancora visibile l’antica parrocchiale di S. Michele – nel cuore della villa.
San Giorgio si fregia di tre altari dedicati a S. Maria, Sant’Antonio e al SS. Rosario, quest’ultimo voluto nel 1643 dai conti Busca, signori del luogo.
Il pezzo forte della parrocchiale è la magnifica tempra su tavola del Macrino d’Alba, raffigurante Lo sposalizio mistico di Santa Caterina di Alessandria. La tavola è contenuta nella cappella della Madonna, risalente agli inizi del XVI secolo.
Altre opere degne di nota sono il quadro secentesco raffigurante S. Bovo e la pala dell’altare maggiore dedicata al santo titolare, San Giorgio.
Lo sposalizio mistico di Santa Caterina, tempera su tavola
Della tavoletta lignea che ornava la cappella della Madonna nella parrocchiale di San Giorgio si conoscevano con certezza soltanto i committenti: i marchesi di Busca…
…e si indicava il dipinto come opera «di buon autore, ma molto sbiadito forse per vecchiezza e umidità» (Relazione dello stato della parrocchia di Neviglie, 1792).
Il Problema dell’Attribuzione
L’attribuzione dello Sposalizio mistico di santa Carterina al pittore rinascimentale Macrino d’Alba risale verso la fine dell’800 ad opera di Ugo Fleres, infaticabile e prolifico critico di storia dell’arte. Di qui l’attenzione verso il quadro è sensibilmente aumentata sfidando gli studiosi nella sua collocazione cronologica.
La tesi oggi più accreditata fa risalire la composizione del quadro ad una fase tarda dell’attività di Macrino, sicuramente dopo il 1508. I critici rilevano forti somiglianze dello Sposalizio mistico con una i tratti della Madonna col Bambino, opera del Macrino datata 1513.
Ad accomunare quest’opera con la Madonna col Bambino di collezione privata – scrive Giovanni Romani in un recente studio su Macrino – è la composizione puramente bidimensionale e la rinuncia a ormai definitiva a ogni accostante comunicatività umana.
Questo per quanto riguarda le caratteristiche peculiari dell’ultimo Macrino.
Che però nel dipingere Santa Caterina si riscatta e «nella delicatezza del modellato e nel trapasso di smorzati toni cromatici» ci regala una «tra le più eleganti immagini della produzione macriniana».
Il quadro ci rivela dunque la mano tarda di un pittore eccezionale che ora, però, si affida all’esperienza dei suoi allievi e della sua bottega.
Il quadro raffigura al centro la Madonna che regge un Gesù Bambino intento ad inanellare Santa Caterina di Alessandria, sulla sinistra, simbolo del matrimonio spirituale fra la santa e Dio. Da sinistra verso desta compaiono i santi Giovanni Battista, Francesco,Gerolamo, Vincenzo Ferreri e la Maddalena.
crediti fotografici: Corrado Morando di mocafilm.it
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