Da Alba le colline salgono, in rapida successione, verso Seravalle Langhe, ma il paesaggio conserva un aspetto ridente.
Una breve corsa sulle strade di crinale, aprentesi ad una fuga di colline verdeggianti da un lato ed alle aspre coste del Belbo sull’altra visuale: in fronte Bossolasco, dal mitico passato, ricettacolo della fiera resistenza degli eroici “Langenses” allo strapotere romano. Di qui la strada si divarica in due minuscoli itinerari parimenti suggestivi.
Alla sinistra la conca di San Benedetto Belbo e Niella Belbo, dove l’antica struttura del feudo monacale viene ripresa dalla bellissima architettura di cascine e borgate. Si scende verso il Belbo dove sorge l’ovile sociale, alternativa nuove d’esistenzialità in terre dissanguate dall’inurbamento e garanzia di continuazione per la tuma, che è sempre più preziosa ed introvabile sui mercati.
Verso l’alto si sale a Mombarcaro, tetto delle Langhe, carezzato spesso dal “marino”, rustico mondo proteso tra i displuvi di Belbo e Bormida. Abbandonata la dorsale del Belbo, dal passo della Bossola è un tuffo verso l’ampio bacino della Rea.
Gli ultimi castagneti avvolgono la strada verso Somano, balcone di viti, dove la Tuma, spesso abilmente conservata sott’olio, si bagna di squisito dolcetto di terre basse. Minuscoli centri contornano Murazzano, che presenta una tra le più belle strutture urbane delle Langhe.
Questo itinerario che, svolto ad anello con ritorno ad Alba, è di circa 100 km può essere percorso sia in auto sia in bicicletta. L’itinerario in bicicletta, considerati i dislivelli, richiede un buon allenamento.
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