Wine more jazz: il vino incontra il jazz al Castello di Barolo
Wine More Time e Maddalena Sarotto Music mettono insieme le proprie competenze e danno vita ad un evento assolutamente unico che vede protagonisti la musica jazz e i prodotti eno-gastronomici delle Langhe.
In una location davvero speciale, ovvero il bellissimo castello di Barolo, Wine more jazz propone tre serate di musica jazz con musicisti riconosciuti a livello internazionale ovvero Luigi Martinale, Reuben Rogers, Viroslav Vitous, Maurizio Brunod e Fabrizio Bosso con i rispettivi progetti.
Oltre ai concerti le serate prevedono una degustazione con piatti assaggio e vini di produttori locali scelti da Wine more time.
I primi due appuntamenti si sono svolti l’11 e il 17 Gennaio mentre l’ultima serata, che ospiterà il grandissimo Fabrizio Bosso, si terrà il 7 Febbraio 2014.
Abbiamo chiesto a Ilenia Colucci di rispondere a qualche domanda per presentarci il progetto, scoprirne le peculiarità e farci dare qualche piccola anticipazione sulla prossima edizione di Wine more jazz.
Wine More Time è un’iniziativa che valorizza i prodotti del territorio da un lato e offre al territorio stesso uno spettacolo unico grazie agli ospiti di altissimo livello coinvolti. A chi di voi è venuta l’idea? Come avete sviluppato il progetto insieme?
Il vino è arte, passione, cultura, intrattenimento, convivialità, sacrificio, dedizione, semplicità e ricchezza… potrei continuare l’elenco, ma, penso di aver sottolineato ciò che il vino rappresenta maggiormente per tutti noi, vedendo il “’noi” come insieme di professionisti di settore, consumatori, produttori, enologi, etc.
Ognuno di noi leggendo queste parole legate al vino, concorderebbe. Riguardo al jazz, sicura di avere pochissimo margine di errore, affermo che molti di ‘’noi’’ penserebbero lo stesso. Si, quelle stesse parole che mi hanno aiutato a descrivere il vino, sono le parole con cui la maggior parte di noi descriverebbe il jazz in sintesi, da consumatore , intendendo il consumatore come l’amatore, ovvero colui che attratto da un particolare prodotto, che lo ricerca e che in qualche modo lo studia e lo vive.
Io e Maddalena Sarotto, Booking & Management, quando, davanti ad un bicchiere di vino, appunto, ci siamo accorte dell’evidenza di questo concetto appena riportato, non abbiamo trattenuto l’entusiasmo del voler realizzare un progetto che vedesse entrambi, il vino e il jazz, protagonisti. Mentre i nostri pensieri ancora svolazzavano confusi ed eccitati nelle nostre menti, le nostre parole raccontavano di noi, Io e Maddalena rispettivamente, rivelavamo la nostra filosofia frutto di passione. Fu in questo momento che il perché di jazz e vino insieme, ci apparve ancora più chiaro.
Quindi, insieme abbiamo ideato il Festival con l’intento di promuovere due arti nobili che hanno frutto dal semplice, ovvero il vino e il jazz, di valorizzare il territorio e con la voglia e l’entusiasmo di chi desidera far sentire che quando c’è passione, tutto o quasi può diventare possibile.
Siete riuscite a raggruppare diversi volontari giovani, se non erro tutti sotto i 30 anni. Come vi siete trovate a coordinare un vero e proprio staff ? Avete riscontrato delle difficoltà?
Abbiamo lavorato per ricercare e raccogliere uno staff under 30 che come noi avesse voglia di mettersi in gioco per le proprie capacità, con entusiasmo e spirito di sacrificio, elementi che si dimostrano essere le componenti fondamentali per la riuscita di un grande progetto. A queste richieste lo staff si è selezionato da solo e le persone che hanno deciso di collaborare l’hanno fatto da subito con umiltà e cuore, mettendo a disposizione il loro tempo, la voglia di imparare, conoscere, apprendere e godere il più possibile di un’ esperienza.
Riconoscere Winemorejazz come un opportunità di avvicinarsi alla scoperta di mondi spesso lontani dai giovani (vino, jazz, castelli, etc.) è la carta che rende ancora più valido il nostro staff, che ha colto immediatamente quello che Io e Maddalena abbiamo cercato di creare: la possibilità di conoscere mondi apparentemente lontani dalle consuetudini comuni di un ragazzo under 30. Quando i giovani, come il nostro staff, si rendono conto che da ogni esperienza si trae insegnamento, piacere e soddisfazione allora vincono, vincono la consapevolezza che solo conoscendo possiamo crescere e provare piacere in modo diverso e vero e quindi arricchire se stessi.
Ormai manca solo un appuntamento al concludersi della rassegna ed è quasi ora di tirare le somme: vi ritenete soddisfatte del lavoro svolto e della partecipazione che le serate hanno riscontrato? Quali sono gli aspetti sui quali ritenete necessario investire maggiori energie per un’ipotetica, ci auguriamo, seconda edizione di Wine more jazz?
La soddisfazione è tanta e aumenta con il passare dei giorni e delle serate del Festival sia per il numero di partecipanti che per i feedback che riceviamo dagli stessi. Siamo contente per le varie collaborazioni instaurate e per chi ha creduto in noi. Ciò che ci auguriamo per eventuali prossime edizioni è di trovare un maggiore sostegno da parte di associzioni, enti etc..
In quest’ Italia, in questo mondo che ha bisogno di sorrisi, è bello rendersi conto che ridere da soli è difficile e non così soddisfacente, mentre ridere insieme è bello e contagioso. Sembra retorica, ma ci teniamo a precisare che lavorando insieme il risultato è migliore. La collaborazione generazionale fatta di esperienza che incontra innovazione è il fresco motore che non si ferma mai. Alla luce di quanto detto, probabilmente le nostre energie saranno sempre più rivolte a coinvolgere menti e cuori che, come noi, hanno voglia ed entusiasmo da regalare come semplici ricchezze.
Per informazioni
Visita il sito winemorejazz.com