Letture golose

Dogliani Cornole 2009 DOCG La Querciola

Novembre 4, 2012

Dogliani negli ultimi anni è diventato il simbolo del Dolcetto di qualità, un vino che rispetto ad altri Dolcetti può invecchiare più a lungo grazie ad una maggiore struttura.

Viene prodotto a Dogliani e in altri nove comuni limitrofi per una produzione che supera i tre milioni di bottiglie annue.

Dalla vendemmia 2011 questo vino è entrato a far parte della elitè dei vini DOCG, conquistando così il gradino più alto della piramide di qualità in Italia.

In questa nuova e unica denominazione non comparirà più la parola Dolcetto ma troveremo semplicemente la parola Dogliani, per valorizzare e rimarcare il legame con il territorio, distinguendo il prodotto dalle altre tipologie.

Questo riconoscimento si deve all’ impegno dei produttori che hanno nel tempo, con il lavoro e le loro capacità saputo creare un vino di alto livello, secondo alcuni, la migliore espressione di Dolcetto.

Quello che vado ad assaggiare oggi è il Dogliani Cornole 2009 prodotto dalla cantina La Querciola.

Ovviamente il vitigno è Dolcetto 100% come prevede il disciplinare di produzione, il terreno è calcareo e l’ esposizione dei filari è Sud/Ovest.

La fermentazione avviene in serbatoi di acciaio inox e si protrae per due settimane; l’azienda non usa lieviti industriali ma lieviti autoctoni, provenienti cioè dalla vigna e dall’ uva, in modo da esaltare la tipicità del territorio e del vitigno.

Finita la fermentazione alcolica, inizia un periodo di affinamento di 18 mesi in acciaio e di 6 in bottiglia e dopo 24 mesi il vino e pronto per essere messo in commercio.

Il colore nel bicchiere si presenta di un rosso rubino, al naso percepiamo frutti rossi, come ciliegia, lampone e una nota speziata,  in bocca l’ ingresso è secco, il tannino è importante ma morbido, segno di un giusto e corretto affinamento, un vino piacevole con un finale leggermente amarognolo tipico del Dolcetto.

A tavola è perfetto con i piatti della tradizione piemontese: salumi, peperoni con bagna caoda, paste ripiene come i ravioli o i classici taglierin al ragù di carne.

Vista la gradazione alcolica di 14.50% e la struttura importante si lega bene anche con i secondi di carne come un bel fritto misto alla piemontese.

Da servire sui 16 gradi.