Il turismo è sospeso in una sorta di limbo oggi ma ognuno di noi, rinchiuso nella propria casa, ha un pensiero costante al turismo come forma di evasione, di libertà di condivisione e di scoperta.
Immaginiamo il poter viaggiare nella sua essenza più magica ovvero sotto forma di esperienza in cui la semplicità diventa esclusiva e lascia un segno indelebile che ognuno di noi porta con sé.
Oggi è tutto congelato, sospeso e la nostra mente è ancora più libera di vagare per ipotizzare scenari, prospettive future o semplicemente sognare.
Magari pensare a momenti felici passati che riusciamo ad apprezzare veramente solo in questo momento in cui non li possiamo vivere, oppure immaginare e pregustare momenti futuri di condivisione e contatto.
La tecnologia non sostituisce il contatto umano
Forse è davvero quel che ci manca di più: vivere un momento insieme alle persone è un qualcosa che nessuna tecnologia può sostituire, lo scambio di sguardi di un attimo fuggente, un sorriso rubato, i profumi e i gusti avvertiti nel medesimo modo e momento…a questo, probabilmente, ci stiamo pensando molto.
Per questo motivo penso che l’Italia dei piccoli centri storici, delle botteghe, delle aziende familiari, dei prodotti artigianali abbia un valore aggiunto e una marcia in più nella ripresa che dovrà avvenire nel post-emergenza.
Tutti noi abbiamo voglia di vivere esperienze, ovvero di lasciarci arricchire da qualcosa di unico, che trasformi il nostro tempo, ancor più oggi in cui siamo in grado di percepirne il valore e l’essenza in maniera più conscia.
Abbiamo voglia di genuinità, di prodotti salutari presentati da un sorriso o da occhi lucidi colmi di passione, non da cartelloni pubblicitari luminosi.
Per questo dobbiamo essere consapevoli del potere del nostro territorio, quello che ogni azienda ha intrinseco nel suo essere, quello che a volte, noi che ci siamo cresciuti dentro, rischiamo di dare per scontato.
Oggi è il momento di cercare gli strumenti per valorizzarlo al massimo, confrontarsi e affidarsi a professionisti in grado di esaltarlo e comunicarlo. Questo è ciò che possiamo fare in un momento di sospensione forzata della routine. E’ un lavoro fondamentale per la ripresa e per la crescita di ogni singola realtà.
L’imperfezione, il nostro asso nella manica
Continuo a sostenere che siamo estremamente fortunati perchè possiamo rispondere al meglio alla sempre più alta richiesta di esperienza, ovvero di quel momento unico ed esclusivo che non è mai uguale a se stesso.
Perchè abbiamo l’arma più efficace per renderlo irripetibile, ovvero l’artigianalità colma di imperfezioni mai uguali, di gusti e profumi che mutano in prodotti mai realizzati in scala. Dobbiamo ricordarcelo e impegnarci a diventare sempre più bravi a raccontarlo.
Il ”dopo” sarà sicuramente diverso…ma, per fortuna, stiamo capendo sempre di più che è proprio il ”diverso” che ci regala quel senso di umanità profonda, vulnerabile, sensibile e quindi vera e piacevolmente unica.
Come si traduce nel business del turismo?
Molti di noi questo lo avevano già ben chiaro prima dell’emergenza e anche nel comparto turistico se ne iniziava a parlare di questa necessità di diversificare, usando parole come turismo lento, sostenibile ed ecologico.
Ecco, secondo me è proprio in questa direzione che il vento della condizione di post-emergenza per fortuna sta facendo virare le nostre azioni e attenzioni. Sia per quanto riguarda gli operatori (agenzie, tour operator, strutture ricettive..etc.) e sia per quanto riguarda il consumatore.
I primi rivolgendo maggiore attenzione all’incoming e alla valorizzazione del prodotto Italia, che, viste le disposizioni, per un primo periodo sarà una scelta quasi obbligatoria che però porterà a valorizzare l’offerta, rendendola appunto più ecologica perchè si prenderanno meno aerei e comunque si accorceranno le tratte e di conseguenza i consumi di carburante.
Per i viaggiatori invece…
Sarà un turismo più sostenibile perchè maggiormente dedicato alla conoscenza della natura incontaminata, delle piccole realtà e quindi alla consapevolezza che con piccoli gesti quotidiani possiamo fare tanto per l’ambiente.
Prenderà appunto piede un turismo lento dove il consumatore potrà liberarsi, almeno in viaggio, delle preoccupazioni e vivere un’esperienza autentica con calma assaporando tradizioni intrinseche e peculiarità e magari comincerà ad apprezzarle per davvero tralasciando gli stereotipi e, aiutato dall’assenza dei limiti di linguaggio, a conoscerle in modo profondo.
In queste nostre terre è sempre stato così!
La cosa che mi preme sottolineare pensando strettamente alle Langhe, al Roero e al Monferrato, territorio che mi impegno a conoscere a raccontare e a far conoscere per passione e per lavoro, è che in questi luoghi è vivo da sempre il concetto di turismo lento dove ogni esperienza proposta è autentica, dove ci sono ancora parti di territorio inesplorate, incontaminate e sbalorditivamente vere, reali.
La forza interiore delle persone di questo territorio la percepivo già prima del lockdown, ma la sento ancora di più in questo momento dove attraverso ogni mezzo le aziende hanno voglia di non mollare, anzi di fare sempre meglio e, trainati dalla passione che ha solo chi congiunge il lavoro con la vita, ogni giorno lavorano per trovare soluzioni e crescere.
Ecco, abbiamo la fortuna come tour operator, non appena sarà finito tutto questo ”fermo generale” di poter farvi incontrare queste realtà e di farvi assaporare con loro il concetto vero di biodiversità naturale, di perspicacia, di ingenio, di umiltà, di sacrificio, di salubrità e di soddisfazione che appartiene a queste terre ”agri-consapevoli” da molto molto prima che arrivasse il Corona Virus.
Non vediamo l’ora.