Ecco come Gustavo Strafforello descrive Alba alla fine del XIX secolo.
Mandamento d’ALBA (comprende 6 Comuni, popolazione residente 20,232 abitanti al 31 dicembre 1881). — Territorio fertile inviti, gelsi, cereali e in tartufi squisiti e ricercati. Vi prosperano le industrie del vino e della seta, e il commercio vi è agevolato da molte e buone strade.
Alba
(8961 ab. residenti nel centro e 12,178 residenti nel Comune). – Capo delle alte Langhe, è situata sulla destra del Tanaro presso il confluente del torrente Curasco o Querazzo (ora Cherasca), in mezzo ad ubertosa pianura, circondata da amene e ridenti colline vignate in gran Parte e sparse di antichi e ben conservati castelli. Sta a 175 metri dal livello del mare e dista 26 chilometri da Asti, 63 da Torino e 65 dal capo-provincia Cuneo. La Cattedrale, sacra sin dal secolo IX a S. Lorenzo e ricostruita nel 1486 sotto il vescovo Andrea Novelli, che vi ha un bel mausoleo, credesi su disegno del Bramante, è notevole per ampiezza, solidità e soprattutto per la buona architettura del Rinascimento, con facciata ancor gotica. Il quadro dell’altar maggiore è opera del cav. Beaumont.
Meritano osservazione particolare il Coro, le due grandi cappelle, una del Sacramento, dipinta dal Cuniberti di Savigliano e l’altra di parecchi santi, che vi hanno le loro reliquie, dipinta dal Miloc, regio pittore. Nel 1867-69 fu restaurata per opera del conte Arborio Mella.
Oltre la principale, sono in Alba due altre parrocchie : di San Damiano e di San Giovanni Battista. La prima fu riedificata nel 1759 su buon disegno; l’altra, interamente riformata ed abbellita nel 1888, va ornata di alcuni buoni quadri: quello di San Giovanni Battista del Molineri , un altro della Madonna del Carmine del Moncalvo e due del Macrino. Fra le altre chiese son da ricordare: quella di Santa Maria Maddalena per vaghezza d’architettura, ricchezza di marmi e di dipinti e per l’urna d’argento che racchiude le ossa della B. Margherita di Savoia, e quella di San Domenico, la più vasta dopo la Cattedrale.
Dopo le chiese gli edifìzi più cospicui sono: il palazzo Civico con una sala spaziosa ove sono conservati due preziosi dipinti del Macrino ; il Vescovile, riedificato dal vescovo Brizio ed accresciuto dall’altro vescovo Langosco; il grandioso Ospedale, eretto nel 1771 su disegno del marchese di Bobilant, e le antiche ed alle torri quadrate dei tempi di mezzo, in mattoni.
Fra i palazzi privati registreremo il palazzo Veglio di Castelletto, ora proprietà dei fratelli Vittorio ed Augusto Mermet, che ne ristorarono tutto il prospetto; il palazzo Isnardi nel quale esisteva un Museo già di proprietà dell’abate Sotteri, ricco di una collezione di monete, vasi e altri oggetti d’antichità, rinvenuti fra i ruderi di Pollenzo, e i palazzi Marone della Torre d’Ussone, del cav. Boetti (antica sede del conte di Serralunga, ora proprietà della vedova Alliana), del cav. Demagistris, Govone, eredi Fontana e Sansoldi.
Modernamente Alba si andò sempre più abbellendo di pubblici edifizi, fra i quali il magnifico ed elegante Teatro sociale aperto nel 1855; lo spazioso largo pel Giuoco del pallone, adorno di gallerie ; il Camposanto, tracciato sopra un ottagono con porticato a colonne; il Collegio e la nuova piazza a Porta Savona. A questi voglionsi aggiungere il magnifico ponte sul Tanaro di sette arcate con parapetti in ferro, costruito nel 1847-48; la grandiosa Manda, già Pelisseri, con filatoio a seta; l’Accademia filarmonico-letteraria, con antica ara marmorea romana, estratta dal Tanaro nel 1779, dei tempi di Caligola, illustrata dal Vernazza ; e sei belle piazze, fra cui la principale davanti la Cattedrale della delle Torri (fig. 18) e la suddetta di Porta Savona fiancheggiata da portici.
A due chilometri dalla città si trova l’importante e grandioso Molino angloamericano detto il Mussotto, il quale macina da 500 a 600 quintali al giorno di solo frumento; è illuminato a luce elettrica, ha il telefono da Alba a Bra, con ufficio telegrafico governativo e collettoria postale, ed è in comunicazione colla stazione ferroviaria del Mussotto mediante apposito binario. Appartiene alla ditta Tarditi e Traversa.
Alle porte della città esistono: la spaziosa e saluberrima Caserma Govone, ove ha sede un reggimento di fanteria; l’antico Molino detto del Vivaro, appartenente al cav. F. Moreno; l’Opificio, pure di proprietà del prefato cav. Moreno, per fabbrica di chiodi, aperto nel 1890 dalla ditta Hees Homberger e Honnegger; gli stabilimenti Sorba, e Forno italiano per confezione di laterizi d’ogni qualità; il Gazificio della ditta Debartolomeis, ed altri di minor importanza.
Dopo la costruzione della ferrovia Brà-Alessandria, Alba è divenuta un centro importantissimo di commercio e si è molto riabbellita allargando alcune vie, lungo le quali sorsero belle e comode case.
Vi si fa commercio grande di cereali, uve, limite, bestiame bovino e bozzoli. L’industria vi è attivissima e vi si contano filande, fornaci e varie officine. Da qualche anno vi fu fondata una scuola d’agronoinia, in cui si studiano in modo particolare la viticoltura e la vinificazione.
Oltre l’Ospedale, Alba ha dieci Opere pie, il R. Ginnasio-Liceo Govone, una Scuola tecnica pareggiata, una Scuola normale superiore femminile, tre Convitti, cioè l’Albese, il Callorio ed il Vescovile, il R. Ritiro della Provvidenza e stampa periodica.
Vi fiorì l’arte tipografica fino da’ suoi primordii e, secondo l’avviso del precitato dottissimo Vernazza, vi si stampò, sin dal 1493, la Grammatica Alexandri de Villa Dei.
Il bilancio del comune d’Alba nel 1889 era il seguente :
Attivo | L. | Passivo | L. |
Entrate ordinarie | 283,423 | Spese obbligatorie ordinarie | 238,818 |
Id. straordinarie | 13,508 | Id. straordinarie | 56,492 |
Differenza attiva dei residui | 6,662 | Partite di giro e contabilità speciali | 54,816 |
Partite di giro e contabilità speciali | 54,816 | Spese facoltative | 11,283 |
Totale | 361,409 | Totale | 361,409 |
Segue: Cenni storici e Uomini illustri
Torino 1891 – La patria. Geografia dell’Italia. Provincia di Cuneo – Volume 1