Letture golose

Corso di degustazione: l'udito

Gennaio 24, 2013

Quale relazione si può stabilire fra la degustazione e l’udito? Quali sensazioni e quali indicazioni ci può fornire l’udito durante l’atto del bere? Va bene allora quel certo proverbio sul vino, che dice: prima lo si ammira, poi lo si annusa, quindi lo si degusta ed infine… se ne parla. Ecco la funzione dell’udito raccolta in quel “se ne parla”, consacrata al dialogo, a quegli scambi intellettuali, quelle “relazioni umane”. Anche se la vera degustazione preferisce un ambiente raccolto e di conseguenza il silenzio, solo l’udito può misurare la pienezza del silenzio necessario all’osservazione in raccoglimento del vino.

In conclusione il vino delizia l’olfatto ed il palato, stabilisce comunicazioni, attiva la conversazione e si presta come pochi altri oggetti alle parole gradevoli ed amicali. Il bocca a bocca del vino e delle parole mescola la gioia dell’occhio, dell’odorato e del gusto e quella dell’udito. Il saper bere pertanto deve essere preceduto dal saper ascoltare e completato dal saper dire; ed anche il vino va ascoltato perché sulla lingua esso parla. Un linguaggio di primo acchito molto segreto e poi via via più concreto, sensuale ed immaginario. Una specie di canto a volte sottile e prifumato che conduce per sentieri di campagna su coste di colline e di sogni coltivati, fino a vendemmie di fortuna e aldilà, fino al piacere puro della contemplazione gustativa.

testi tratti da “Il barolo come lo sento io” di M. Martinelli (ed. Sagittario 1993)