Quale relazione si può stabilire fra la degustazione e l’udito? Quali sensazioni e quali indicazioni ci può fornire l’udito durante l’atto del bere? Va bene allora quel certo proverbio sul vino, che dice: prima lo si ammira, poi lo si annusa, quindi lo si degusta ed infine… se ne parla. Ecco la funzione dell’udito raccolta in quel “se ne parla”, consacrata al dialogo, a quegli scambi intellettuali, quelle “relazioni umane”. Anche se la vera degustazione preferisce un ambiente raccolto e di conseguenza il silenzio, solo l’udito può misurare la pienezza del silenzio necessario all’osservazione in raccoglimento del vino.
In conclusione il vino delizia l’olfatto ed il palato, stabilisce comunicazioni, attiva la conversazione e si presta come pochi altri oggetti alle parole gradevoli ed amicali. Il bocca a bocca del vino e delle parole mescola la gioia dell’occhio, dell’odorato e del gusto e quella dell’udito. Il saper bere pertanto deve essere preceduto dal saper ascoltare e completato dal saper dire; ed anche il vino va ascoltato perché sulla lingua esso parla. Un linguaggio di primo acchito molto segreto e poi via via più concreto, sensuale ed immaginario. Una specie di canto a volte sottile e prifumato che conduce per sentieri di campagna su coste di colline e di sogni coltivati, fino a vendemmie di fortuna e aldilà, fino al piacere puro della contemplazione gustativa.
testi tratti da “Il barolo come lo sento io” di M. Martinelli (ed. Sagittario 1993)
Massimo Martinelli
I was born near a river, the biggest Italian river, the Po, in a zone where it is already majestic ald solemn. Rivers have been signs and nests for civilisation. To me this is a great cultural honor because the ancient cultures were linked to the rivers, and events in history have often happened on water. Rivers have been ways for transports and commerce, and ideas also; from them I learned that things go, but they don't come back.
So I have a "liquid" sensibility, and I strongly prefer wine to water. I intensely study it. Either as a producer, in the Renato Ratti firm in Annunziata di La Morra, in the core of the land of Barolo, or in writing and talking (courses of wine-testing, of cooking); the titles of my books are well-known (perhaps because they are difficult to find): Wine-testing (Quaderni del Museo Ratti dei Vini di Alba 1975), Langhe cooking wine (edizioni Antoroto-Mondovì 1977). I also gather wine labels; my collection is very interesting. It is composed by around fifty thousand labels.
In the Langhe, in the land of Barolo I have found a very peaceful life.
Massimo Martinelli
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Sono nato in riva ad un fiume, il più grande fiume d'Italia, il Po, in un punto in cui è già maestoso ed imponente. I fiumi sono stati i segni e le culle della civiltà. Per me ciò costituisce un grande privilegio culturale essendo le antiche civiltà collegate ai fiumi, come le vicende dell'umanità che si sono svolte lungo i corsi d'acqua! I fiumi inoltre hanno permesso rapidità di scambi commerciali e di idee, per questo so che le cose vanno e non ritornano.
Ho quindi il senso "liquido" e preferisco decisamente il vino all'acqua. Ad esso infatti mi dedico con accanimento. Sia come produzione, nelle Cantine Renato Ratti all'Annunziata di La Morra, nel cuore del Barolo, sia con scritti o interventi divulgativi (corsi di degustazione, di conoscenza, di cucina), con titoli ormai prestigiosi (anche perché introvabili), quali La degustazione (Quaderni del Museo Ratti dei Vini di Alba 1975), Langhe cucina vino (edizioni Antoroto-Mondovì 1977). Ed ancora raccogliendo le etichette dei vini, oggetto di collezione che può essere considerata fra le più interessanti, con circa 50 mila esemplari.
Nelle Langhe, nelle terre del Barolo ho trovato una grande oasi di pace.
Massimo Martinelli
Articolo di Massimo
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