Letture golose

Oltre i soliti itinerari turistici: visita al Bricco del Cucù

Agosto 4, 2015

Le Langhe non sono solo Barolo e Barbaresco. Bastia, che si trova nel Monregalese, è tecnicamente ancora parte delle Langhe, più precisamente nella doc del Dolcetto di Dogliani. Molto più rurale della zona del Barolo, mi ricorda quei piccoli paesini delle vallate alpine.

Queste caratteristiche mi hanno messo una gran voglia di esplorare la remota area meridionale delle Langhe e assaggiare i suoi vini. La mia destinazione era la Cantina Bricco del Cucù, che da poco ha vinto i tre bicchieri Gambero Rosso.

Dolcetto, Dolcetto e ancora Dolcetto

Al mio arrivo sono stata accolta da un’anziana signora, mentre la figlia mi aspettava nel cortile. Insieme mi hanno portato al tavolo da picnic per la degustazione con Chiara, la generazione più giovane della famiglia.

Chiara mi ha presentato l’intera gamma di vini: un bianco e cinque rossi, tutte varietà di Dolcetto o blend. Non vedevo l’ora di poter conoscere a fondo i vini e assaggiare i prodotti locali che sua mamma ci aveva portato!

Chiara e i vini

Chiara e i vini

In genere, il Dolcetto è considerato un vino abbastanza semplice: quindi com’è possibile che ci siano tutti questi dolcetto differente in una sola cantina?

Langhe Dolcetto 2013

Un vino da bere tutti i giorni. Leggero, fruttato, con un retrogusto leggermente amarognolo. Solo 12.5% di gradazione alcolica. Proprio come dovrebbe essere un dolcetto.

Dolcetto di Dogliani DOCG 2013

Fruttato, speziato, legnoso, più ricco. Macerazione e riposo in bottiglia più lunghi. 

Superboum 2009

Blend di Dolcetto al 70% e Merlot al 30%. Molto speziato, bouquet ricco, gusto rotondo, di medio corpo. Vinificazione in acciaio. L’etichetta riproduce il dipinto di uno dei 7 peccati capitali presente nella chiesa locale: la superbia. Ma non c’è niente di male nella superbia dimostrata da questo vino, ve l’assicuro!

Diavolisanti 2010

Blend di Dolcetto al 60% e Merlot al 40%. Si sentono la prugna, frutta scura e le spezie. In bocca è corposo, con tannini raffinati e una lunga persistenza. Il Merlot invecchia per 18 mesi in barrique usate, mentre il dolcetto invecchia nelle grandi botti tradizionali. Dopo essere assemblati, riposano per altri 18 mesi in bottiglia!

Un processo produttivo davvero interessante e valido. L’etichetta riproduce gli affreschi presenti nella chiesa.

San Bernardo Dolcetto di Dogliani Superiore 2008

Dolcetto puro proveniente da un singolo vigneto con viti di 50 anni d’età. In posizione panoramica a 530 metri s.l.m., da qui si può ammirare una fantastica vista che spazia dal vigneto fino alla chiesa. Per essere superiore, il Dolcetto deve invecchiare per almeno un anno. Il San Bernardo riposa in botti di quercia per 18 mesi e, una volta imbottigliato, invecchia per un altro anno e mezzo!

Infatti, ho assaggiato l’annata 2008: superba! Al naso è speziato, pepato, carnoso e saporito. Al gusto si sente l’importante struttura tannica, con una buona mineralità ed erbe secche presenti sia al naso, sia al palato. Chi lo dice che il Dolcetto non si può invecchiare?

La famiglia Sciolla si racconta

Botti di Slavonia

Botti di Slavonia

Mentre sorseggiavamo i vini, Chiara mi ha raccontato l’interessante storia di famiglia con un’umiltà davvero ammirevole. Suo padre iniziò a imbottigliare il vino negli anni ’90 perché non voleva limitarsi alla sola produzione e vendita delle uve, come faceva suo padre prima di lui.

Il nome della cantina deriva da Bricco, nome della frazione che significa anche “cima della collina”, e Cucù, perché nei loro vigneti si trova una quercia centenaria dove ogni anno trovano rifugio i cucù in migrazione, che si fermano a cantare per la famiglia.

La famiglia Sciolla produce circa 50.000 bottiglie l’anno, esportandone una piccola quantità in giro per il mondo. Come tutte le nuove generazioni, Chiara ha espresso parte del suo scontento per il vivere un’area rurale. Sogna di spostarsi in Inghilterra, dove ha già trascorso un periodo di studi.

Nel caso si faccia carico dell’azienda di famiglia, si occuperà del marketing mentre sua sorella minore si prenderà cura delle vigne. Durante la degustazione, sua sorella è arrivata dalla campagna guidando il trattore con grande determinazione.

Come se niente fosse, abbiamo visitato la piccola cantina e l’area di vinificazione. Sembrava un museo! E in effetti, avrebbe potuto esserlo. Hanno delle fantastiche botti giganti, tutte molto antiche. Quando ho chiesto maggiori informazioni sulla data di costruzione della cascina, Chiara ha risposto come se niente fosse “nel 1600”!

Il vigneto del San Bernardo

La chiesa di San Bernardo

La chiesa di San Bernardo

Il San Bernardo, il vigneto più vecchio, è situato lungo l’entrata principale della chiesa del Santo, un santuario dedicato ai partigiani. Peccato per il tempo troppo afoso, se no si sarebbe potuto vedere un panorama stupefacente con le Alpi e le sue valli da una parte e le Langhe dall’altra.

I tesori della chiesa di San Fiorenzo

I 7 peccati capitali

I 7 peccati capitali

La mamma di Chiara è una volontaria che si occupa della fantastica chiesa di San Fiorenzo, anch’essa situata in questo piccola frazione di Bastia. La sua notorietà è dovuta alla posizione: situata lungo un’antica via del sale, era luogo di sosta per i pellegrini che qui potevano prendersi il loro meritato riposo.

La costruzione è datata 1472. In settimana è aperta al pubblico, mentre la domenica è chiusa. Fortunatamente però sono stata accompagnata per una visita privata, in quanto la famiglia Sciolla possiede le chiavi della chiesa!

Tra l’altro, c’ero già stata per un concerto giusto qualche settimana prima, ma non avrei potuto capire il significato della chiesa nello stesso modo. Gli affreschi sono vivaci e colorati, e coprono ogni cm delle mura interne.

Parte dei dipinti raffigura i 7 peccati capitali e la carità del Signore. Ogni peccato è rappresentato da una figura simbolica seduta sul dorso di un animale e insieme camminano lentamente nella bocca del diavolo. Gli angeli e gli apostoli sono rappresentati su un altro muro.

Affreschi bizantini

Affreschi bizantini

 

La storia più curiosa però mi è stata svelata da Chiara! Quando le truppe di Napoleone passarono di qui, distruggendo qualsiasi cosa, rovinarono gli attuali affreschi. Ma se guardate bene da vicino, in realtà l’opera di distruzione rivelò altri affreschi nascosti, che sembrano risalire dall’epoca bizantina!

Questa visita a Bastia Mondovì mi ha aperto gli occhi su un’intera nuova area delle Langhe, che non avevo mai pensato di visitare prima. C’è così tanto da esplorare se solo si esce al di fuori dei soliti itinerari turistici.

Un grande ringraziamento va a questa gentile famiglia che mi ha dedicato il suo tempo ad allargare i miei orizzonti. Spero che anche voi abbiate la possibilità di visitare la Cantina Bricco del Cucù!