Letture golose

Una tendenza a tutte bolle in Piemonte

Luglio 20, 2015

Le temperature stanno aumentando così come il chiacchierio delle persone che affollano le piazze per un aperitivo in queste calde sere estive. E così anche noi che viviamo nelle terre del Barolo e del Barbaresco preferiamo sorseggiare i vini freschi e frizzanti delle nostre colline.

Infatti, il Piemonte sta proponendo alcuni dei suoi migliori spumanti. Ma cosa spinge questo nuovo trend? Ci ho riflettuto a lungo e ho trovato alcune idee che potrebbero spiegare questa nuova tendenza a tutte bolle.

Il Piemonte vanta una lunga storia di produzione di vini frizzanti

Probabilmente molti di voi quando pensano al Piemonte, pensano ai grandi rossi. Ma se facciamo un passo indietro nel 1806, scopriamo che Thomas Jefferson descrisse un vino frizzante di uve Nebbiolo come “un vino raffinato e superlativo”. Ancora, nel 1787, durante il suo precedente viaggio a Torino, disse che era “un vino dolce come il soave Madeira, astringente al palato come un Bordeaux, spumeggiante come uno Champagne”.

In seguito, nel 1850 Carlo Gancia fu così entusiasta dello Champagne francese da decidere di produrne una sua versione, utilizzando le uve Moscato. Diede così vita al primo vino frizzante italiano.

Grazie allo sviluppo della cantina Gancia, oggi una delle più grandi compagnie della zona insieme a Contratto, Coppo e Bosca (tutte situate a Canelli), il Piemonte divenne presto ampiamente conosciuto per i suoi spumanti. Ora potete capire che le bollicine in Piemonte non sono affatto una novità!

Una sete di vini frizzanti mondiale

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Crediti foto:Anders Adermark

Quando le persone pensano allo spumante, inevitabilmente pensano allo Champagne, qualcosa che si stappa nelle occasioni speciali, durante le cene di lavoro o che faccia colpo. Tuttavia, grazie ad alternative più economiche come il Prosecco, il Cava e il Moscato d’Asti, i consumi di bollicine italiane sono aumentati.

Ad esempio, dal 2011 le vendite di Moscato d’Asti negli Stati Uniti sono aumentate del 73%, soprattutto tra i consumatori al di sotto dei 45 anni; mentre all’inizio 2014 il Prosecco ha sorpassato le vendite di Champagne. Questi vini, più facili da bere e più accessibili, fanno gola a tutti i consumatori abituali, aumentando così la domanda globale.

Con questo nuovo interesse generale per le bollicine, i viticoltori piemontesi sono maggiormente spinti a produrre i propri vini “ultra” raffinati ed entrare così di diritto nella categoria dei produttori in erba.

L’era della sperimentazione

Perché non creare quello che più ti piace bere?
Le nuove generazioni di produttori apprezzano molto i vini frizzanti. Infatti, nonostante lo Chardonnay sia presente nelle Langhe già da un bel po’ di tempo, solo di recente ha trovato la giusta attrezzatura di produzione, divenendo così facilmente accessibile.

Sia che si tratti del metodo classico, sia che si scelga il metodo charmat, i vignaioli che vogliono osare devono affrontare una vera sfida o “spremersi le meningi”, come direbbe un importatore Americano. Infine, la scelta di produrre vini spumanti e creare qualcosa di nuovo può anche riaccendere la passione per la produzione vitivinicola.

Il consorzio della Docg Alta Langa

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Crediti foto: Michela Simoncini

Il consorzio è stato creato una decina di anni fa con l’intento di promuovere, valorizzare e stimolare la produzione di grandi vini metodo classico nell’area.

Probabilmente si tratta della più grande opportunità degli ultimi tempi per i produttori pronti a proporre i propri spumanti. Infatti, grazie alle nuove conoscenze e la facilità nel reperire le attrezzature necessarie, è iniziato un nuovo movimento.

Di recente, si è sentito parlare di un nuovo gruppo di viticoltori che producono uno spumante metodo classico chiamato Nebbione, utilizzando solo le punte dei grappoli, dove si sa, gli acini sono più acidi. In questo modo solo le uve ideali vengono utilizzate per il Barolo, ma nulla va sprecato. Un ottimo impiego delle risorse!

In definitiva, non è detto che le Langhe, il Roero e il Monferrato, conosciuti in tutto il mondo per i grandi rossi non trovino nuova fama producendo bollicine di gran classe. Stiamo vivendo un periodo entusiasmante, ricco di novità, quindi tieni gli occhi aperti e non perdere di vista le bollicine piemontesi.

Per approfondire l’argomento, scopri tutti i vini frizzanti italiani e diventa un esperto di bollicine.