Arte e cultura

The RepairMan: perchè cambiare vita se puoi aggiustare quella che hai?

Febbraio 17, 2015
The Repairman

Dal 26 Febbraio il film The Repairman sarà proiettato nelle sale. Quando sono venuto a conoscenza del progetto non ho potuto fare a meno di interessarmi, innanzitutto perché i due produttori Paolo Giangrasso e Filippo Margiaria sono “roerini” e in secondo luogo perché l’idea che sta alla base del film mi ha affascinato moltissimo, oltre a trovare strepitosa il personaggio principale ovvero il mitico Scanio Libertetti.

E’ stato definito dalla critica “uno degli esordi italiani più interessanti degli ultimi anni” e vedere un progetto che parte dal basso realizzarsi ed arrivare al cinema è motivo di grande orgoglio per il territorio.

Ho approfittato della possibilità di potermi rivolgere direttamente a Filippo Margiaria per porgli una manciata di domande e togliermi qualche curiosità…

Qui intanto potete vedervi il trailer e poi leggervi l’intervista.

[av_video src=’http://youtu.be/6TT2YQ5-69c?list=PLkWGLAXBJ741_GC9yrwDW6fNdt79sghZb’ format=’16-9′ width=’16’ height=’9′ av_uid=’av-oe05nf’]

Come nasce l’idea di incentrare la storia su un personaggio come Scanio, con un carattere così riservato, timido, impacciato e quasi “sociopatico”?

Verso un certo modello sociale, siamo in effetti piuttosto a disagio anche noi.  Scanio vive semplicemente a modo suo in un mondo dove in effetti omologarsi rende tutto più semplice. Ma per lui sarebbe forse più complicato. Un film è sempre tratto anche dalle proprie esperienze e nella vita di Paolo e Francesco, che hanno scritto il film, ma credo anche in quelle di molti altri, spesso nascono imbarazzanti e divertenti situazioni che il film ripropone nell’avventura del personaggio. Come quando si interagisce con i call center, per fare un esempio.

_1

Qual’è stata la fase più complicata, in senso tecnico, logistico o progettuale, nella realizzazione del film?

Il film è stato preparato, prima ancora che noi di Aidìa lo incontrassimo, da Paolo Mitton e da Fabio Marchisio, che hanno cercato la collaborazione delle figure tecniche principali, e del protagonista, già durante la scrittura del film. Credo che per loro la cosa più difficile fosse trovare una casa di produzione che credesse nel progetto e li sollevasse con il suo arrivo dalla gestione degli aspetti burocratici ed organizzativi, senza tuttavia pretendere di agire per forza sugli aspetti creativi. Quella fase si è risolta con la nostra adesione al progetto.  Successivamente, non sono gli aspetti produttivi quelli più complicati.

L’aspetto più complicato rimane, per fortuna perché a pensarci ho i brividi, nella piena responsabilità del regista, ed è quel coordinare ogni aspetto ed il lavoro di ogni singolo reparto, sia sul set che in postproduzione, con fine di garantire la solidità stilistica e narrativa che fa, di un lungometraggio, un film.

The Repairman è strettamente legato al progetto “Viva la Reparacion”. Di che cosa si tratta?

Vivalareparacion è un’iniziativa culturale strettamente connessa al film, realizzata dal film con il sostegno di Legambiente, Slow Food, Collisioni, AIACE, i Restarters, I circoli Arci locali, Basta un Seme. Tutti i nostri partner hanno riconosciuto nel nostro geniale e stralunato personaggio una sorta di icona dello stile di vita che propongono con le loro ammirevoli iniziative.  In particolare, come noi, ritengono sia importante recuperare il valore del superamento del guasto come importante momento di crescita.

I giapponesi sono soliti saldare con una pasta dorata le crepe di un coccio rotto, a significare il grande valore dell’aggiustare ciò che non va. La vita è un susseguirsi di problemi superati, si cresce così. Il guasto fa parte di noi e solo accettando di fermarsi a riparare, invece di isolare o rifuggire i problemi, possiamo cercare una crescita sana e vera.

Viva la reparacion! , dunque. Ogni riparazione è una piccola rivoluzione. 

_2

Le interpretazioni dei personaggi nel film sono, a mio modesto parere, strepitose. Come è avvenuta la scelta del cast? Sono stati fatti dei provini o si aveva già un’idea degli attori che si sarebbero poi coinvolti?

Questo è un aspetto molto interessante. Sono fiero del fatto che per i ruoli di questo film siano stati “provinati” anche il il grande amico di Paolo Mitton, Fabio Marchisio, per il ruolo di Gianni, ed il produttore del film Paolo Giangrasso.

Ricordo bene l’ansia dei due rispetto all’esito dei provini, visto che conosciamo tutti Paolo Mitton e la sua attenzione ai dettagli non permetteva certo di considerare scontate le sue scelte. Insomma sono stati provinati tutti, a parte forse Hannah Croft, la più famosa di tutti noi e moglie del regista, protagonista della stand up commedy londinese. Ecco Paolo sapeva già che lei sarebbe stata perfetta, e sapeva di poter contare su di lei fin dal perido della scrittura del film.

Inoltre posso dirti che prima di andare al provino Paolo Giangrasso mi ha usato come “preparatore”. Mi chiamava anche dall’auto mentre raggiungeva il luogo dei provini e provava il suo giocoso ed arrembante assicuratore di provincia.

Siete soddisfatti delle recensioni ottenute e dei giudizi degli addetti ai lavori che si sono espressi finora ?

Provo a mettere in ordine le idee. Non voglio sembrare distaccato, ma devo dire che non sta a noi dichiarare o meno soddisfazione circa le recensioni della critica e dei giornalisti.  Abbiamo avuto recensioni splendide che ci hanno fatto piacere da penne e testate importanti in Italia e all’estero.

Il lavoro di Mitton è stato accostato a quello di registi eccezionali che hanno fatto la storia del cinema. Ma come sa ogni artigiano, se parliamo di soddisfazione quella deriva dalla qualità con cui si riesce a portare avanti ogni fase del progetto, dalle qualità delle idee che vengono fuori nel lavoro di squadra, dalle sorprendenti visioni del film, di cui ogni volta noti un particolare diverso che ti era sfuggito e magicamente viene fuori.

Il lavoro dei critici e dei giornalisti è un grande lavoro, e come nel caso del lavoro degli artigiani del cinema, il nostro compito è cercare di favorirlo, e cerchiamo di farlo. Commentarlo non è il nostro lavoro, direi.

_3

Che cosa direste ad un conoscente per descrivere il film in poche battute e invitarlo al cinema? 

Se volete conoscerci un po’ meglio, noi che abbiamo scelto di aiutare Paolo a produrre il suo film, ma soprattuto se vi incuriosisce l’eclettico sguardo di  questo regista ingegnere, andate a vedere The Repairman.

The RepairMan - locandina
Paolo non vi ha pensati, mentre lo scriveva. Non ha piazzato trappole acchiappa-pubblico. Vi si espone con onestà, presentando il suo sguardo sulla porzione di mondo che ha scelto di raccontare. Potrà piacervi di più o di meno, ma certo conoscerete qualcosa di autentico.

The repairman è un film sulla felicità, diciamo noi, e sul fatto che la felicità non è per tutti la stessa cosa. Scanio ha un suo modo, per essere felice. Chissà che non funzioni anche per voi!

The Repairman sarà proiettato nelle sale di tutta Italia.