Castiglione Falletto è uno dei paesi della “Langa del Barolo“, ovvero una delle sei core zone facente parte de “I paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato” riconosciuti come Patrimonio mondiale dall’Unesco nel 2014.
Il centro è situato nelle immediate vicinanze di Barolo, di La Morra e di Alba.
Sulla base del ritrovamento di una lapide funeraria è possibile ipotizzare la frequentazione dell’area già in epoca romana.
Le origini del Castello
Le origini del Castello di Castiglione Falletto si perdono nella notte dei tempi ed i documenti a noi pervenuti sono scarsi e carenti di informazioni.
Già a partire dall’ XI secolo si attestata la presenza di una fortificazione nella zona.
La prima data in cui il maniero compare come già costituito, è infatti quella del 31 luglio 1001, quando il nome della località e della sua fortificazione compaiono in un diploma dell’imperatore Ottone III con il quale il sovrano concedeva Castiglione ad altri castelli dell’Albese al marchese Olderigo Manfredi, conte di Torino.
Non si trattava, naturalmente, della costruzione attuale, anche se ne occupava più o meno l’area.
Non è noto il nome di chi fece costruire il primitivo Castiglione, mentre sappiamo che nel medioevo l’edificio si impose come “Castrum et Villa” di proprietà del Marchesato di Saluzzo.
L’edificio ha una dimensione di 50 metri di lunghezza sul lato rivolto verso la Piazza Vittorio Veneto, 40 sul lato di Via Cavour e 50 metri sul lato del Municipio.
La struttura
Il complesso architettonico si presenta come una massiccia struttura a pianta irregolare che segue l’andamento del terreno. E’ caratterizzato da due imponenti torrioni rotondi posti agli angoli e da un terzo torrione centrale di forma circolare e di grandi dimensioni.
Tale caratteristica è particolare per la zona; un castello come quello di Castiglione, ha torri tutte di pianta circolare: mentre è più frequente negli esempi vicini, Serralunga, Grinzane, Barolo, l’associazione di torri tonde con poderosi masti, o torrioni angolari, talvolta, quadrati o poligonali.
Il muro dell’imponente torre ha uno spessore alla base di circa 2 metri per poi assottigliarsi verso l’alto riducendosi a 1,60 metri circa. All’interno è presente una cella con volta a botte con un piccolo ingresso quadrato per salire ai piani superiori e ritirare, in caso di attacco, la scala di corda o di legno, isolando così la torre dal piano castellano.
Il quadrilatero centrale di circa 17 metri era probabilmente il primo castelletto intorno al quale sorgeva qualche piccola villa.
Il Marchesato di Saluzzo
Nel secolo XII in seguito al testamento di Bonifacio del Vasto, il castello passa al Marchesato di Saluzzo. Allo stesso periodo sono fatti risalire i primi lavori di rafforzamento.
Nel 1225 il paese di Castiglione compare in un documento nel quale la Contessa Alasia di Saluzzo concede il feudo a un Falletti in ricompensa per i servizi prestati in alcune guerre. Fu probabilmente Bertoldo Falletti di Alba che fece edificare il castello con le sembianze che ha ancora oggi.
Nelle seconda metà del XVIII secolo, passò al poeta arcadico Giuseppe Cerutti che lo restaurò, divenendo poi proprietà dei Caramelli e dei Clarotto.
I Falletti stessi si insediarono a Castiglione nel 1300, periodo in cui il castello assume l’imponenza attuale attraverso la costruzione della cinta muraria esterna e le torricelle agli angoli.
Per molti secoli l’edificio ha ospitato la discendenza dei Falletti, tanto che il nome di questa famiglia fu aggiunto a quello del paese, riconoscendo l’importanza e il ruolo di questa grande famiglia di feudatari delle Langhe.
Furono probabilmente i fratelli Manfreone e Daniele Falletti ad erigere nella seconda metà del Trecento le cortine e le torricelle d’angolo, anch’esse circolari, conferendo al castello la veste di possente quadrilatero fortificato.
In questo stesso periodo viene spianato il terreno di fronte al castello per costruire un luogo di culto che nel 1500 diventerà la parrocchiale quando i fedeli abbandonarono la Chiesa di San Lorenzo fuori le mura, primo nucleo devozionale che si sviluppò attorno ad una cappella non più esistente posta nelle vicinanze del paese.
Ci è dato sapere che all’epoca il piano calpestabile era almeno 2 metri più basso di quello attuale e le mura almeno 2 metri più alte a testimonianza del fatto che il maniero divenne una vera e propria fortezza.
Il passaggio ai Savoia
In campo religioso l’edificio appartenne alla Diocesi di Alba; nel 1511 entrò a far parte della Diocesi di Saluzzo, passò ad Asti ai tempi della riforma operata da Napoleone e, nel 1817, tornò nella Diocesi albese.
Il castello era dotato di una cappella gentilizia, intitolata a S.Maria in Castrum, che venne poi data in uso alla comunità quale nuova parrocchiale. Questa chiesa che conserva alcuni affreschi di Pietro Paolo Operti, originariamente era costruita in stile romantico e, nel 1983, venne ristrutturata con linee neogotiche, decorata ed arricchita dalla perizia dei fratelli Finati, pittori albesi.
Nel 1601, con il trattato di Lione, il castello passa ai Savoia con l’acquisizione del Marchesato di Saluzzo. I Savoia ottengono così avamposto di fronte alle terre del Monferrato nel tentativo di conquistarlo.
Pare che in questo periodo venga abbattuta parte della cortina laterale per alzare il terrapieno poichè non fu più necessario difendersi da archi, frecce e spingardi, bensì dai colpi di cannone.
Nel 1631 i Savoia acquisirono anche il Monferrato e la zona quindi gode di una cera pace: il castello perse la funzione di fortezza e divenne un’abitazione.
L’apertura al pubblico del 2015
Un’erta salita conduce al portone sovrastato dalla mole del torrione principale. Salendo lo scalone secentesco si giunge alla panoramica terrazza superiore basamento del predetto torrione di cui si visita la camera bassa.
L’interno si articola su due piani con un grande salone centrale di rappresentanza e stanze laterali con camini e soffitti affrescati.
Al piano inferiore è presente un’ampia cucina voltata con un grande forno e una stufa enorme per confezionare i pasti per la guarnigione, la sala d’armi da cui si accede alla torre sud-est detta dei “cutei” (coltelli) che anticamente serviva da prigione.
Un piccolo oratorio conserva tracce di decorazione medievale, la cinta muraria racchiude un bellissimo giardino che funge da vero e proprio balcone sulle Langhe.
Numerose sono le famiglie che si sono susseguite come proprietarie del maniero: tra tutte, la famiglia degli Scagnello ha un significato particolare per Castiglione: il conte Patrizio Filippo di Scagnello si adoperò per abbellire il castello rendendolo a tutti gli effetti un’abitazione nobiliare
A partire dal 1870 la famiglia Vassallo diviene proprietaria del castello. Da allora, fino ai giorni nostri sono stati notevoli gli interventi di recupero e restauro a causa di alcuni cedimenti strutturali che hanno minato (e minano tutto’ora) la buona conservazione dell’edificio.
La situazione precaria dell’edificio e la necessità invece di attuare importanti restauri ha portato a inizio 2015 ad un accordo di acquisizione in uso pubblico pluriennale fra il Comune di Castiglione Falletto e la famiglia Vassallo, attuale proprietaria del maniero.
Sabato 11 aprile 2015 l’imponente fortezza medievale ha riaperto i battenti al pubblico.
In attesa dell’inizio dei lavori di restauro degli interni è per ora accessibile solo il giardino che consente una spettacolare vista a 360 gradi sulla Langa del Barolo.
Fonti: Castelli Aperti, Langa Medievale, Langa Barolo
Crediti Foto: Federico Carpino
Il Castello di Castiglione Falletto
Via Camillo Benso Conte di Cavour, 19, 12060 Castiglione Falletto CN, Italia
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