Qualche giorno fa, vi ho guidato fra le più antiche cantine del paese di Barolo, per cercarvi le tracce lasciate dall’omonimo grande vino, ma forse non abbiamo trovato tutte le risposte che ci aspettavamo.
Oggi proveremo ad ampliare il raggio della nostra ricerca, spostandoci verso Pollenzo e poi verso Grinzane Cavour, sede del famoso castello.
Pollenzo e i Savoia
La tenuta reale di Pollenzo disponeva di ampie cantine che, nel secolo scorso, vinificavano le uve provenienti dai vigneti di proprietà della Real Casa Savoia, tra cui la real vigna di Barolo, situata in località Paiagallo.
I documenti dell’archivio di stato di Torino – Fondo Real Casa, accennano sovente alle reali cantine di Pollenzo ove si trovava pure il locale per l’imbottigliamento. Per il periodo in questione (1848-1873) era un’importante innovazione.
La cantina vera e propria era sistemata sul lato nord-est, in un locale appena interrato di circa 1700 metri, sono ancora visibili alcuni basamenti a sostegno delle botti.
Per il resto è rimasto nulla, dopo il 1946, a seguito della caduta della monarchia l’intera amministrazione passò allo stato ed i locali caddero in stato di progressivo degrado, che vennero ulteriormente danneggiati dall’alluvione del 1994.
Oggi l’edificio ospita L’Agenzia di Pollenzo, con la sua Università del Gusto.
A Grinzane con il conte Camillo Benso
Camillo Benso, conte di Cavour e primo ministro di Vittorio Emanuele II, produsse Barolo tra il 1835-1855 nelle sue tenute a Grinzane Cavour, non lontano dalla città di Alba.
Qui lavorò l’enologo francese Oudart, che vinificò Barolo secondo una tecnica particolare che certamente influenzò la produzione successiva di questo vino.
Oudart insisteva nell’ottenere vini secchi ovvero che completassero la fermentazione e dava molta importanza ai travasi, in ciò andando controcorrente rispetto ai metodi dell’epoca.
Oggi il castello è sede dell’enoteca regionale Cavour, nulla è rimasto delle cantine situate tra l’altro nel “locale delle grazie” dietro il castello “con botti da 26 e 44 brente”.
Nel 1961 imponenti lavoro di restauro per la costituzione dell’enoteca regionale piemontese modificarono sensibilmente le strutture interne.
Le numerose cascine proprietà della famiglia Cavour sono tuttora in attività, la memoria orale dei vecchi viticoltori di Grinzane Cavour ricorda nei loro nomi “La Camilla”, “La Corte”, “La Borzone Grosso”, “La Gustava” alcuni personaggi dell’epoca cavouriana.
Detta cascine sono ben evidenziate in una mappa del 1700 conservata nel comune di Grinzane Cavour.
Conclusioni
Per oggi chiudiamo qui. Il prossimo appuntamento sarà in una delle più grandi e storiche cantine della zona… non mancate!
Tutti gli articoli della serie “Sulle tracce del Barolo”
Sulle tracce del Barolo #1 – Introduzione
Sulle tracce del Barolo #2: a Barolo
Sulle tracce del Barolo #3: fra Serralunga e Verduno