Arte e cultura

Monforte ospita il cantautore Daniele Ronda

Giugno 20, 2014

Daniele Ronda è un cantautore piacentino che sta diventando sempre più autorevole a livello nazionale nella musica folk. La sua carriera è fatta di grandi collaborazioni, di premi prestigiosi e di palchi importanti: ha infatti collaborato come autore con Nek, Massimo di Cataldo, Mietta, Molella, duettato con Davide Van de Sfroos e Danilo Sacco e vinto diversi premi.
Il 9 Agosto si esibirà nel bellissimo Auditorium Horzowsky di Monforte, location che ospita anche il prestigioso festival “Monfortinjazz” per la nuova edizione del festival “Ritmica”. Abbiamo avuto modo di fargli alcune domande attraverso un colloquio telefonico.

ronda1langhenet-01

Daniele Ronda

Possiamo dire che il 2014 fino ad ora sia stata una grande annata per te: con il nuovo album arriva “il concertone” del Primo Maggio a Roma e poi l’apertura ai concerti di Ligabue. Come si sono presentate queste due opportunità?

Ovviamente si è trattato di due grandissime opportunità che sono nate in modo molto naturale e un po’ per necessità artistiche: Il Primo Maggio è una ricorrenza importante per me, è un momento che va vissuto e celebrato con un certo coinvolgimento. Ci ho sempre tenuto molto e non a caso, infatti, lo scorso anno è stato organizzato un concerto a Piacenza, la mia città, per ricordare questo importante giorno. La performance con i Taranproject a Roma è stata speciale e dal forte valore simbolico: in un momento in cui la crisi non è solo economica, ma anche sociale, è bello e giusto ricordare che il nostro paese è straordinario da nord a sud e la diversità rappresenta una grande ricchezza.

Per quel che concerne le aperture ai concerti di Ligabue sono stata una grandissima sorpresa e un’opportunità straordinaria. Esibirsi di fronte a migliaia di persone è uno scenario fantastico e un’emozione unica. La cosa che mi ha sorpreso di più è stato il coinvolgimento del pubblico. La gente ci ha dato un’accoglienza, una partecipazione e un calore che non ci aspettavamo. Inoltre leggere tanti commenti e avere diversi feedback positivi nei giorni a seguire è una cosa che ho apprezzato tantissimo.

Ti esibirai a Monforte con il Folklub ovvero la band che ti accompagna dal vivo. In che modo sono coinvolti nel progetto? Partecipano anche alla stesura dei tuoi brani?

Il Folklub ha un ruolo fondamentale nel progetto e non a caso è presente sui manifesti ed è una vera e propria entità. I musicisti mi sostengono non solo dal vivo ma partecipano attivamente all’arrangiamento dei brani in studio. Carlo (basso) e Sandro (fisarmonica) ci sono da sempre e hanno visto nascere e crescere questo progetto dall’inizio. Il Folklub è un laboratorio aperto che ha i suoi pilastri ma non esclude il coinvolgimento di nuovi elementi in quanto c’è sempre voglia di ricerca, di crescita e di sperimentazione.

Il rapporto che esiste fra noi è molto forte, possiamo definirci quasi un famiglia. Considera che solo lo scorso anno abbiamo fatto 120 concerti insieme ed è quindi facile immaginare che con le varie prove, i chilometri e tutti i momenti che ci sono prima e dopo lo spettacolo li abbiamo vissuti e continuiamo a viverli insieme. Per me il gruppo rappresenta un senso di sicurezza.

ronda2langhenet-01

Daniele Ronda in concerto

Nella tua carriera, se non erro, c’è una parentesi dedicata al dialetto. Ti va di parlarci di come nasce questo interesse da parte tua?

Sono fortemente legato alle mie origini e dai testi delle mie canzoni è evidente. Si tratta di una parentesi ancora aperta in quanto mio interesse verso il dialetto è vivissimo dentro di me sempre. Il dialetto è una forma di comunicazione assolutamente efficace per parlare di determinati argomenti perché è in grado di dare un colore diverso, aiuta a descrivere in maniera unica i contenuti che vuoi condividere. Scelgo in maniera molto naturale se utilizzare il dialetto oppure no. Nell’ ultimo album “La rivoluzione” per esempio ho voluto raccontare la mia terra in modo immediato e quindi la scelta è ricaduta sull’italiano.

Ti chiediamo una piccola anticipazione se ti va: una volta terminato il calendario estivo continuerà il tour de “La rivoluzione” continuerà? Quali sono i tuoi progetti per la nuova stagione?

Credo ci sarà un grande evento che anticiperà l’inizio del tour invernale dove faremo uno spettacolo un po’ diverso considerando il cambio di contesto. Nei concerti in piazza o in generale all’aperto ci sono dei ritmi più serrati, la gente ha voglia di ballare, di saltare, di divertirsi spensieratamente mentre nei teatri lo spettacolo si fa più intimo e mi piace creare un legame col pubblico diverso, mi piace parlare con la gente. Si tratta di due dimensioni differenti fra loro, due modi diversi di approcciare il pubblico ma che amo allo stesso modo.