L’annata corrisponde all’anno della vendemmia, da non confondere con la data dell’imbottigliamento. I vini che espongono sull’etichetta l’annata sono anche detti millesimati.
Gli elementi essenziali che determinano una cosiddetta buona annata sono le condizioni climatiche dominanti, soprattutto insolazioni e piogge che influiscono sul terreno coltivato a vite ed allo sviluppo dell’uva. Si sente quindi spesso parlare di grandi annata grande, eccezionale, mediocre o cattiva; le prime due descrivono un vino da invecchiamento che può essere lasciato ulteriormente invecchiare e che ha una maggiore concentrazioni di sapori, mentre le seconde descrivono un vino da minore invecchiamento, da consumare in tempi rapidi perché meno ricco di alcool, tannino, acidità, ecc.
Non necessariamente un vino invecchiato può risultare migliore al vostro gusto o a quello dei vostri amici, il gusto infatti è sempre un elemento personale. Tuttavia i vini giovani sono più fruttati e più vivaci mentre quelli invecchiati, per cui è da valutare una possibile decantazione, sono più morbidi e aromatici, con un sapori più complessi ed impegnativi da gustare.
Per capire se il vino di una certa annata è apprezzabile o meno occorre essere dei buoni intenditori, perché alcune annate possono essere considerate buone per alcuni vini e mediocri per altri.
I vini non millesimati, senza cioè il contrassegno dell’annata, sono, normalmente, prodotti con uve di vendemmie diverse e pronti al consumo e non particolarmente adatti all’invecchiamento.
Interessanti infine le riflessioni di Massimo Martinelli al riguardo del significato delle annate del Barolo.
Descrizione delle singole annate dal 1868 al 2000
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