Arte e cultura

Una masca e via… sulle ali della fantasia

Gennaio 25, 2011
Una masca e via...

Fantasie e immagini da “brivido” che hanno popolato l’infanzia di molte persone oggi non fanno più paura e sono diventate motivo di gioco, addirittura di promozione del territorio.

Luoghi, personaggi, situazioni recuperate dalla memoria passata e recente o invenzioni che danno sfogo alle inquietudini dell’anima sono il tessuto su cui continua a svilupparsi l’attività promozionale dell’Associazione culturale Arvangia, impegnata a documentare l’immaginario popolare piemontese.

Un singolare processo di metamorfosi socioculturale ha portato in questi anni le “masche”, fattucchiere doc delle campagne piemontesi, dai roghi agli onori della TV, dei dibattiti, delle tesi di laurea e, in non pochi casi, delle strategie di richiamo turistico. Arvangia, in lingua piemontese, vuol dire rivincita e quanto sta accadendo può essere considerato una specie di riparazione morale dopo secoli di oscurantismo, ignoranza e persecuzione. Da questa situazione l’idea di continuare a raccogliere testimonianze, racconti di fantascienza, vicende di spiriti e folletti, incontri con Ufo, viaggi e fughe dalla mente inquieta, proiezione all’esterno di paure o creazione di presenze imbarazzanti.

 

Foto di Bruno Murialdo (www.brunomurialdo.com)