Arte e cultura

La Cricca dij Mes-cià intervista alla band di musica popolare piemontese

Aprile 30, 2024

La Cricca dij Mes-cià è un vivace gruppo di musica folk popolare dedito alla reinterpretazione di canzoni tradizionali piemontesi, arricchite da un ritmo incalzante e ballabile.

Nata nel 2013, la Cricca ha cominciato riarrangiando antichi canti popolari sulle orme dei cantastorie, per poi evolversi e dedicarsi anche alla composizione di brani originali.

Ci piaceva l’idea di approfondire il tema della riproposta culturale, della tradizione nel presente e nel futuro, in una piacevole chiacchierata con Daniele “Pera” Ronco, frontman del gruppo.

Da sinistra: Emanuele, Maurizio, Daniele, Davide, Simone e Matteo

Origini e passione: “Come avete iniziato a suonare musica tradizionale popolare del Piemonte e cosa vi ha attirato verso questo genere? Com’è nato il gruppo?

Daniele — La Cricca è nata per gioco da un gruppo di amici. Ognuno è arrivato con esperienze artistiche diverse, chi dal teatro, chi da altri gruppi musicali. Ci siamo incontrati a “suonarne due” in occasioni come pranzi e cene tra amici fino a quando ci siamo detti: “Andiamo al Cant’e j’euv a fare un po’ di baldoria?”.

Ogni canzone è un racconto. Facciamo musica del popolo per il popolo

Vista la risposta entusiasta del pubblico abbiamo deciso di strutturarci e di rivisitare in chiave moderna i brani della tradizione. In un secondo momento abbiamo iniziato a scrivere canzoni nostre che abbracciano le epopee del passato con i nostri valori attuali.

Ci consideriamo un gruppo agricolo raccontando il territorio in sua difesa: la salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo, l’agricoltura come fatica, ma anche come occasione per stare insieme.

Perché è importante mantenere viva la musica tradizionale del Piemonte nella cultura contemporanea?

Daniele — Nel nostro piccolo cerchiamo di raccontare una storia a tutti, anche chi non capisce il piemontese. Non vedo il dialetto come un limite anzi, spesso ci sono dei contesti, per esempio quando suoniamo per un pubblico straniero, dove l’energia, la voglia di condividere e di ballare è fortissima.

Si tratta di trasferire dei riti, una tradizione di un territorio dove la musica ha un potere incredibile perché rende tutto più semplice, immediato.

Quali sono state le vostre esperienze più significative? Ci racconti del vostro viaggio in Argentina?

Daniele — Nel 2019, in collaborazione con l’associazione Agemaso di Monticello, siamo stati in Argentina per esplorare e condividere la cultura piemontese con le comunità locali nelle province di Santa Fe, Córdoba e Entre Ríos.

Chi se ne va tiene più alle origini di chi rimane. Spesso chi vive qui non ha l’attaccamento alla tradizione che hanno persone che vivono a migliaia di km di distanza

Abbiamo incontrato persone con un cordone ombelicale molto legato al Piemonte e un senso di appartenenza forte nonostante siano passate diverse generazioni. Il piemontese lo conoscono i più anziani, ancora oggi parlo e chatto via WhatsApp con alcuni di loro in dialetto.

Abbiamo conosciuto una marea di gente, che ci ha accolto con un calore incredibile, quello tipico del sud america.

Il viaggio è stato immortalato in un docufilm, che narra questa affascinante esperienza di scambio culturale e musicale.

Chi ha ispirato il vostro percorso musicale?

Daniele — Sicuramente ciascuno di noi ha avuto il proprio “battesimo” in casa. Io, per esempio, ricordo che mi piaceva tanto cantare andando in montagna a Entracque con mio nonno che era un cantore.

Nelle feste di paese tra amici poi, una volta cresciuti, si finiva sempre a cantare. La cosa bella della canzone popolare piemontese è che, se prendi una canzone tra quelle più conosciute (come la La mia mama veul chi fila), c’è qualcuno che tira fuori una strofa nuova.

Rispetto ai nostri riferimenti, ci sono personaggi locali che hanno scritto canzoni e fatto tantissimo per la riproposta come Gigi Scarsi, Angelo Manzone o i Tre Lilu.

La Cricca scrive anche canzoni proprie: come avviene il processo creativo nei vostri brani originali?

Daniele — Fondamentalmente io mi occupo dei testi e i miei compagni scrivono le musiche. Non è sempre così, a volte su un testo con una melodia che ho in testa si sviluppa una musica tutti insieme, altre volte da un giro di accordi o da una melodia nasce la canzone.

La nostra fortuna è che siamo amici prima di tutto e quindi ci sono tante occasioni di vederci per stare insieme.

Cerchiamo di provare il più possibile, anche se in sei, ognuno con i suoi impegni e la sua vita, non è facilissimo farlo tutte le settimane.

A Natale, per esempio, facciamo sempre la cena “della Cricca” per trovarci e suonare accompagnati da un buon bicchiere di vino.

Avete progetti futuri, desideri e obiettivi che vorreste raggiungere come gruppo nei prossimi mesi? Cosa bolle in pentola?

Daniele — Sicuramente registrare un album nuovo di canzoni nostre. Inoltre, stiamo lavorando per tornare in Argentina, speriamo tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo.

Naturalmente poi, abbiamo un po’ di concerti durante l’estate, che è il periodo in cui siamo particolarmente attivi, tra feste di paese, passeggiate enogastronomiche, festival ed eventi vari in tutto il Piemonte e un po’ di Liguria.