Ieri, nella tarda mattinata, a Barolo, è mancato Luciano Sandrone, uno dei più umili e importanti produttori di vino. Aveva 76 anni.
Iniziò la sua attività professionale, presso la Marchesi di Barolo, ove divenne, col tempo, capo cantina.
Nel 1978 si mise in proprio, sostenuto dal fratello Luca, enologo, della moglie Mariuccia e in seguito della figlia Barbara e dei nipoti Alessia e Stefano.
Al Vinitaly 1981 un suo Barolo – Cannubi Boschis 1978 – ottenne un importante successo, di fatto un importatore americano ordinò tutta la produzione.
A Sandrone va il merito di importanti scelte tecnico-operative, cito la conduzione del vigneto a livello biologico e l’utilizzo dell’energia fotovoltaica in cantina.
Termino ricordando una degustazione di altissimo profilo: a Fontanafredda, nell’accogliente sede del Circolo dei Crotè, durante una serata con il “Re dei Vini”, Luciano presentò un suo Cru: Cannubi Boschis 1990.
C’erano nel salone almeno 40 persone: enologi, impiegati, insegnati di enologia e funzionari del Monte dei Paschi di Siena. Tutti ascoltavano, interessati.
Luciano descriveva, con molta passione, i caratteri sensoriali del suo vino: dai profumi speziali, al gusto ricco di souplesse.
Poi alzò il bicchiere, guardando il suo Barolo, ma rimase in silenzio. Era emozionato, soltanto molto emozionato.
Il pubblico comprese, un lungo e sentito applauso liberatorio concluse la bellissima serata.
Crediti immagine: dissapore