Carrù – Il diploma imperiale di Enrico II dell’anno 1041 è sino ad oggi il documento più antico ed attendibile a riguardo del castello di Carrù, che oggi conserva ancora un torrione e merlature ghibelline.
Un tempo proprietà dei Vescovi d’Asti, nel 1250 fu assoggettato a Mondovì e nel 1370 venne venduto a Pietro Bressano. Passo poi in mano ai Savoia nel XV secolo, e ad alcune famiglie nobili fino al XX secolo quando nel 1977 venne ceduto dalla famiglia Curreno alla Cassa Rurale ed Artigiana di Carrù, ora Banca Alpi Marittime.
L’edificio ha l’aspetto di una dimora del tardo Rinascimento, risultato di restauri che subì in varie epoche, nel corso del XV e XVII secolo e ancora nel 1820 e nel 1864. L’interno ospita pregevoli quadri del ‘700, una bella camera barocca e volte lignee del XIV secolo.
L’aspetto del castello è il risultato di svariati interventi condotti attraverso i secoli: vi si possono rintracciare parte della merlatura, aperture gotiche murate, feritoie, a testimonianza della funzione difensiva e strategica della costruzione in periodo medioevale.Successivi interventi riconducibili al 1600, ne modificarono l’assetto ed anche la destinazione d’uso, divenendo tranquilla abitazione di campagna per la villeggiatura dei conti Costa.
Alcuni interventi di gusto neogotico, insieme alla sistemazione del giardino, condotti intorno alla metà del 1800, ne completarono la fisionomia, tuttora riscontrabile.L’interno conserva grandi saloni, alcuni dei quali decorati con motivi floreali e allegorie mitologiche, riconducibili in parte alla seconda metà del 1600 ed in parte alla prima metà del 1800; l’arredamento e la ricca collezione di tele (tra queste interessanti opere di scuola piemontese e genovese) risalgono pressoché interamente alle sistemazioni sei-settecentesche dei Costa.
Fra i vari ambienti merita particolare attenzione la “camera dell’alcova”, che conserva un arco in legno e stucco dipinto, singolare esempio di gusto decorativo e scenografico barocco. Gli ottimi progetti di riuso dell’edificio da parte della Banca Alpi Marittime hanno portato il castello ad una completa rivalutazione, nuovamente fulcro culturale e protagonista della storia in divenire della zona.
Il Castello è visitabile durante alcune manifestazioni organizzate dalla Banca Alpi Marittime.
(Notizie tratte dal volume “Il castello di Carrù” di Alessandro Abrate)
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