La TV degli invisibili: storie che nessuno racconta

Domenico Iannacone, giornalista e documentarista, apre da sempre una finestra diversa sulla televisione: quella che racconta chi resta ai margini, dando voce e volto a storie, luoghi e vite che raramente trovano spazio sullo schermo.

Lo fa con uno stile sobrio e profondamente umano, restituendo alla televisione la sua funzione più alta: ascoltare, comprendere, resistere.

La sua è la televisione migliore, quella che si oppone al rumore dell’attualità con la forza silenziosa dell’empatia.

Il racconto degli invisibili

Iannacone ha iniziato giovanissimo sulle testate regionali per poi diventare inviato di punta di Ballarò e Presa Diretta su Rai3.

Ha ideato e condotto per sette edizioni I dieci comandamenti e dal 2019 è in onda con Che ci faccio qui, uno dei programmi di approfondimento più seguiti della Rai, capace di trasformare la cronaca in racconto e la notizia in incontro.

Nel 2024 ha portato lo stesso progetto anche a teatro, con Che ci faccio qui – in scena, un esempio di teatro civile di narrazione che fonde la forza del documentario alla poesia del linguaggio teatrale.

Una voce civile

Nel corso della sua carriera, Iannacone ha ricevuto cinque Premi Ilaria Alpi, il Premio Paolo Borsellino (2015), il Premio Goffredo Parise (2017), il Premiolino (2022) e il Premio Franco Cuomo (2024).

Con il film documentario Lontano dagli occhi ha ottenuto riconoscimenti internazionali, confermando la sua capacità di coniugare rigore giornalistico e profondità umana.

La sua narrazione è erede della tradizione documentaristica italiana e del cinema neorealista, dove l’indagine sociale si intreccia al racconto poetico della realtà.

Una lezione di sguardo

Nel suo incontro alla Fondazione Mirafiore, Iannacone porterà storie e testimonianze raccolte sul campo, restituendo esperienze che hanno cambiato il suo modo di osservare il mondo.

Attraverso immagini, parole e frammenti visivi, mostrerà come la televisione possa ancora essere uno strumento di attenzione e conoscenza, capace di illuminare chi vive ai margini e di allargare lo sguardo dello spettatore.

Una televisione che resiste

Con Domenico Iannacone, la televisione torna a essere narrazione civile: non semplice intrattenimento, ma spazio di consapevolezza e di verità.

Un incontro che diventa riflessione sul ruolo dei media e sul potere del racconto, per riscoprire che dietro ogni storia invisibile si nasconde una parte di noi.

La rassegna

Un invito semplice e insieme impegnativo: esserci, informarsi, partecipare.

Fino al 18 aprile, con epilogo nella tradizionale Passeggiata resistente del 25 aprile, il teatro della Fondazione Mirafiore, immerso tra le vigne di Serralunga d’Alba, torna a essere casa del pensiero critico, della memoria e del dialogo civile.

Una nuova edizione del Laboratorio di Resistenza permanente rinnova l’appello alla partecipazione e alla riflessione.

Coltivare la complessità, custodire il dubbio, difendere la bellezza del confronto

così la direttrice Paola Farinetti ha sintetizzato la rotta, richiamando l’idea di libertà come partecipazione.

Proprio #partecipazione è la parola-guida di questa stagione, con 24 incontri in orario preserale.

Un calendario intenso, aperto da un prologo con il cardinale Gianfranco Ravasi, seguito dalla presentazione del primo romanzo di Oscar Farinetti, La regola del silenzio, introdotto in dialogo con Giulia Ichino, editor di Bompiani.

Due momenti che hanno dato il via a un percorso condiviso: quello di una comunità che sceglie di restare vigile, curiosa, attenta.

Laboratorio di resistenza permanente

Il Laboratorio di Resistenza permanente nasce per attualizzare i valori della Resistenza storica, adattandone il significato e l’eredità morale alle sfide contemporanee.

Nel corso dell’anno, il teatro della Fondazione ospita incontri, letture, spettacoli e dibattiti sui grandi temi del vivere civile.

Giornalisti, uomini e donne di cultura, scienza, economia e politica si alternano in un confronto aperto e intergenerazionale.

Questa rassegna è divenuta, dopo anni di attività, una vera comunità del pensiero, che si ritrova ogni settimana per indagare la contemporaneità, riflettere sui valori da proteggere e rinnovare l’impegno civile attraverso linguaggi accessibili a tutti.