lo il “libro del comando” non l’ho mai visto.
Una volta hanno cercato di farmigli dare un’occhiata, ma io ho risposto che lo ritirassero e che non avevo nessuna intenzione di vederlo. lo non appartengo a quel gruppo di persone che si servono del libro dei comando e voglio vivere in pace con tutti.
Oggi le persone più istruite dicono che non credono nell’esistenza delle masche, ma se porta occasione sono capaci di farle vedere ad altri, le masche. Anzi, più istruiti si è e più diventa facile manovrare il libro dei comando. Chi non lo sa trattare rischia di prendersi delle botte e delle disgrazie senza sapere da dove arrivano. E’ un libro delicato e non tutti possono usarlo. Le masche sono esistite ed esistono ancora, altroché.
Mio figlio una volta fu disturbato da uno strano uccello che aveva l’aspetto di un vitello. Era per strada di notte perché stava andando a vegliare e quell’uccellaccio gli volava intorno e gli faceva paura. Quando ha visto che non c’era niente da fare si è messo a correre ed è tornato a casa.
A me è successo di peggio.
Stavo tornando a casa dal paese ed era già buio perché avevo terminato tardi i lavori. Quando giunsi nei pressi della cascina della Chinassa non mi riuscì più di proseguire. Dovevo sempre attraversare delle ripe piene di rovi e di cespugli. Appena finivo di attraversare una, me ne trovavo dinnanzi un’altra e ricominciavo da capo.
Dopo molte ore mi sono ritrovato nello stesso punto da dove ero partito e avevo le mani sanguinanti a causa delle spine. Per poter tornare a casa ho dovuto aspettare l’alba. I miei pensavano che io fossi stato ubriaco, ma io sapevo che non era così. Mi ricordo ancora con precisione, era il 27 luglio, il giorno dopo la caduta dei duce. La verità l’ho scoperta per caso. Stavo lavorando a sistemare una grondaia sul tetto della chiesa e il parroco mi ha chiesto se ero tornato a casa bene la sera precedente. Gli ho gridato “Brutto delinquente, se mi capiti a tiro ti rompo le ossa e ti insegno io a tormentare la gente”. Sono sceso per picchiarlo, ma lui è fuggito e da allora mi ha lasciato tranquillo.
La masca che conosciamo ha 80 anni e tutti sanno che è una masca. Ad una certa età le masche cercano di liberarsi dei libro e lo lasciano a qualcuno. Per difendersi dalle masche occorre un libro che adesso non è in commercio. Qualcuno ha cercato di averlo, ma non lo ha trovato. lo so come liberami dalle masche, ma si tratta di un segreto e non lo posso svelare. Salvare qualcuno vuol dire far perire altri. Il male che potrei togliere a qualcuno si riversa su altri. Mi sento di combattere le magie, ma sono cose pericolose e ho paura. Ho aiutato un bambino ipnotizzato che era rimasto fino a sei anni con un male incurabile. Ad un certo punto non ho potuto proseguire perché c’era qualcuno che non mi lasciava. Le masche sono organizzate in una società, in una specie di associazione. Oggi sono un po’ in crisi perché mancano i libri, ma non bisogna mai fìdarsi. lo ho un dono che mi è stato lasciato e so distinguere le masche appena le vedo. Una volta mia moglie è caduta in un bosco dove eravamo andati a far legna. Scivolò senza accorgersene e sembrava una cosa da niente, ma si fece uno squarcio al polpaccio e le dovettero dare cinquantadue punti. Stranamente però le sue calze non si strapparono. li maresciallo non credette a quello che gli raccontammo e sosteneva che era fìnita sotto una ruota dei trattore. lo sapevo chi era il responsabile e gli ho fatto il gioco. Quattro anni dopo è venuta a casa mia una donna gridando “Gepù aiutami, che muoio “. lo le ho dato dei grappino e si è ripresa.
Il giorno dopo davanti alla chiesa mi ha detto “Gepù me ne hai combinata una delle tue, eh!”. Parlando in questo modo si è scoperta e io le ho risposto che, se sapevo, invece della grappa le avrei sparato. Il gioco che le ho fatto era un incantesimo. Se passava lungo la strada che porta a casa mia, sarebbe caduta e si sarebbe sentita male. Dopo quattro anni è successo quello che avevo previsto e il gioco ha funzionato.
Gepu, anni 74 – Treiso
Tratto da: D. Bosca, B. Murialdo, L. Carbone – Racconti di Masche – Famija Albeisa 1979
Foto di Bruno Murialdo (www.brunomurialdo.com)