Abbiamo intervistato Chiara Lanzi, Direttrice della gipsoteca “Giulio Monteverde” di Bistagno, per farci raccontare da lei questa bella realtà culturale.
Che cos’è la Gipsoteca di Bistagno?
E’ un museo civico che conserva modelli originali in gesso dello scultore Giulio Monteverde, nato a Bistagno nel 1837. E’ una delle cinque gipsoteche musealizzate del territorio piemontese, assieme a quelle di Leonardo Bistolfi a Casale Monferrato, di Davide Calandra a Savigliano, di Pietro Della Vedova a Rima San Giuseppe e di Paolo Troubetzkoy a Verbania… senza contare le innumerevoli gipsoteche, ancora in fase di studio, schedatura o musealizzazione, presenti nella nostra regione.
Chi era Giulio Monteverde?
Fu uno scultore di notevole fama nel corso dell’Ottocento, autore di importanti monumenti pubblici e sepolcrali, ideatore di alcuni celebri gruppi plastici come il Colombo giovinetto, Il genio di Franklin, l’Edward Jenner che inocula il vaccino del vaiolo al figlio e l’Angelo Oneto.
Molto apprezzato dalla famiglia reale, Monteverde fu anche un influente personaggio pubblico insignito di svariate onorificenze e cariche politiche e culturali: divenne senatore del Regno e fu membro e professore onorario delle più prestigiose accademie d’arte europee.
Dopo gli studi giovanili all’Accademia Ligustica di Genova, la sua brillante carriera si svolse a Roma, dove si fece costruire una splendida palazzina tutt’oggi conservata in piazza Indipendenza, sede della sua abitazione principale e dei sui laboratori di scultura. E’ proprio da lì che provengono i gessi bistagnesi.
Quando è nata la Gipsoteca?
La prima origine della gipsoteca, come accennavo, va individuata nell’atelier romano del Monteverde: i gessi erano i modelli delle sculture che, man mano, egli ideò per poi trasformarli in materiali duraturi.
Nella palazzina di piazza Indipendenza esistevano due “magnifici saloni” destinati proprio all’esposizione dei gessi, una sorta di museo privato a testimonianza delle tappe della lunga carriera artistica del loro autore.
Monteverde morì nel 1917 e due anni più tardi le figlie, su esplicita volontà del padre, donarono i gessi alla città di Genova che, per svariate e complesse ragioni, non riuscì a provvedere alla loro corretta conservazione e valorizzazione: pertanto, a più riprese nel corso del Novecento, i gessi vennero ceduti con atti di donazione o comodato al paese di Bistagno.
Qui, come sede della collezione, fu scelto un palazzo edificato a fine Ottocento sulla base del progetto, datato 1881, dell’ingegnere alessandrino Giulio Leale: l’edificio costituisce un vero e proprio cuore pulsante della comunità, poiché – prima di divenire sede museale – ne ospitò per circa cent’anni le scuole. L’attuale allestimento museale risale al 2001.
Perché il gesso? Che tipo di materiale è?
Si tratta di un materiale friabile, morbido e relativamente leggero che, nella pratica scultorea, attraverso complesse operazione di calco, permette all’artista di trarre una copia fedelissima della prima modellazione in argilla, impossibile da conservare, per poi divenire modello per le successive trasposizioni in materiali durevoli, quali il marmo e il bronzo.
Si tratta quindi essenzialmente di materiale transitorio e connesso alle pratiche preparatorie di una scultura, ma nel contempo è il materiale che, meglio di ogni altro, conserva l’impronta originaria dell’abilità e genialità dell’artista… letteralmente, poiché – come si può notare anche a Bistagno – su alcuni gessi vediamo il segno delle impronte digitali dello scultore!
Ci racconti un po’ la gestione di questo museo
Sono incaricata della direzione da poco più di quattro anni. I primi tre anni sono stati quasi completamente assorbiti dalla necessità di risolvere alcuni gravi problemi conservativi, obiettivo che abbiamo raggiunto alla fine del 2014 per poi presentare i risultati del lavoro all’ultimo congresso italiano dell’International Institute for Conservation, tenutosi dal 22 al 24 ottobre 2015 presso il Centro di Conservazione e Restauro La Venaria Reale.
Accantonati i problemi conservativi, abbiamo iniziato a pensare maggiormente alla valorizzazione: l’evento di maggiore rilievo è stata la mostra Dialogo, tenutasi tra l’estate e l’autunno del 2015, durante la quale abbiamo fatto dialogare i gessi con la pittura materica e colorata dell’artista inglese Paul Goodwin. Stiamo ora cercando di organizzare una nuova edizione dell’iniziativa, in modo che le mostre temporanee d’arte contemporanea diventino un evento ripetibile a cadenza annuale.
Molto importante è stata anche l’organizzazione di una serie di lezioni sulla cultura figurativa del territorio che ci hanno dato modo, tra l’altro, di formare una piccola squadra di operatori museali addetti alle attività di apertura e visita del museo.
Più in generale, con queste lezioni, che ripeteremo nell’anno in corso, cerchiamo di esprimere al meglio quella importantissima vocazione di presidio territoriale propria del museo, secondo quanto prevedono gli Standard museali nell’ambito della voce “Rapporti con il territorio”.
Quando è visitabile la Gipsoteca?
Dalla primavera all’autunno è aperta tutti i sabati, domeniche e festivi.
Negli altri periodi dell’anno garantiamo aperture e visite guidate su prenotazione, telefonando allo 0144.79106 o scrivendo a gipsoteca@comune.bistagno.al.it.