Sebbene io non sappia minimamente giocare a bocce, che tu ci creda o no, sono particolarmente legato al suono inequivocabile, chiaro e secco della “bocciata”, ovvero quello di una boccia che ne colpisce un’altra. Il perché è semplice: evoca ricordi della mia infanzia e adolescenza.
Sono nato e cresciuto in questo territorio dove ogni paese ha la sua bocciofila e i suoi campi da bocce. Ricordo che nelle sere d’estate, nel bellissimo periodo dei cinquantini con le marmitte rumorose per intenderci, le merende e le serate con gli amici avevano spesso come accompagnamento in sottofondo il “sound“ di una partita a bocce.
Il fatto che io sappia pochissimo su questo gioco, avrebbe forse dovuto farmi desistere dall’accettare l’incarico di scrivere questo articolo. Invece no, è diventata una bella occasione di approfondire un tema davvero e interessante e di conoscere un grande campione.
L’impatto sociale delle bocce in Piemonte: una storia di incontri e tradizione
Il gioco delle bocce è profondamente radicato nella cultura sociale del Piemonte, dove ha giocato un ruolo significativo nello sviluppo delle comunità locali e delle attività sociali. La prima associazione di bocce, la “Cricca bocciofila dei martiri”, fu fondata a Torino nel 1873.
Nel 1898, sempre a Torino, in occasione dell’Esposizione Internazionale, la nascita dell’Unione Bocciofila Piemontese ha segnato l’inizio dell’era moderna di questo sport in Italia.
Oltre a rappresentare la prima federazione del gioco delle bocce, è stata un importante aggregatore sociale che ha promosso anche l’aspetto ricreativo e competitivo di questa disciplina.
I campi da bocce sono ancora oggi, anche se non più come un tempo, luoghi di incontro dove le persone di tutte le età giocano, socializzano e mantengono vive le tradizioni.
Tiri, specialità, regole e punteggio
Oggi le competizioni di bocce sono suddivise in quattro categorie: A, B, C, D. Al termine dell’anno, le Commissioni Tecniche di ogni Comitato Regionale, Provinciale e Territoriale definiscono promozioni o retrocessioni sulla base dei punteggi ottenuti dai giocatori durante le varie gare.
Nella specialità della raffa, i giocatori possono eseguire due tipi di tiro: la raffata, un tiro radente, e il volo, un tiro a parabola. La tecnica del volo si pratica su campi di terra battuta o asfalto coperto di ghiaia finissima.
La pétanque, simile al volo, si pratica su vari terreni e può essere giocato individualmente o in squadre (coppie, terne, o quadrette). Questa attività richiede abilità e strategia e i giocatori devono rimanere fermi all’interno di un cerchio del diametro di 35-50 cm.
L’obiettivo è posizionare le proprie bocce il più vicino possibile al pallino, la boccia più piccola lanciata inizialmente. I punti sono assegnati in base alla distanza delle bocce al pallino.
Oggi tra le discipline della Federazione troviamo anche le bocce paralimpiche e il beach bocce.
A tu per tu con un campione europeo: la storia di Marco Gamba
Marco Gamba è un ex giocatore professionista, un campione con una grandissima carriera alle spalle: nei suoi vent’anni in serie A ha giocato con alcune vere e proprie leggende, vinto nove titoli tra campionati e coppe, incluso il titolo di campione europeo con la Tubosider, che rappresenta l’apice del suo percorso nella federazione.
Nella lunga chiacchierata che abbiamo fatto, con tono concitato, Marco mi ha raccontato di parecchie partite, del rapporto con i compagni e lo sponsor, dell’amarezza di alcune sconfitte e delle difficoltà di certe scelte.
E’ riuscito a trasmettermi la sua passione con una potenza straordinaria.
Dalle prime medaglie ai Trionfi nazionali
Marco da ragazzino giocava a pallone, ma scelse presto di passare alle bocce perché ispirato dal papà, un discreto giocatore che gli ha insegnato e trasmesso questo interesse.
A 9 anni Marco vince la sua prima medaglia d’oro e, a 16 anni nella squadra rivolese, vince il suo primo campionato italiano nella categoria allievi. Le squadre iniziano così a cercarlo proponendo ingaggi sempre più interessanti.
La sua carriera ai massimi livelli si può dire che inizia a Fossano, dove è ormai un giocatore di serie A, vince tantissime gare, gioca con Bruzzone, Suini, Ballabene, i top player del momento, arrivando in finale del campionato nazionale individuale contro Nicola Sturla, considerato uno dei più forti di tutti i tempi.
Sempre a Fossano fa il suo incontro con un’altra leggenda: Adriano Aghem, un abilissimo pluricampione del periodo, con il quale nasce una complicità e un gioco di squadra dettato dalla stima e dal rispetto reciproco, che porta la coppia a vincere tantissime gare insieme a livello nazionale.
Dalle sfide ai trionfi: gli anni alla Tubosider
Nei primi anni 2000 viene ingaggiato dalla Tubosider di Ruscalla, una delle squadre iconiche di questo sport, dove ha giocato 13 anni.
Dopo una partenza in salita per via di problemi ai tendini il primo anno, inizia a vincere campionati e gare internazionali fino ad arrivare, grazie al suo carattere e alla sua lucidità, a diventare il capitano della squadra e a vincere nel 2007 il titolo europeo a Zagabria.
Un viaggio nel tempo
La fine della carriera per un giocatore di bocce può arrivare anche molto tardi, non ci sono dei limiti di età. Nel caso di Marco Gamba i problemi ai tendini, i tanti impegni tra la nazionale e il campionato, le vicissitudini personali, lo hanno portato a mollare ad un certo punto.
Guardando alcune foto, attraverso un racconto, credimi, davvero appassionato, mi è sembrato di essere lì, in un tempo che sembra lontano anche se poi così lontano non è, di sentire gli spalti esultare e protestare, vivere la tensione di un tiro decisivo, la gloria, la delusione.
Se ti capita di imbatterti in una partita a bocce, se puoi fermati ad osservare: oltre al fascino del gioco in sé, c’è tutta una storia e un mondo molto emozionante da scoprire.