L’uomo senza il senso del territorio si perde, il territorio perde il suo significato senza l’uomo che contempla le sue radici.
MArco Mozzone
Nell’affascinante mondo della storia e della cultura delle Langhe e del Roero, emergono figure dal straordinario impegno e dedizione.
Tra queste, spicca la personalità carismatica e la fervente passione di Marco Mozzone, presidente dell’Associazione di Promozione Sociale Ambiente e Cultura.
Con una carriera che lo ha visto occupato in primis nell’archeologia (con specializzazione in archeologia della vite e del vino) – interesse che continua a trasmettere anche in qualità di professore di storia – Mozzone con il tempo è diventato un faro guida per coloro che aspirano a un mondo più sostenibile e arricchito di valori culturali.
Oltre a questo è ideatore e fautore del progetto Alba Sotterranea, che dal 2011 coinvolge adulti e ragazzi che vogliono conoscere le radici della città (risalenti a più di 2000 anni fa!).
L’Associazione Ambiente & Cultura si preoccupa anche di salvaguardare l’ambiente con una serie di iniziative in cantiere.
Ma conosciamo meglio questa realtà!
Come è nata l’Associazione Ambiente & Cultura?
Marco — Sono nato ad Alba in una cascina sulla collina Bricco delle Capre, un punto panoramico che si staglia su tutta la città. Sono molto legato alla mia terra e fin da bambino mi sono appassionato alla scienza, alla storia e all’archeologia.
L’Associazione è nata nel 2010 intorno al Museo Civico Federico Eusebio, museo archeologico di scienze naturali di Alba, insieme ad un gruppo di neolaureati.
Il vecchio direttore stava andando in pensione e la nuova direttrice (Luisa Albanese) sarebbe rimasta da sola. A noi serviva una struttura per operare, allora abbiamo deciso di fondare l’Associazione.
Dal 2018 la sede operativa si trova nella Chiesa di San Giuseppe, ospitata dal Centro Culturale grazie anche all’intervento di Roberto Cerrato, direttore dell’Associazione Paesaggi Vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato (ndr: anche Esperto della Commissione Nazionale UNESCO al Paesaggio Vitivinicolo).
Chi coinvolge l’Associazione?
Marco — Siamo circa 200 soci. Per quello che riguarda gli operatori invece – attivi a vario titolo – tra le 15 e 20 persone.
Siamo archeologi, storici, storici dell’arte, arte terapeuti, laureati in Scienze del Turismo, guide turistiche e ambientali, geologi, laureati in Scienze Naturali.
L’età media è relativamente bassa: tra i 25 – 30, io con i miei 42 anni sono decisamente quello più anziano e siamo tutti di più o meno di questa zona.
Cosa significano per te territorio e radici?
Marco — Sul nostro sito è riportata una mia frase “L’uomo senza il senso del territorio si perde, il territorio perde il suo significato senza l’uomo che contempla le sue radici” e riassume quello che penso: il territorio per me, in prima battuta, è la Cascina dove sono nato, è casa.
Più approfondisci e più hai la percezione di avere un posto sicuro nel mondo.
Marco Mozzone
Questo vale anche per chi collabora con me: noi ci identifichiamo molto nei nostri luoghi di origine.
Le radici sono la storia di un posto e sono una scoperta continua! Più approfondisci e più hai la percezione di avere un posto sicuro nel mondo, una certezza nell’universo caotico che ci circonda.
Molto spesso ci capita di riprendere in mano progetti nati 20, 30 anni fa e anche di più, di persone che abbiamo conosciuto, e subito avvertiamo la sensazione di essere come un anello di una catena che mantiene viva la loro storia e fa sì che non si perda il filo.
Ciò è accaduto con il progetto Dal Fundus Mallianum al Monte dei Sette Castelli, che prevede la valorizzazione delle vestigia archeologiche di Magliano Alfieri. Abbiamo ritrovato i quaderni scritti a mano di Patrizio Porta (ex sindaco maglianese) e Sergio Susenna, i maestri precursori del Museo Civico, che ci hanno accolto quasi come se fossimo i loro nipoti.
Stiamo cercando di portare avanti il loro lavoro, iniziato ancora prima da Antonio Adriano, fondatore del Gruppo Spontaneo del Roero, noto per aver recuperato le tradizioni contadine e il folklore, il Cantè J’Euv ecc…
Speriamo che dopo di noi, fra qualche anno, ci sia qualcuno che raccolga il nostro testimone!
Quali sono le sfide principali che l’associazione ha affrontato nel promuovere la cultura nella zona e come le avete superate?
Marco — Il nostro progetto caratterizzante è Alba Sotterranea, che è stato un vero e proprio successo “bruciante” fin da subito ed è una delle cose di cui siamo più orgogliosi perché abbiamo fatto cambiare l’immagine mentale che hanno i cittadini della parte archeologica.
Siamo stati fortunati perché c’è stato molto dialogo con le istituzioni – che ci hanno ascoltato con molta benevolenza – ma siamo stati anche bravi perché da lì siamo riusciti a finanziare poi i progetti successivi.
Le sfide maggiori sono le tempistiche in cui devi richiedere finanziamenti, la presentazione dei bandi nei giusti tempi.
Per esempio per la mostra Italia o Enotria: la vigna del Risorgimento, tenutasi nel 2011 in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia presso il castello di Grinzane Cavour, sede dell’Enoteca Regionale Piemontese Cavour, il Sindaco di allora, Franco Sampò, ci ha ascoltato e abbiamo potuto portare avanti l’idea grazie anche al contributo del Senatore Tomaso Zanoletti (presidente dell’Enoteca Regionale Piemontese Cavour).
Come nascono le idee per i vostri progetti?
Marco — Per La Via dei Pellegrini. Paesaggi e cultura tra antichi cammini di fede e nuovi trekking per esempio, ci trovavamo nella nostra sede per un’iniziativa chiamata Teatro dei Pellegrini – uno spettacolo didattico narrato da una guida, misto a una forma di Commedia dell’Arte nata nel 1600.
Se vivi il territorio e ti guardi intorno le idee ti vengono incontro.
Marco Mozzone
In questa occasione abbiamo visionato gli studi di grande storico locale, Baldassarre Molino, nell’archivio della Confraternita di San Giuseppe, riguardo al teatro e al pellegrinaggio annuale che si faceva da Alba fino al Santuario di Vicoforte di Mondovì. Ci siamo appassionati subito a questa storia e abbiamo deciso di far partire una nuova iniziativa aderendo a un bando della CRC e vincendolo.
E’ andata così anche con il progetto di Magliano Alfieri, di cui abbiamo parlato prima. In occasione della commemorazione di Patrizio Porta (mancato nel 2018) sono accorsi anche i membri dell’Associazione Culturale Amici del Castello Alfieri – di cui Patrizio era socio fondatore – portando con loro materiale archeologico raccolto da lui e Antonio Adriano.
Da lì è partito il tutto: se vivi il territorio e ti guardi intorno le idee ti vengono incontro.
Dalla tua esperienza, sono più interessati alle vostre attività i locali o chi viene da fuori?
Marco — Dipende molto dalla proposta. All’inizio ad Alba sotterranea – che è l’attività che fa più partecipanti – sono intervenuti tantissimi albesi, anche quelli che prima erano scettici sull’archeologia.
Adesso, dopo 12 anni di visite, ci sono turisti da fuori provincia, regione e anche fuori Italia!
Altri progetti invece sono più rivolti ai residenti perché coinvolgono le scuole locali. Parlo della Mappa del Tempo, che comprende attività ludico didattiche dedicate prettamente ai bambini, che però è un’attività molto apprezzata anche dagli adulti e dai i ragazzi.
Quali sono i progetti a cui state lavorando?
Marco — Per il Roero sta partendo il recupero e la valorizzazione della sorprendente – e semisconosciuta purtroppo – Oasi dei Canapali.
Si tratta di una ex cava di ghiaia, ora Oasi Lipu, un’area umida a pochi passi dal fiume Tanaro, che – su idea dell’ex sindaco di Magliano Alfieri – è stata scavata fino a raggiungere la falda facendola riempire di acqua e poi recintata. Adesso è larga 6 ettari e al suo interno ci sono alberi, sottobosco, arbusti e rovi.
Essendosi anche ripopolata di uccelli, sono nati due punti di osservazione per fare bird watching e organizzare eventi. Per esempio, tre anni fa l’Oasi ha ospitato il Darwin Day, il cui tema era l’evoluzione e dove il pubblico ha assistito all’impersonificazione dell’uomo di Neanderthal in un contesto che ricordava un Jurassic Park di altri tempi!
Questo è l’esempio lampante di come si possa recuperare una cava, migliorando il paesaggio e presto – per il prossimo Darwin Day, in primavera – sarà possibile organizzare altre visite guidate all’Oasi (visitabile solo con la guida), al belvedere di Magliano alto e al Museo del Teatro e del Paesaggio che è uno dei due musei all’interno del Castello Alfieri.
Per l’Alta Langa è invece in partenza un progetto che mira a creare una Comunità Educante tra noi, il Cinema Vekkio di Corneliano d’Alba e gli Istituti scolastici comprensivi di Bossolasco e Cortemilia che radunano la massima parte dei paesi dell’Alta Langa.
Capofila dell’attività è appunto il Cinema Vekkio all’interno di un bando nazionale chiamato Comunità Educanti dedicato ai bambini.
Lo scopo è quello di creare, in due anni e mezzo, delle relazioni stabili tra le istituzioni, il Cinema Vekkio e l’Associazione Ambiente & Cultura e tutte le altre realtà dell’Alta Langa (associazioni e imprese) per aumentare e migliorare la qualità dell’offerta scolastica delle scuole elementari e medie.
Concretamente, il Cinema Vekkio parla con bambini e ragazzi di come sarebbe l’Alta Langa che vorrebbero per stipulare un vero e proprio “patto di comunità“.
Noi siamo coinvolti come esperti di didattica e censiremo tutti i luoghi di interesse della zona facendo schede didattiche e proposte per le scuole, dopo scuola e camp. Tutto questo finirà in una mappa dove saranno geo referenziate sia le schede che le esperienze.
Per la Bassa Langa e la Langa cebana, quindi intorno a Ceva, come dicevamo precedentemente, stiamo sviluppando il progetto La Via dei Pellegrini. Paesaggi e cultura tra antichi cammini di fede e nuovi trekking .
Un itinerario di 60/65 km – divisibile in più giorni – che parte da Alba snodandosi sulle le colline del Barolo, Paesaggi Vitivinicoli UNESCO, e continua verso Dogliani, scendendo lungo il corso del fiume Tanaro, spingendosi fino a Mondovì e poi a Vicoforte dove c’è il Santuario della Natività di Maria e la visita alla Cupola ellittica.
E’ un cammino di fede che dà l’opportunità di ammirare bellezze naturalistiche e architettoniche, come il Sacrario Partigiano a Bastia Mondovi che ha un belvedere e una storia incredibili e la Cappella di San Fiorenzo (considerata la Cappella Sistina delle Langhe), con i suoi affreschi tardo medievali o gli ambienti ipogei a Casnea Briaglia, risalenti all’epoca del bronzo e scoperti qualche decennio fa da un professore locale.
Nel mentre continuiamo a portare avanti Alba Sotterranea, un tour guidato da un archeologo professionista per un itinerario che comprende una selezione di tre tappe tra le trentadue del percorso archeologico cittadino, più una conclusiva presso il museo civico F. Eusebio.
Questo progetto conta tra le 12 e le 15000 visite all’anno e ci permette di finanziare tutti i progetti appena elencati e i futuri. Le donazioni, l’intervento delle istituzioni, i bandi e le quote associative naturalmente, aiutano anche.
Come si unisce l’innovazione tecnologia con la vostra proposta storico – archeologica?
Marco — La Mappa del Tempo, ha proprio la caratteristica di mischiare attività in presenza con l’utilizzo delle nuove tecnologie: per esempio per il Gioco delle Città il kit è sia cartaceo che digitale, tramite un’applicazione che fornisce la guida geo referenziata.
Per il cartone animato della Mappa del Tempo, a settembre, insieme al Laboratorio La Scatola Gialla di Cuneo, 10 – 12 bambini in cinque giorni realizzano un vero e proprio cartone animato sulla storia di Alba, curando disegni, testi e musica.
La tecnologia è uno strumento utile anche per parlare del passato: utilizziamo la realtà aumentata e tramite dei QR code facciamo apparire dei folletti della città, ovvero dei personaggi della storia di Alba che, facendo domande, offrono la possibilità di interagire con il territorio.
In conclusione
L’approccio olistico di Marco ci ha colpito per la sua comprensione della stretta relazione tra ambiente e cultura.
Ci ha fatto riflettere sul fatto che preservare le tradizioni, il patrimonio e l’identità culturale di una comunità è essenziale per un’autentica crescita e un benessere condiviso: è attraverso la valorizzazione della nostra cultura che possiamo imparare a rispettarci e a rispettare il mondo che ci circonda.