Il carnevale è una delle feste più celebrate al mondo, momento in cui l’identità pubblica può mutare e camuffarsi: è infatti permesso indossare delle maschere che celano i volti, vietato in qualsiasi altro momento dell’anno fin dai tempi della polis.
Secondo la più accreditata interpretazione la parola ‘carnevale’ deriverebbe dal latino carnem levare (“eliminare la carne”), poiché indicava il banchetto che si teneva l’ultimo giorno di Carnevale (martedì grasso), subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima.
Ci sono anche dei piatti legati a questa tradizione dall’indole giocosa, ed uno dei più famosi in Italia sono le frisole, gale, gasse, cenci, frappole, galani, frittole, crostoli o le bugie (o busìe) come vengono chiamate qui in Piemonte.
Sono tanti i nomi che, nelle varie regioni d’Italia, assumono le chiacchiere, uno dei dolci carnevaleschi per antonomasia.
Bando però alle ciance e scopriamo insieme a voi la ricetta di questa leccornia:
Ingredienti
Procedimento
Fate un impasto con la farina, un uovo intero e un tuorlo, lo zucchero, il vino bianco, il lievito, la scorza grattugiata di limone e il burro che avrete fuso su fiamma debolissima.
Lavorate di mano e ottenete una pasta soda ed elastica; fatela a tocchi e tirate una sfoglia di due o tre millimetri di spessore usando l’apposita macchina delle tagliatelle o il classico matterello (pressia).
Tagliate la sfoglia a triangoli, a rombi, a cerchi e via aiutandovi con la rotella tagliapasta e i bordi di un bicchiere. In una casseruola dai bordi alti portate all’ebollizione l’olio ed immergetevi poche bugie per volta; estraetele non appena hanno raggiunto la doratura.
Disponetele sulla carta assorbente per eliminare l’olio eccedente e poi su un vassoio ed infine spolverizzatele con zucchero a velo. Esistono pure le bugie ripiene di marmellata: la più indicata è quella di prugne.
Si deposita un cucchiaio di marmellata su un disco di pasta e la si ricopre con un secondo disco premendo con le dita ai bordi per la saldatura. Le bugie si servono fredde.
Curiosità
I caratteri della celebrazione del carnevale hanno origini in festività molto antiche, come per esempio le dionisiache greche o i saturnali romani.
Inizialmente i Saturnali si svolgevano il 17 dicembre, successivamente con l’imperatore Dominiziano questa festa venne prolungata fino al 23. Saturno era l’equivalente latino del dio greco Crono, fu detronato dal figlio Giove e sceso dall’Olimpo sulla Terra venne accolto dal dio Giano nel Lazio.
Saturno decise di ricambiare questo gesto con l’Età dell’oro, cioè un periodo senza guerre, fame e malattie, di conseguenza questa festa era molto cara ai romani che in origine erano pastori e agricoltori.
Per questo i Saturnali si svolgevano in inverno, in onore di Saturno, sperando in un buon raccolto per la primavera e durante questa festa si offrivano al popolo le frictilia, dolci fritti nel grasso di maiale che si macellava proprio in questo periodo.
Con l’avvento del Cristianesimo questa festa perse il suo carattere pagano, venne spostata da dicembre a febbraio per collegarlo e anticipare la Quaresima.