Resté Restare per riscoprire
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Vacanze
C’è un modo diverso di esplorare le Langhe: non di corsa, non da spettatori, ma da protagonisti. Resté, che in piemontese significa “restare”, è un progetto culturale che invita a rallentare, entrare in relazione con il territorio e viverlo a fondo, intrecciando arte, natura, storia e comunità.
Un viaggio immersivo che parte dai paesi di Rodello, Montelupo Albese e Diano d’Alba, guidato dalla figura storica del Conte Rangone, per riscoprire paesaggi, architetture e storie attraverso nuovi sguardi e nuove forme di narrazione.
Nato su iniziativa della Parrocchia di Rodello e sviluppato con il contributo di realtà culturali e artistiche del territorio, tra cui Lucy sulla cultura, UnTerritorio ETS, Magog, Arvangia, Resté mette in rete sentieri escursionistici, proposte teatrali, installazioni artistiche e percorsi ludici, creando un’esperienza accessibile a tutti.
A Dedalo Montali, artista di grande esperienza nazionale ed internazionale, nel 1970 vengono affidati i lavori di progettazione e arredo della Cappella, dedicata a San Giovanni XXIII, il “Papa buono”
Situata al centro del paese, conserva al suo interno decorazioni ricche e una spazialità scenografica che ne sottolineano il ruolo di fulcro spirituale e culturale della comunità. Oggi è anche uno dei luoghi simbolo del progetto Resté, ponte tra storia e contemporaneità
Antico convento agostiniano trasformato in residenza nobiliare dalla famiglia Rangone nel XVII‑XVIII secolo. Nel corso del Settecento venne realizzato lo “spianamento” della collina accanto al palazzo, per dare vita a un vasto parco pianeggiante, raro in Langa, con belvedere sul panorama
Luoghi e artisti
Un viaggio nell’anima artistica di Rodello
Il fulcro dell’iniziativa è il Museo di arte sacra contemporanea “Dedalo Montali” a Rodello, allestito nella Chiesa dell’Immacolata a Rodello: un percorso tra dieci opere di Montali e due imponenti lavori di Piero Ruggeri, poi i lavori di Simondo, Ramella, Sandri e Monio.
In rete con il museo, la Cappella del complesso de “La Residenza” custodisce l’“opera totale” di Montali – affreschi, vetrate e decorazioni – in una toccante visione cristologica.
Il museo ospita anche interventi contemporanei: opere del duo Vèrnis, con una riflessione sul mondo animale, il totem “ambientale” fatto di scarti che riprendono vita di Matteo Ambu e, all’esterno, il murales “Resté” di Seb Toussaint.
Da Diano a Montelupo: il percorso artistico diffuso di Resté
Infine, la ricerca fotografica e umana di Luca Bortolato, “noi siamo paesaggio”. Montelupo Albese chiude il percorso con il murales “Munuiv” di Seb Toussaint presso il belvedere.
Le opere in mostra, realizzate dagli artisti John Blond, Seb Toussaint, Luca Bortolato, Jacopo Mandich, Vërnis e Matteo Ambu, sono il frutto delle residenze artistiche, un’esperienza di dialogo e sperimentazione con il paesaggio e la comunità locale
Ospitato nella Chiesa dell’Immacolata a Rodello, è un crocevia tra arte sacra e linguaggi contemporanei. Tra architettura barocca e visioni moderne, il museo accoglie opere di Montali, Ruggeri, Ramella, Vèrnis e altri artisti, in un dialogo profondo tra spiritualità, paesaggio e creatività
Artista che trasforma materiali di scarto in “ecosculture” giocose, riflettendo su consumo e riciclo con poesia e leggerezza
Le storie
Architettura, spiritualità, terra: tre sguardi sul territorio
Storie che si intrecciano come fili invisibili che attraversano il paesaggio e la memoria dei borghi: l’io personale diventa portavoce del luogo, e ogni figura diventa voce del racconto collettivo.
Al centro del racconto si staglia la figura del Conte Carlo Francesco Rangone, signore e visionario settecentesco, che progetta e plasma architetture, lascia segni nel territorio e racchiude nel suo tempo il seme della narrazione che oggi si svela.
Accanto a lui, il Parroco Don Mattia vive il suo ministero come impegno quotidiano, un ponte tra spiritualità, comunità e cura del paesaggio umano che lo circonda.
La figura del Contadino Giovanni (detto Giuanin), che lavora la terra, conosce i riti quotidiani della campagna, custodisce la memoria agricola e ci ricorda che ogni racconto, prima di essere narrazione, è relazione con la terra.
Le anime femminili del paesaggio
La Masca (Margherita detta Ghitin) porta con sé antiche tradizioni, saperi popolari e un senso di mistero legato alla natura e al soprannaturale.
La Ragazza Gemma, giovane e sensibile, interroga il presente, diviene incarnazione di un desiderio di scoperta, sospesa tra memoria e futuro.
La Chisinera Clotilde (Tilde), legata forse al lavoro domestico o femminile, si colloca su confini di visibilità e cura, incarnando un ruolo essenziale ma spesso silenzioso.
Tra erbe, silenzi e antiche credenze, la Masca custodisce un sapere che sfugge alle definizioni, sospeso tra cura e incanto
Giuanin non racconta storie: le semina, le pota, le raccoglie. E nella sua quotidianità, il paesaggio diventa vita che parla
Le storie non sono personaggi isolati ma tappe di un percorso: sono linguaggi che risuonano nei borghi, nelle pietre, nei sentieri, nelle vite che ancora “restano”