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Giugno tra i filari Cosa succede nelle vigne di Langhe e Roero

Con l’arrivo di giugno, i filari di Langhe e Roero entrano in una delle fasi più intense e delicate dell’anno. È il momento in cui il lavoro dei vignaioli si fa fondamentale per accompagnare le viti verso una stagione promettente.
Per raccontare cosa succede in questo periodo cruciale, abbiamo raccolto le preziose testimonianze di Laurent Miccoli, dell’azienda Hilberg Pasquero di Priocca, nel Roero, e di Daniele Marengo, della cantina Marengo Mauro di Novello, nelle Langhe.
Due voci diverse, due territori con le proprie singolari peculiarità, per offrire uno sguardo completo sul lavoro tra i filari di questo angolo straordinario del Piemonte.
La vite in questo periodo entra in una fase di crescita rigogliosa che richiede attenzione costante.
Le attività principali si concentrano sulla gestione del verde, un insieme di operazioni fondamentali per accompagnare le piante verso la fioritura e l’allegagione nelle migliori condizioni possibili.
Ogni intervento è parte di un delicato equilibrio che si gioca giorno per giorno, pianta per pianta. È in questa fase, ancora poco visibile a chi assapora il vino finito, che si pongono le basi per una buona vendemmia.
La palizzatura, ovvero la sistemazione dei germogli lungo i fili di ferro, è un lavoro manuale, da svolgere con cura: ordinare i tralci serve a favorire una buona esposizione alla luce e all’aria, condizioni indispensabili per un corretto sviluppo del grappolo e per ridurre l’umidità tra le foglie.
Parallelamente, si effettua la scacchiatura, cioè l’eliminazione dei germogli in eccesso, e si selezionano quelli migliori, capaci di portare frutto in modo equilibrato.
Un elemento interessante è che un’allegagione leggera, cioè una fioritura che non porta a grappoli eccessivamente compatti, può tradursi in un vantaggio dal punto di vista qualitativo: i grappoli ariosi sono meno sensibili alle malattie e consentono una maggiore concentrazione degli aromi.
Tra le attività che si fanno in questo periodo c’è la cimatura, un taglio della parte apicale dei germogli. Questa tecnica, se ben dosata, aiuta a contenere la crescita e a concentrare le energie della pianta sul grappolo.
Non tutti la applicano nello stesso modo: c’è chi preferisce posticiparla o evitarla in base alla varietà o all’andamento climatico, ma resta un intervento utile per indirizzare lo sviluppo vegetativo.
Infine, si lavora anche al suolo. La gestione dell’erba tra i filari e nel sottofila è un altro elemento cruciale: si trincia o si lavora meccanicamente il terreno per contenere la competizione idrica, migliorare l’arieggiamento e ridurre l’umidità a livello del suolo.
Nel lavoro tra i filari, il clima non è mai solo un contorno: è un attore protagonista, capace di influenzare ogni scelta agronomica. La primavera di quest’anno ha portato precipitazioni abbondanti soprattutto nel mese di aprile, seguite da un mese di maggio con temperature variabili e fasi alterne di sole e pioggia.
Si tratta di condizioni che richiedono attenzione e prontezza, ma che hanno anche permesso di ripristinare le riserve idriche del terreno, parzialmente impoverite dalla scarsità di neve invernale.
Come sempre, sarà l’andamento dell’estate a scrivere il resto della storia, ma il lavoro meticoloso svolto in primavera è un primo investimento sulla qualità del raccolto.
Nelle Langhe, così come nel Roero, si osserva un inizio di stagione promettente. Le condizioni meteo, pur richiedendo un monitoraggio costante, non hanno compromesso l’avvio dell’annata, che al momento offre buone premesse.
La peronospora della vite, causata dal fungo Plasmopara viticola, è una delle principali malattie crittogamiche (si riproducono tramite spore), che possono colpire i vigneti, soprattutto in condizioni di elevata umidità e temperature miti.
I primi sintomi si manifestano sulle foglie con la comparsa di macchie traslucide, note come “macchie d’olio”, che successivamente diventano giallastre. In presenza di umidità elevata, sulla pagina inferiore delle foglie si sviluppa una muffa biancastra, costituita dalle fruttificazioni del fungo.
In annate come questa, anche una sola scelta può fare la differenza tra una vigna sana e una compromessa. La peronospora non perdona ritardi: per questo serve esperienza, osservazione costante e interventi mirati.
Se non controllata, l’infezione può estendersi ai grappoli, causando l’imbrunimento e la necrosi degli acini, compromettendo la qualità e la quantità del raccolto.
Giugno non è solo un mese chiave per il lavoro in vigna, ma è anche uno dei più affascinanti per chi desidera scoprire il mondo del vino da vicino.
I filari sono in piena attività, l’aria profuma di verde e i produttori, tra un intervento e l’altro, sono sempre pronti ad aprire le porte delle cantine a chi vuole conoscere il vino là dove nasce.
Capire cosa accade in vigna aiuta a comprendere davvero il valore di una bottiglia. E permette anche di riconoscere chi lavora con rispetto e consapevolezza.
Visitare una cantina in questo periodo significa vedere il dietro le quinte, toccare con mano il lavoro che precede ogni vendemmia, capire cosa significa intervenire al momento giusto e quanto conti la cura quotidiana.
Un invito, quindi, a chi ama il vino ma anche a chi vuole semplicemente scoprire un territorio attraverso i suoi gesti più autentici. Giugno tra i filari non è solo un lavoro: è un racconto in divenire che vale la pena ascoltare dal vivo.