Un uomo con il suo cane, la notte sulle colline. Questa, in autunno, è la quotidianità del trifulau, la figura più caratteristica del mondo dei tartufi.
Raccontato, ma mai descritto, il trifulau è infatti leggenda ed a lui si accompagnano abitudini antiche e misteriose.
E’ un professionista e del professionista ha le movenze: il passo leggero ma sicuro, i gesti misurati, le parole giuste.
Il trifulau sa quando cresce il tartufo, conosce gli alberi e le terre che “li danno”, sa come incitare il “tabui” nella cerca e come ricompensarlo.
E sa che un bel tartufo non ha prezzo.
Le dinamiche della raccolta
Il vero trifulau cerca di notte: non tutti hanno il coraggio di immergersi nelle fitte macchie di vegetazione a sole calato, con la sola compagnia del cane, ma è il momento migliore perché ci sono meno distrazioni, e perché il buio protegge da occhi curiosi.
Dopo l’Ave Maria, le streghe sono per la via
si diceva un tempo. Quello è il momento di alzarsi e iniziare la ricerca, quando la stanchezza ti mette alla prova ma la passione vince.
Le notti di luna piena sono le migliori, con la brina di Novembre che copre i prati e scintilla sotto la luce.
Cane e padrone si avviano nel silenzio della notte, interrotto unicamente dalla comunicazione tra i due: “ven sì” “shh” “toca nèn“, tutte frasi concise e dialettali.
La ricerca avviene ad un ritmo preciso, con una vicinanza controllata: gli odori del bosco sono tanti e al segugio va costantemente ricordato l’obiettivo.
E una volta trovata una traccia si scava un po’ a testa: le zampe forti di uno necessitano dell’aiuto delicato e cauto dell’altro per smantellare un tartufo intatto e vendibile.
Siete interessati a scoprire di più sulla ricerca del tartufo? Provatela in prima persona, accompagnati da un vero trifulau.
I luoghi misteriosi del tartufo
Un po’ dovunque sulle colline si favoleggia di sgualciti calendari, su cui i trifulau annoterebbero con estrema precisione i luoghi, i giorni e le lune che hanno restituito i tartufi al freddo delle notti autunnali.
Nessun trifulau ammetterà mai d’aver avuto successo nella ricerca: “c’è poco o niente”, “quest’anno non si vende”.
Questo perchè nulla teme di più, un cacciatore di tartufi, della competizione e delle sue misfatte: non ci si può confidare con nessuno riguardo ai trucchi del mestiere.
Si sa che i tartufi crescono a Nord, sono conosciuti ai più gli alberi associati, ma nessuno sa con esattezza dove avviene la ricerca, quella vera.
Documentari e articoli riportano le spiegazioni dei professionisti, ma questi mai si tradiranno con informazioni di troppo: è un mestiere, hobby, a detta di alcuni una maledizione, riservata però agli animi solitari e riservati.