Siamo entrati nella fase 2 e le libertà sembrano aumentare di giorno in giorno (dita incrociate).
Ancora impossibilitati a tornare alle vecchie abitudini, molti scelgono di godersi ciò che hanno: ecco quindi sempre più persone a zonzo nelle campagne, nelle splendide campagne che ci circondano e che – non per altro – si sono guadagnate il riconoscimento di “patrimonio dell’umanità”.
Viene da pensare che un po’ di buono, da questa situazione terribile, ne sia scaturito: siamo tornati a passeggiare! (Augurandoci che venga sempre fatto rispettando le dovute norme di sicurezza, che questo non sia solo un effetto temporaneo destinato a scomparire, e che non ne consegua un aumento di rifiuti a terra).
La rosa in capo ai filari: è forse una tradizione estetica oppure un cosiddetto “rimedio della nonna”?
Immagino anche che, con più tempo e meno distrazioni in mente, sia più facile prestare attenzione a ciò che vediamo mentre camminiamo: e così iniziamo a porci domande, a notare cose che mai avevamo visto su strade percorse mille volte.
Se ti riconosci in ciò che scrivo, e se tra i tuoi vari girovagare ti capita di passare tra i filari, molto probabilmente avrai notato i numerosi cespugli di rose a capo delle vigne.
Di cosa si tratta? È forse una tradizione estetica tramandata dai nostri avi oppure un cosiddetto “rimedio della nonna“? Scopriamolo assieme!
Se ne sentono di ogni…
Le voci che girano sono molte: c’è chi parla di scaramanzia, esoterismo, chi addirittura arriva a dire che la pianta della rosa influenzi le note aromatiche dell’uva!
Tanti di noi semplicemente si convincono che si tratti di una scelta decorativa per contrastare l’aspetto della monocultura.
Invece quella delle rose in vigna è una tecnica antica, popolare sia in Italia che in Francia, che come fine ha unicamente il benessere delle viti.
L’effetto “sentinella”
La pianta di rosa, infatti, presenta in maniera prematura rispetto alla vite (circa una settimana prima) molti dei sintomi capaci di danneggiare il raccolto: sarà la prima a venire colpita dai parassiti, dalle malattie, ma anche la prima a mostrare segnali di carenze minerali derivanti dal terreno.
Oltre al soprannome di “sentinella” viene anche definita come “pianta spia” proprio per questa sua caratteristica, che permette al contadino di agire d’anticipo con trattamenti sui filari per prevenire malattie.
Alcune tra le problematiche tipiche della vite che si riscontrano sulla rosa sono:
- l’oidio, detto anche mal bianco, nonchè uno tra i peggiori nemici dei vigneti: una malattia funginea che provoca un rallentamento della crescita della vite, in alcuni casi persino la perdita del raccolto. Se preso per tempo, è prevenibile con lo zolfo
- i parassiti, come il ragnetto rosso e giallo
- la metcalfa, un insetto che ricopre i grappoli d’uva con le sue secrezioni cerose-zuccherine, impedendo il regolare sviluppo dei germogli
- la botrite, o muffa grigia, una malattia che fa marcire i grappoli
Una tecnica superata
Nonostante l’innegabile utilità della rosa in capo ai filari, va anche detto che ai giorni d’oggi esistono metodi di prevenzione e controllo più sicuri e immediati.
Come tanti altri “rimedi naturali” viene spesso usato come integrazione a una tecnica più moderna, forse più per affetto verso le nostre radici contadine che per vera necessità.
Si tratta pur sempre di una “doppia vittoria”: utile, ma al tempo stesso piacevole agli occhi.
Curiosità
In passato, soprattutto in Francia, la rosa aveva un’altra funzione oltre a quella preventiva: serviva a segnalare la fine dei filari ai carri, quasi come i coni segnaletici sulle strade, per aiutare i cavalli a fare manovra senza travolgere le colture.