Finito l’inverno con il freddo e le nevicate abbondanti, era come tirare un respiro di sollievo, quasi un ricominciare a vivere, l’uscire dalle vecchie cascine e andare nei surì – i luoghi benedetti dal sole – e riprendere contatto con i vigneti, rendersi conto degli eventuali danni, raddrizzare qualche sostegno malsicuro e poi iniziare la potatura e così via.
Nel corso di questi momenti di ripresa era bello guardarsi tratto tratto intorno, godere della nuova stagione evidente per mille segni, mille gemme ed erbe e foglie nascenti.
Era necessario anche riprendere fiato, riposare un poco ed ecco che si scorgevano fra i filari i sarsèt, freschi e teneri, appena nati. Senza fatica se ne riempiva un cestino e poi, a casa, venivano puliti e lavati in molta acqua nell’accogliente cucina.
Le ampie cucine delle nostre cascine di una volta, chi non le ricorda fra i non più giovani?
Vi ci si ritrovava per tanti lavori diversi tutta la famiglia attorno al grosso tavolo pesante e magari un po’ tarlato per l’età, vicino alla stufa sulla quale c’era sempre qualcosa a bollire per gli uomini o per gli animali, attorno al camino, ancora acceso in quelle giornate d’inizio di primavera e presso il quale amavano attardarsi i nonni, i vecchi di casa, anch’essi con qualche lavoretto tra le mani.
In quelle cucine – che pena, i moderni cucinini di un metro per due, segno anch’essí del disinteresse per i cibi preparati con paziente cura! – in quelle ampie cucine, dicevo, ci si ritrovava naturalmente per i pasti e quindi anche per gustare, forse con particolare lietezza, questo piatto unico con sarsèt, uova sode e cipolline, tutti prodotti semplici e freschi.
A volte, ma non sempre e non con abbondanza perché doveva acquistarsi al mercato del sabato ad Alba in piazza Rossetti e costava sempre troppo caro, si aggiungeva nell’insalata un po’ di tonno; ed i giovani birbanti ne andavano a pescare velocemente le schegge sparse fra il resto, prima che si fondessero e confondessero con il resto.
Ingredienti
Cosa serve
- un dianèt
Procedura
Pulisci e lava i sarsét, che condirai nel dianèt.
Fai bollire le uova fresche, apri la scatoletta di tonno e sminuzza il tutto.
Aggiungi all’insalata uova e tonno e condisci con sale, olio e i siulòt (cipollotti), che avrai affettato finemente.
I nostri antenati si dimostravano liguri a metà anche nel mangiare: sarsèt, cipolline e uova si sposavano con sale, olio e tonno liguri.
Un piatto povero di componenti, ma ricco di una genuinità tutta sua, che ci fa gioire quando lo incontriamo pervaso dal profumo di viole.
Crediti Foto: Giorgio Minguzzi