Ricette di cucina

Il Bonet

Giugno 18, 2011
Bunet

Ingredienti

  • quattro uova
  • otto cucchiai di zucchero in polvere
  • un bicchiere di latte
  • una manciata di amaretti sbriciolati
  • un cucchiaio di cioccolato in polvere
  • mezzo bicchierino di rhum
  • cinque cucchiai di zucchero

Cosa serve

  • un’insalatiera
  • una frusta
  • un cucchiaio di legno
  • un tegamino
  • uno stampo di metallo
  • una pentola per bagno maria
  • un piatto di servizio

Procedura

Rompete in una insalatiera tre o quattro uova.

Sbattetele con lo zucchero in polvere e diluite con un bicchiere di latte tiepido, aggiungete una manciata di amaretti sbriciolati, un cucchiaio di cioccolato in polvere ed un pochino di rhum.

Mescolate il tutto con un cucchiaio di legno o con la frusta.

A parte, in un tegamino, mettete tre o quattro cucchiaiate di zucchero, inumidite lo zucchero con un po’ d’acqua in modo che resti appena colante e lasciate cuocere.

Appena vedrete che lo zucchero prende una leggera colorazione bionda toglietelo dal fuoco e versatelo nello stampo che avrete tenuto al caldo vicino al fuoco.

Girando lo stampo fate che lo zucchero possa velarne il fondo e la parete. Aspettate che si raffreddi.

Aggiungete poi il tutto e mettete lo stampo in un recipiente pieno d’acqua caldissima (l’acqua dovrà arrivare a un paio di dita dall’orlo) e cuocete a bagno-maria sul fornello o meglio nel forno.

La crema dovrà cuocere per circa un’ora. Quando constaterete che è rappresa, toglietela dal bagno-maria, lasciatela riposare per alcune ore in frigo, quindi sfornatela nel piatto di servizio.

Si serve freddo.

Curiosità sul Bunet

Col passare degli anni Mare Granda non ce la faceva più a preparare i tajarin; era per lei oramai una faticaccia reggere quel mattarello che bisognava fare scorrere veloce sul coperchio dell’erca, dopo il lungo lavoro dell’impasto, e la nipote o la sposa giovane del figlio oramai erano in grado di cavarsela da sole.

Ora la signora della cucina si riteneva in pensione, ma era pur sempre presente, attenta e vigile, a seguire tutto quanto si faceva in quello che era stato il suo regno per tanti anni e le era gradito intervenire di tanto in tanto a realizzare qualcosa che non le fosse di fatica.

Come ‘l bonet, per esempio, al quale si dedicava abbastanza spesso perché con gli anni era maturata in lei una certa golosità che soddisfaceva con quel dolce gradito, del resto, a tutti; così diceva di prepararlo per i nipotini, ma se lo godeva già fin dalla lunga preparazione, pregustandolo mentre cuoceva lentamente in bagnomaria in un angolo del grosso putagè per ore ed ore.

E quel buiachè sommesso ed eguale, il mormorio di quel sobbollire lento le teneva compagnia, ne favoriva qualche breve sonnellino, l’aiutava a sognare casi e persone del passato in attesa che i familiari tornassero dai campi, dalle vigne, dai prati del loro lavoro quotidiano.

Ricordi, anche questi, di un tempo che fu, nostalgie e sogni; oggi le nonne, ed è anche bene che sia così, hanno da fare lunghe chiacchierate con le amiche al telefono, passare ore ed ore dalla pettinatrice per farsi belle, discutono di politica e di economia, sonnecchiano tutt’al più davanti al televisore (ma chi non lo fa?) per riprendersi prontamente con una corsa in macchina.

Tempi nuovi, vita nuova! ma quanta più pace e serenità ieri.