Definito “il re dei vini e il vino dei re”, il Barolo ha nobili origini.
La vera nascita di questo grande vino si può collocare storicamente nel periodo risorgimentale, quando Giulietta Colbert di Maulèvrier, la moglie del marchese Carlo Tancredi, ultimo dei Falletti, incaricò il celebre enologo francese Louis Oudart di dare un nuovo indirizzo alle tecniche di lavorazione del vino Nebbiolo prodotto nelle sue vaste tenute a Barolo.
L’ esperimento ebbe successo e quando il Re Carlo Alberto ne venne a conoscenza, chiese di poterne avere un campione d’ assaggio.
L’ ottima qualità del vino indusse il sovrano ad acquistare la vicina tenuta del Castello di Verduno, per diventare egli stesso produttore.
Alla fine dell’ ottocento la diffusione di questo vino superò i confini nazionali.
Oggi il Barolo è conosciuto in tutto il mondo, si trova nei migliori ristoranti e rappresenta un’ eccellenza italiana che molti ci invidiano ma nessuno può imitare.
La cantina Cà Neuva di Dogliani ha introdotto il Barolo tra i suoi vini per soddisfare l’ esigenza dei suoi clienti. Oggi assaggeremo il Barolo DOCG 2006.
Il vino va arieggiato in un bicchiere panciuto tipo ballon affinché l’ ossigeno favorisca la liberazione delle sostanze odorose, aumentando l’ intensità olfattiva.
Il colore è rosso granato con riflessi aranciati, il profumo è ampio, intenso, con note di frutta matura e speziate come chiodi di garofano e pepe nero.
In bocca è secco, caldo, ricco di forza tannica con un finale lungo e persistente.
Per un vino importante ci vuole un piatto importante che possa sostenere il confronto e quindi lo si dovrebbe abbinare ad arrosti di carni rosse e cacciagione, gli abbinamenti classici sono lepre al civet o brasato al Barolo, ma vanno bene anche una bistecca di manzo al sangue o del formaggio stagionato.
Un vino da offrire ai nostri amici per passare una bella serata e condividere un momento speciale, perché il Barolo è un vino speciale.
Servire a 18 gradi.