Nel pomeriggio del sabato 14 maggio 2022, a San Benedetto Belbo, si è inaugurata la riapertura della “Censa di Placido”, dopo i lavori di restauro.
Si potrebbe partire da questo episodio per raccontare i territori dell’Alta Langa.
Una relativa vasta area per lo più situata nella “provincia granda”, comprendente alcune decine di comuni, che vanno dalla più conosciuta bassa Langa dei rinomati vini rossi, fino ai confini con la Liguria, in un susseguirsi di boschi, pascoli, paesi sparsi, vigneti, ma anche di silenzi e selvaggi profumi.
La Censa di Placido
Il locale, nel centro di San Benedetto Belbo, è stato riaperto il 14 maggio, dopo un attento restauro. Qui si può vivere un’esperienza culturale unica, dedicata allo scrittore partigiano Beppe Fenoglio nel centenario della nascita.
Un tempo, in questo luogo, il commerciante Placido Canonica, amico di Beppe Fenoglio, vendeva prodotti di monopolio e vari articoli sfusi, incantando i clienti con le sue storie.
E proprio davanti al fabbricato, sono ancora presenti i due ippocastani sotto cui lo scrittore della Malora amava soffermarsi per le sue riflessioni.
Un lavoro di recupero architettonico e storico, in cui la presenza di contenuti multimediali fa rievocare le atmosfere degli ambienti e dei racconti di Fenoglio.
Sulla Censa Fenoglio fa la stessa operazione di Manzoni in I promessi sposi. L’osteria diventa centrale nel racconto del viaggio di Renzo, così come la Censa è il luogo dove entrano e arrivano i personaggi, accolti da Placido.
Così Bianca Roagna, direttrice del Centro studi Beppe Fenoglio, sintetizza lo spirito dell’Alta Langa nella celebrazione di inaugurazione della riapertura della censa.
Si potrebbe partire idealmente da San Benedetto Belbo per raccontare l’Alta Langa, come Agostino, il protagonista del romanzo “La Malora”, da qui partì e qui vi ritornò.
Il territorio
L’Alta Langa si caratterizza per il suo vasto territorio fatto di colline boschive modellate nel tempo da un’attività agricola a conduzione familiare. Come per la censa di Placido, la bottega, nel suo termine più ampio, è l’elemento peculiare di un territorio a dimensione umana, laddove la densità di popolazione è molto bassa, sono le piccole comunità a fare da elemento amplificatore del sapere.
Percorrendo le strade di questo territorio, si attraversano luoghi poco popolati, spesso selvaggi, ma in cui occorre fermarsi e lentamente si scopriranno storie, scorci di natura, persone, che riportano il viaggiatore a quella dimensione umana, contornata il più delle volte da silenzi e profumi, che ci riportano alla natura più vera dell’esistenza.
Ed è in questo silenzio, che improvvisamente sorgono piccole chiese, cappelle, fabbricati agricoli o ex agricoli, che raccontano di un presente che ancora è rispettoso di quel passato che rimane un importante punto di partenza per l’intera Alta Langa.
Le persone e le loro attività
Anche gli abitanti di questo territorio conservano valori ed atteggiamenti tipici di un passato non così lontano. E, sempre partendo da San Benedetto Belbo, si possono incontrare personaggi come “Bugiun Cit”, che accudisce le sue capre ed i suoi alveari per produrre i prodotti del territorio, con una inconfondibile passione.
Basta arrivare però a Bossolasco, il paese in cui le rose rampicanti decorano il centro storico, che si scopre che una elegante innovazione, rispettosa della tradizione, che fa nascere locali come “La drogheria di Langa”, dove una cucina che lega passato e futuro trova luogo in un ambiente raffinato. Oppure “Le due matote”, che regalano un nido di confortevole eleganza per chi voglia soggiornarvi qualche giorno.
Ed è da questi elementi che il viaggiatore deve partire, per scoprire un territorio, non sempre dalla presa immediata, ma caratterizzato da una profondità di valori, che portano a soffermarsi in ogni suo scorcio, in un percorso che non deluderà.