Arte e cultura

Chi sono le Masche nell’immaginario collettivo

Novembre 2, 2012

Donne cariche d’anni, con un volto sgradevole e ripugnante, la pelle ruvida e molto scura, che all’improvviso si fa pallida, cadaverica, la fronte bassa, stretta e solcata da mille rughe, gli occhi velati, messi per storto nelle orbite e la voce roca, tremula, a volte impercettibile. Nella coscienza popolare la paura della donna masca, dotata di magici e malvagi poteri persiste, anche se affievolita. Attraverso l’immagine-icona che ci è stata tramandata, superstizioni, pregiudizi, scaramanzie sono ancora largamente diffusi ai nostri giorni, più o meno tollerati e condivisi dalla mentalità comune, apparentemente inoffensivi. Vedere le masche o farle vedere agli altri, procurando dispiacieri, facendo tribolare e causando sofferenza o anche solo fastidio, sono dei modi di dire ancora molto diffusi nelle campagne piemontesi.

Così pure è spontaneo, istintivo e “culturalmente” piemontese, il moto di rabbia che si prova quando non si trovano più le cose al loro posto e si ha l’impressione di avere a che fare con spiritelli beffardi e rompiscatole che si divertono un mondo a complicarci la vita, a non farci trovare gli oggetti di cui al momento abbiamo bisogno e che erano sotto i nostri occhi fino a poco tempo prima, dal bottone della camicia che bisogna riattaccare, all’orologio, al portafoglio, alle chiavi dell’appartamento. Ma l’idea che ci siano le masche nei paraggi affiora anche quando l’automobile non vuole più saperne di ripartire o all’improvviso si spegne, lasciandoci in panne. Dunque le masche continuano ad allignare, sia pure standosene apparentemente in disparte, meno incombenti e pericolose di un tempo.

Il bambino che non sa stare fermo, che ha l’argento vivo addosso, che mette le mani dappertutto e sembra lasciarsi consumare, come si è soliti dire, dal fuoco che gli brucia nei pantaloni, è, talvolta, ancora oggi, paragonato ad una masca. Così pure quando ci capita di affrontare situazioni complicate che sappiamo essere fonte di stress, siamo tentati di dire a noi stessi che certe persone, bislacche o umorali, ci faranno vedere le masche. Ma anche, sovente, abbiamo l’impressione che chi ci sta di fronte sia “furb paid na masca”, abile e inaffidabile, pronto a cambiare le carte in tavola, facendoci vedere il bianco per il nero. Per saperne di più un libro che assolutamente non bisogna perdere è MASCHE, edito dalla casa editrice Priuli&Verlucca in collaborazione con l’Associazione Arvangia, giunto alla seconda edizione.

 

Foto di Bruno Murialdo (www.brunomurialdo.com)