Alla fine del XIX secolo così Gustavo Strafforello desciveva gli otto comuni del Mandamento.
Mandamento di DIANO D’ALBA (comprende 8 Comuni, popol. 6828 ab.). — Territorio molto fertile, specie di viti che dànno vini eccellenti, fra cui il rinomato nebiolo. Vi si raccolgono anche frumento, marzuoli, bozzoli e tartufi squisiti. È bagnato dal torrente Talloira e altri rivi che mettono in molo molti nrolini.
Diano d’Alba (2254 ah.).
Sorge in sito elevato ed ameno, donde si gode la veduta delle pianure del Piemonte e de’ più bei luoghi del Monferrato. La parrocchiale moderna di San Giovanni è d’ordine toscano e primeggia fra i sacri edifizi che sorgono nei villaggi all’intorno. Due piazze e da una bellissima spianata, ombreggiata da piante frondose, lo sguardo invaghito spazia su bellissimi punti di vista. Codesto sito fu così ridotto per opera del conte Carlo Rangone. Scorgonsi ancora le vestigia dell’antico castello. Congregazione di carità, Asilo infantile, Opera pia Settimo. Ottimi vini, fra cui il suddetto nebiolo ; frumento, marzuoli, bozzoli e tartufi.
Cenni storici. — Fu uno dei luoghi principali del contado d’Alba, allo scadere del quale ne tenne le veci. Passò quindi ai marchesi di Susa, ai quali fu tolto dal marchese Bonifacio di Savona sul principio del secolo XII. Passò poi al di lui figlio, Bonifacio anch’esso, marchese di Cortemilia, morto il quale senza prole, pervenne al marchese Guglielmo di Busca. Quantunque munito del castello più forte dei dintorni, Diano ebbe assai a soffrire nelle fazioni del secolo XV, principalmente nel 1412, essendo stato per ben due volte assalito, preso e messo a sacco. Nel 1428 venne in potere dei marchesi di Monferrato, ai quali rimase sino al 1632, quando Vittorio Amedeo duca di Savoia annetteva a’ suoi Stati la città d’Alba e il suo territorio. Egli lo diede in feudo con titolo comitale ad Ottavio Ruffino di Savigliano.
Uomini illustri. — Diano d’Alba diede i natali a parecchi personaggi della famiglia Rangone-Malherba, ora estinta, che illustraronsi nella milizia, nelle scienze’ e nelle belle arti.
Coll. elett. Cuneo III (Alba) — Dioc. Alba — P2 ivi, T. in Alba.
Benevello (440 ab.).
Sorge in vetta di un alto poggio di qua dal Belbo, a 10 chilometri da Diano d’Alba, con parrocchiale di San Secondo martire e Congregazione di carità. Castagne, uve, legname da ardere ; fabbrica di laterizi.
Cenni storici. — È ricordato in alcune carte del 1200, e dopo varie vicende passò, pel trattato di Cherasco, ai principi di Savoia, i quali ne infeudarono in prima il conte Prandi d’Alba e quindi, con titolo condiate, i Della Chiesa di Saluzzo.
Coll. elett. Cuneo III (Alba) — Dioc. Alba — P’ T. in Alba.
Borgomale (196 ab.).
Sta sul pendio di una collina, intersecato dalla strada provinciale da Alba a. Savona, con parrocchiale di Sant’ Eusebio prete, costruita nel 1668. Castello antichissimo. Congregazione di carità. Frumento, meliga, uve, noci e bestiame.
Cenni storici.— E’ accennato in una carta dell’899 di Staurasio, vescovo d’Asti, e nella divisione dei marchesi Aleramici del Vasto del 1142 toccò ai marchesi di Ceva e di Cortemilia. Se ne impadronì poi il marchese di Saluzzo, togliendolo ai Del Carretto, ma, tornato sotto il dominio dei marchesi di Monferrato, fu ceduto da essi, nella pace di Cherasco, al duca di Savoia.
Coll. elett. Cuneo III (Alba) • Dioe. Alba — P’ in Alba, T. a Cortemilia.
Grinzane (4.68 ab.).
Sta in altura, sulla sinistra del torrente Talloira, a 4 chilometri da Diano d’Alba, con parrocchiale della Madonna del Carmelo e Congregazione di carità. Vi sorge ancora un antico castello. Il prodotto principale è il vino.
Cenni storici. — Fu dei marchesi di Busca e quindi di quelli di Monferrato, dai quali passò ad un Matteo Calderari e per maritaggio a Gabriele Nuvolo, che lo vendè a Petrino Bello, senatore, dai cui discendenti l’ebbe per dote il marchese Amedeo Del Pozzo di Voghera, conte di Ponderano. Grinzane fu poi signoria degli Argentieri, ora della nobile Adele Alfieri di Sostegno, discendente in linea materna dal marchese Gustavo di Cavour. Grinzane ebbe a sindaco, per oltre 15 anni, l’illustre statista conte Camillo Benso di Cavour allora comproprietario, col fratello Gustavo, del castello e di 2/4 circa del territorio del Comune.
Coll. elett. Cuneo III (Alba) — Dioc. Alba — P’ T. in Alba.
Lequio Berria (834 ah.).
In colle, presso la strada ad Alba, a 10 chilometri da Diano d’Alba, con parrocchiale di San Lorenzo e Congregazione di carità. Frumento, segale, granturco, castagne, uve squisite e molta selvaggina.
Cenni storici. — Sotto i marchesi di Savona aveva un castello che nel 1173 fu atterrato dagli abitanti. Ottone Del Carretto lo vendè a Manfredo marchese di Saluzzo, il cui discendente Manfredo IV ne investì il proprio fratello Giovanni signore di Dogliani. Questi lo lasciò al figlio Goffredo, che fu il capostipite dei signori di Lequio, il cui dominio andò poi diviso fra due rami, spenti i quali, passò a Michele Antonio signore della Manta.
Coll. elett. Cuneo III (Alba) — Dioc. Alba — P2 a Diano d’Alba, T. a Bossolasco.
Montelupo Albese (654 ab.).
In giacitura montuosa, a 3 chilometri da Diano d’Alba, con parrocchiale e Congregazione di carità. Cereali, frutta e molto vino.
Cenni storici. Appartenne ai Costanzi, nobili d’Alba, dai quali passò ai Prati monferrini, e quindi, con titolo di contea, ai Malvasi di Finale, ai Rangoni-Malherba d’Alba, ai Cappellini di Mondovì, e per ultimo ai Faussoni.
Coll. elett. Cuneo III (Alba) — Dioc. Alba — P2 a Diano d’Alba, T. in Alba.
Rodello (614 ab.).
Siede in amena collina, bagnato dal Rodello, a 3 chilometri da Diano d’Alba. Parrocchia e Congregazione di carità. Il territorio, tutto montuoso, produce uve, castagne e cereali di varie specie ; bestiame.
Cenni storici. Primi signori di Rodello furono i marchesi di Monferrato, e nel 1396 il marchese Teodoro ne fece dono ad un Darnazotto della Mella per servizi guerreschi. In seguito ebbe altri feudatari; i Panetti della Morra l’ebbero con titolo comitale, e con titolo signorile i Falletti di Barolo e i Ferraris di Vercelli.
Coll. elett. Cuneo III (Alba) — Dioc. Alba — P1 T. in Alba.
Serralunga d’Alba (già San Cereseto) (1068 ab.).
Sorge fra i due torrenti Talloira, a 8 chilometri da Diano d’Alba, con parrocchiale di costruzione moderna dedicata a San Sebastiano; Congregazione di carità e legato Veglio. Piazza alquanto spaziosa, con giuoco del pallone. Antico castello di architettura semi-gotica, con due torri all’estremità, una rotonda e l’altra quadrata, dell’illustre famiglia dei marchesi Falletti di Barolo, ora di proprietà dell’Opera pia Barolo, con sede in Torino. Servì di fortezza nell’epoca delle guerre civili ed è forse l’unico di quei tempi che sia rimasto intatto. Pesche saporite, squisiti tartufi bianchi, e rinomatissimo vino nebiolo.
Cenni storici. — Vuolsi che questo antico luogo pigliasse il nome dalla forma del suo territorio angusto e lungo parecchi chilometri. Vi ebbero signoria feudale i Falletti Langosco di Barolo, i Falletti di Rodello e i Baldi della città di Brà con titolo comitale.
Coll. elett. Cuneo III (Alba) — Dice. Alba — P’ in Alba, T. a Monforte.
Torino 1891 – La patria. Geografia dell’Italia. Provincia di Cuneo – Volume 1