La pandemia ha messo a dura prova il settore del cinema, soprattutto le piccole realtà indipendenti che già sostenevano una lotta impari con le grandi catene di multisala.
In questo ultimo anno ci siamo resi però anche conto di quanto fossero importanti e vitali alcuni riti collettivi e momenti di aggregazione che davamo per scontati.
Ha ancora senso andare al cinema?
In passato ad esempio è capitato di sentir dire che, con l’avvento delle piattaforme di streaming con i loro cataloghi infiniti, andare al cinema non valesse la pena.
In fondo quando si può guardare un film su un bellissimo tv 50 pollici dal divano di casa, perché prendersi la briga di uscire per andare al cinema?
Probabilmente oggi saremmo disposti a pagare un biglietto molto più alto normale per poter vivere quella esperienza!
Ne abbiamo parlato con Alessandro Prandi, attuale titolare del cinema Cine4 Cityplex di Alba e pronipote di Florindo Cantamessa, che legò la sua famiglia all’Eden negli anni ‘50.
Ma cominciamo dall’inizio, dagli inizi del secolo scorso, quando le proiezioni erano ancora uno spettacolo itinerante!
La storia del cinema è la nostra storia
Il cinema ci tiene compagnia da più di un secolo, e la sua storia è legata alla storia della società. La sua nascita risale al 1895 grazie ai famosi fratelli Lumière, e da quel momento il cinema si è diffuso molto in fretta con una forza dirompente.
Infatti possiamo vedere come già nel 1925 ad Alba fosse presente una struttura fissa, l’Eden, che aveva trovato casa in via Giacosa dopo essere stata itinerante fin dai primi anni ‘10.
Nella storia di questo cinema possiamo vedere l’evoluzione della società e di un territorio che ha attraversato le diverse fasi della modernità nel secolo scorso.
Il primo dopoguerra
Negli anni ‘50 l’Eden viene rilevato da Florindo Cantamessa, originario dell’astigiano, che amplia e ristruttura i locali che arrivano a poter ospitare 800 spettatori.
Siamo negli anni del boom economico, e la forte immigrazione dal sud Italia interessa anche Alba, che vede aumentare i suoi abitanti e di conseguenza il pubblico del cinema, principale forma di svago e finestra sul mondo.
Erano anche anni in cui era ancora forte la presenza della Chiesa nella morale pubblica, ed era normale che la programmazione dovesse tener conto delle valutazioni del Disco Rosso del Centro Cattolico Cinematografico, un elenco di titoli ritenuti immorali.
Settimanalmente la parrocchia di San Damiano, posta proprio di fronte al locale ed allora retta dal celebre don Sebastiano Marchisio, pubblicava in bacheca esterna le valutazioni del Disco Rosso: T – per tutti, A – adulti, S – sconsigliato, E – escluso.
Dagli anni ‘80 ai giorni nostri
Il famoso incendio a Torino del Cinema Statuto porta la maggior parte dei locali adibiti a cinema (soprattutto in Piemonte) a rinunciare agli arredi più belli per rispondere ad una normativa di sicurezza sui materiali molto più stringente.
Parallelamente la nascita delle tv commerciali va a cambiare radicalmente la composizione e la frequentazione del pubblico, che diminuisce di numero ed è più orientato alla qualità della proposta.
Con vari restyling e modifiche alle sale si arriva negli anni 2000 all’odierna configurazione con 4 sale più area bar e ristoro, con il nome che diventa Cine 4 Cityplex.
L’avvento del digitale è probabilmente l’innovazione più grande degli ultimi anni, e nel 2013 il Cine 4 è tra le prime multisale del Piemonte a raggiungere la completa digitalizzazione degli impianti.
Dal 2018 il locale è attrezzato di sistema Dolby Fidelio, un impianto wireless che consente anche agli utenti audiolesi e videolesi di poter usufruire al meglio delle proiezioni, e di potersi quindi gustare un film.
Una sala dove sentirsi a casa
Il grande valore aggiunto delle sale indipendenti rispetto alle grosse catene è probabilmente quello di creare un rapporto diretto con il proprio pubblico.
Il Cine4 ha ad esempio coinvolto gli spettatori con un sondaggio per decidere quale modello di poltrona adottare nel restyling delle sale del 2016, una cosa piccola ma che rafforza il senso di appartenenza alla comunità del cinema.
Quella stessa comunità può trovare al Cine4 rassegne ed eventi dedicati all’arte, all’opera, al balletto che difficilmente trovano spazio nelle sale commerciali.
Per non parlare delle collaborazioni sul territorio, che permettono una crescita artistica e culturale di cui tutti beneficiano.
La sala albese ha infatti costanti rapporti di collaborazione e dialogo con i registi locali che necessitano di luoghi per i loro lavori, ed ha contribuito alla realizzazione di E fu sera e fu mattina, del giovane Emanuele Caruso, piccolo grande caso di successo del cinema indipendente.
Il futuro del cinema e le nuove iniziative: Miocinema
Abbiamo chiesto ad Alessandro Prandi, come vede il futuro, qual è la forza su cui il cinema può contare per rialzarsi, e la sua risposta la dice lunga su quanta passione ci sia nel suo mestiere:
“A mio avviso il suo carattere aggregativo. Anche alla luce di questo particolare periodo storico, è assolutamente rivalutabile la scomodità di alzarsi dal divano, mettersi un cappotto, uscire di casa e andarsi a vedere un film con amici e magari dopo discuterne fuori mangiando una pizza . Il pubblico del cinema è questo. È chi decide di non isolarsi. Sono le luci che si spengono, il suono del proiettore alle spalle, una buona compagnia al proprio fianco, sentire uno sconosciuto due file più avanti sbellicarsi per una battuta di Zalone o commuoversi per una scena d’amore…”
Recentemente il Cine4 Cityplex ha anche aderito alla piattaforma Miocinema, un’iniziativa di Lucky Red per la distribuzione in streaming di titoli di nicchia che con la chiusura delle sale non avrebbero visto la luce.
La novità rispetto ad altre piattaforme è che qui c’è un legame con le sale, che ricevono parte degli incassi e contribuiscono a promuovere presso il loro pubblico di affezionati rassegne e film di qualità.
Questo esperimento virtuoso tiene insieme le esigenze di un settore complesso e variegato, mantenendo centrale il ruolo delle sale nel territorio.
La passione per la settima arte passa attraverso il rito collettivo della sala cinematografica, e siamo sicuri che passato questo periodo ci sarà ancora più voglia di partecipare a questo rito che rende vivo e umano un flusso di bit e impulsi luminosi.