Una riflessione è d’obbligo: quanti personaggi carismatici del vino di Langa sono mancati negli ultimi due anni.
Quinto Chionetti, Bruno Giacosa, Mario Barbero, Gigi Rosso.
E pochi giorni fa, precisamente il 15 gennaio, il mondo del vino ha dato l’addio a Beppe Colla: enologo, imprenditore e uomo di cultura. Molti colleghi e amici, l’hanno definito l’ultimo “Patriarca“.
La cerimonia funebre si è svolta il giorno 16 corrente nella chiesa di Cristo Re in Alba.
Beppe Colla aveva ottantotto anni e avrebbe festeggiato il prossimo autunno la settantasettesima vendemmia.
La vita
Diplomato nel 1949 alla Scuola enologica di Alba, iniziò il percorso professionale alla Bonardi, storica cantina albese. Nel 1956 fu direttore tecnico alla Prunotto e in seguito contitolare.
Quando negli anni novanta la Prunotto venne acquistata dagli Antinori, Beppe Colla con il fratello Tino e la figlia Federica dette il via alla Poderi Colla, con sede nella tenuta Bricco del Drago, in località San Rocco Seno d’Elvio, a pochi km da Alba.
I valori
Ha sempre privilegiato il valore della vigna, prima garante della qualità dei vini; non a caso, oggi, la Poderi Colla possiede importanti vigneti in zone ad alta vocazione: Ronacaglie a Barbaresco e Bussia a Monforte.
In cantina, invece, Beppe è sempre stato attento alle innovazioni e alle nuove tecnologie mostrando sensibilità ai nuovi problemi che investono il settore, anche a quelli ecologico–ambientalistici.
Spesso in riunioni tra enologi chiedeva: “Dove è finito l’acido malico nei nostri vini?”, manifestando una forte preoccupazione per l’eccesso di concimazioni potassiche, oppure per gli effetti del cambiamento climatico sulla maturazione delle uve.
Fu tra i fondatori, con l’amico Luciano Degiacomi, dell’Ordine dei Cavalieri del Tartufo e dei Vini di Alba, di cui divenne Gran Maestro alla morte del farmacista-gastronomo.
Il ricordo
Chi scrive desidera ricordarlo in due momenti particolari.
Nella primavera del 1986, nel triste periodo del metanolo, una troupe del Tg1, con il dott. Frajese, cercò di intervistare qualche cantina dell’albese per una semplice dichiarazione.
Non trovò nessuno.
Beppe Colla era il presidente del Consorzio del Barolo e Barbaresco: sarebbe stato scorretto fuggire dalle telecamere.
Le sue lacrime, viste da milioni di spettatori, sono uno dei gesti più nobili della storia dei vini albesi; infatti Beppe Colla ha sempre considerato il metanolo un tradimento a tutti gli “Onesti del vino”.
Ricordo anche l’espressione gioiosa, quanto parlava di suo padre: Piero Colla, grande champagnista alla Gancia.
Infatti fu tra i protagonisti storici, con Giuseppe Gallese e Carlin Artusio, della nascita degli spumanti in Piemonte: dapprima con il Moscato Champagne, poi con gli spumanti metodo Champenoise, oggi chiamati – in gran parte – Alta Langa Docg.
Non a caso quando andavi a trovarlo, Beppe parlava di molte cose, alla fine il discorso terminava sempre in tema moscato.
Era il vitigno da lui preferito.